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Giovanni Verga
Rose caduche

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  • ATTO SECONDO.
    • Scena XIII. Adele e il cavalier Falconi.
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Scena XIII. Adele e il cavalier Falconi.

 

ADELE. Ella non ha fortuna stasera, cavaliere!

FALCONI (imbarazzato ancora). Lo crede, madama?

ADELE. È la seconda volta che prende il suo cappello e vien pregato di deporlo col più grazioso sorriso; ma di tali sorrisi noi donne c'intendiamo. E per non farglielo tenere più in mano le dico: si metta a sedere e discorriamo.

FALCONI (con galanteria). Ecco invece che son ben fortunato!… È un vero favore!… oh, grazie!

ADELE. Grazie! Ma perché? Non siamo amici?… amici sinceri?…

FALCONI. Me ne vanto.

ADELE. E non è naturale che io stia più volentieri cogli amici?… Tanto peggio per gli altri!

FALCONI (inchinandosi). E tanto meglio per me!

ADELE (c.s.). Grazie! Del resto non ho la pretenzione di fare dei gelosi. Tutti i miei amici hanno gli uguali diritti alla mia stima, né credo che il mondo possa trovarci nulla da criticare.

FALCONI. Oh, certo!

ADELE. Ecco perché io ho la fiducia più completa, più cieca nell'amicizia: perché non so immaginare che la viltà più vile possa arrivare a calunniare il più nobile dei sentimenti, che l'abiettezza più turpe possa arrivare a commettere il più odioso attentato sotto la maschera dell'amicizia… Non ho ragione di pensare così?

FALCONI. Certamente… Anch'io sono del suo parereperfettissimamente

ADELE (stendendogli la mano e con amaro sarcasmo). Oh! lo sapevo: ecco perché siamo amici! Ma parliamo un poco delle sue buone fortune.

FALCONI (con finta modestia). Oh, madama!…

ADELE. Fra amici!… E poi tutti lo sanno… Ella ha una terribile riputazione!

FALCONI. Si esagera!… Si esagera di molto!…

ADELE (con amichevole confidenza sorridendo). Quella povera contessa!…

FALCONI. Lasciamola , di grazia.

ADELE (c.s.). Ingrato!

FALCONI. La contessa è bella, elegante, seducentissima

ADELE. Ma…

FALCONI. Ma come ce ne sono tante altre.

ADELE. Ah! cerca una fenice!

FALCONI. L'avrei anche trovata! (con galanteria).

ADELE. Ah!… L'avverto, cavaliere, che cogli amici sono terribilmente indiscreta.

FALCONI. Madama

ADELE. Voglio conoscere madama Fenice!

FALCONI. Non oso

ADELE. Non osare!… lei… un Lovelace!… Sarebbe una galanteria? Temerebbe che io mi offendessi del paragone… Ah! cavaliere, ella fa torto al mio spirito!

FALCONI. No!… Non avrei nulla a temere!…

ADELE. Che!… Sarei una fenice anch'io?…

FALCONI (con entusiasmo). Un miracolo addirittura!

ADELE. Ah! ah! Povero cavaliere! Ma io sono una fenice della specie più comune!… come ce ne sono mille!

FALCONI (c.s.). Ah! s'ella si potesse mirare coi miei occhi! Se potesse giudicarsi col mio cuore!

ADELE (sardonica). M'innamorerei di me stessa?

FALCONI (c.s.). Al delirio!… alla follia!… come me!

ADELE. Oh! oh! Troppa roba per un capriccio!

FALCONI. Capriccio!

ADELE. Chiamiamolo un puntiglio. Vuol sapere cos'è questo capriccio? Glielo dirò! Si rammenta di quand'era bambino?

FALCONI. Che vuol dir ciò, signora?…

ADELE. Si rammenta quale balocco preferisse fra i cento giocattoli?

FALCONI. Madama

ADELE. La luna.

FALCONI. Signora, io non posso tollerare

ADELE. Sissignore, la luna! Non perché le sembrasse più bella o perché lo divertisse meglio dei suoi giocattoli, ma perché capiva per istinto che le sue piccole braccia che stendeva strillando per possederla sarebbero state sempre troppo corte per acchiapparla. È sorprendente come sia precoce nell'uomo la brama dell'impossibile! Adesso che non è più bambino, che è un perfetto cavaliere e si balocca con altri giocattoli più fragili ma più divertenti ella si è ricordato degli istinti da bambino, e si è convinto di essere innamorato di me perché ha sentito dire che il mio cuore è di accesso difficile assai… per poter dire: sono arrivato dove gli altri non hanno mai potuto pervenire! È un puntiglio di galante che vale un capriccio di bimbo.

FALCONI. No, signora! Tutto questo è ingiusto!… Non è vero.

ADELE (con scherno velato). Mi amate?

FALCONI. Ma io vi adoro!

ADELE. Per me?… o per gli altri?

FALCONI. Quali altri?

ADELE. I vostri amici, voi lo sapete, quelli cui dovete far credere alla vostra riputazione di seduttore! Me ne rincresce per voi, ma se mi aveste consultato io vi avrei dato un buon consiglio per far credere alla vostra buona fortuna e farvi invidiare da tutto il Jockey-Club.

FALCONI. Ma io non capisco

ADELE (colla stessa amara ironia). Come siete poveri di spirito voi altri seduttori! Ci vuol molto ad inventare una storiella piccante, una di quelle calunniette, appoggiate a plausibili indizi… una di quelle astuzie di buon genere… che il volgo degli sciocchi chiama birbonate e vigliaccherie addirittura!… (riprendendosi). Mio Dio! è questione di ottica. Tutto sta a non esagerare, a non prendere sul serio i paroloni, le frasi rotonde! Infamie! Calunnie! Vigliaccherie!… Ma si può essere più stupidi! per un semplice tratto di spirito, uno di quegli aneddoti galanti profumati di tutte le grazie dello scandalo che le dame ascoltano turandosi le orecchie, e che piacciono a tutti!… Una persona perbene! un uomo elegante, che si batte per un sorriso equivoco e che si lava le mani con acqua di Colonia!… Eh! via!

FALCONI. Ma che bisogna fare per farvi credere al mio amore… ad un amore senza limiti!…

ADELE (sardonica). Come me lo dite!…

FALCONI. Ma io ve lo dico ai vostri piedi! (inginocchiandosi). Ve lo dico supplichevole! Ve lo dico con tutta l'anima mia!

ADELE (ridendo). Alzatevi, signore; ché i vostri pantaloni prendono cattive pieghe!

FALCONI (rizzandosi indispettito). Ah!

ADELE. Voi siete ridicolo posando da innamorato, Posate da seduttore invece e la vostra vanità sarà soddisfatta!… a prezzo del vostro onore potrebbero dire gli sciocchi… No, perché voi rubate quello degli altri!

FALCONI. Signora!…

ADELE (con dignità). Non ho finito. Per qualche cosa di simile dovete battervi col signor Giliotti. Questo duello non voglio che abbia luogo!

FALCONI (con rabbia concentrata sorridendo). Mi rincresce, signora, ma colui pagherà per tutti.

ADELE (con forza). Questo duello non avverrà! Vi perdono a questa sola condizione!

FALCONI. Grazie del perdono!

ADELE (c.s.). Questo duello non avverrà. Io vi renderò ridicolo, vi renderò spregevole, vi renderò infame!… dirò tutto! tutto quello che avete fatto, tutto quello che siete!

FALCONI. Dica pure! Io farò! (per partire).

ADELE (con impeto). Ebbene!… Adesso non mi resterà alcun rimorso per questo assassinio! Il signor Giliotti si batterà alla pistola, petto a petto, tirando a sorte il primo colpo.

FALCONI (interdetto). Eh!… Ma… Ciò non è cavalleresco!…

ADELE. Ah! perché siete uno spadaccino preferireste assassinare cavallerescamente il vostro avversario che non sa di scherma!… Il signor Giliotti ha la scelta delle armi ed usa del suo diritto.

FALCONI (turbato). Ebbene… proverò che un cavaliere… quantunque ferito nel più vivo dell'amor proprio… non può negar nulla ad una dama… per parte mia rinunzio alla riparazione che mi è dovuta

 

 




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