ADELE. Ella non ha fortuna stasera, cavaliere!
FALCONI (imbarazzato ancora). Lo crede, madama?
ADELE. È la seconda volta che prende il suo
cappello e vien pregato di deporlo col più grazioso sorriso; ma di tali sorrisi
noi donne c'intendiamo. E per non farglielo tenere più in mano le dico: si
metta a sedere e discorriamo.
FALCONI (con galanteria). Ecco invece che son ben
fortunato!… È un vero favore!… oh, grazie!
ADELE. Grazie! Ma perché? Non siamo amici?… amici
sinceri?…
FALCONI. Me ne vanto.
ADELE. E non è naturale che io stia più
volentieri cogli amici?… Tanto peggio per gli altri!
FALCONI (inchinandosi). E tanto meglio per me!
ADELE (c.s.). Grazie! Del resto non ho la pretenzione
di fare dei gelosi. Tutti i miei amici hanno gli uguali diritti alla mia stima,
né credo che il mondo possa trovarci nulla da criticare.
FALCONI. Oh, certo!
ADELE. Ecco perché io ho la fiducia più completa,
più cieca nell'amicizia: perché non so immaginare che la viltà più vile possa
arrivare a calunniare il più nobile dei sentimenti, che l'abiettezza più turpe
possa arrivare a commettere il più odioso attentato sotto la maschera
dell'amicizia… Non ho ragione di pensare così?
FALCONI. Certamente… Anch'io sono del suo parere…
perfettissimamente…
ADELE (stendendogli la mano e con amaro sarcasmo). Oh!
lo sapevo: ecco perché siamo amici! Ma parliamo un poco delle sue buone
fortune.
FALCONI (con finta modestia). Oh, madama!…
ADELE. Fra amici!… E poi tutti lo sanno… Ella ha
una terribile riputazione!
FALCONI. Si esagera!… Si esagera di molto!…
ADELE (con amichevole confidenza sorridendo). Quella
povera contessa!…
FALCONI. Lasciamola lì, di grazia.
ADELE (c.s.). Ingrato!
FALCONI. La contessa è bella, elegante,
seducentissima…
ADELE. Ma…
FALCONI. Ma come ce ne sono tante altre.
ADELE. Ah! cerca una fenice!
FALCONI. L'avrei anche trovata! (con galanteria).
ADELE. Ah!… L'avverto, cavaliere, che cogli amici sono terribilmente
indiscreta.
FALCONI. Madama…
ADELE. Voglio conoscere madama Fenice!
FALCONI. Non oso…
ADELE. Non osare!… lei… un Lovelace!… Sarebbe
una galanteria? Temerebbe che io mi offendessi del paragone… Ah! cavaliere,
ella fa torto al mio spirito!
FALCONI. No!… Non avrei nulla a temere!…
ADELE. Che!… Sarei una fenice anch'io?…
FALCONI (con entusiasmo). Un miracolo
addirittura!
ADELE. Ah! ah! Povero cavaliere! Ma io sono una
fenice della specie più comune!… come ce ne sono mille!
FALCONI (c.s.). Ah! s'ella si potesse mirare coi
miei occhi! Se potesse giudicarsi col mio cuore!
ADELE (sardonica). M'innamorerei di me stessa?
FALCONI (c.s.). Al delirio!… alla follia!… come
me!
ADELE. Oh! oh! Troppa roba per un capriccio!
FALCONI. Capriccio!
ADELE. Chiamiamolo un puntiglio. Vuol sapere
cos'è questo capriccio? Glielo dirò! Si rammenta di quand'era bambino?
FALCONI. Che vuol dir ciò, signora?…
ADELE. Si rammenta quale balocco preferisse fra i
cento giocattoli?
FALCONI. Madama…
ADELE. La luna.
FALCONI. Signora, io non posso tollerare…
ADELE. Sissignore, la luna! Non perché le
sembrasse più bella o perché lo divertisse meglio dei suoi giocattoli, ma
perché capiva per istinto che le sue piccole braccia che stendeva strillando
per possederla sarebbero state sempre troppo corte per acchiapparla. È
sorprendente come sia precoce nell'uomo la brama dell'impossibile! Adesso che
non è più bambino, che è un perfetto cavaliere e si balocca con altri
giocattoli più fragili ma più divertenti ella si è ricordato degli istinti da
bambino, e si è convinto di essere innamorato di me perché ha sentito dire che
il mio cuore è di accesso difficile assai… per poter dire: sono arrivato dove
gli altri non hanno mai potuto pervenire! È un puntiglio di galante che vale un
capriccio di bimbo.
FALCONI. No, signora! Tutto questo è ingiusto!… Non
è vero.
ADELE (con scherno velato). Mi amate?
FALCONI. Ma io vi adoro!
ADELE. Per me?… o per gli altri?
FALCONI. Quali altri?
ADELE. I vostri amici, voi lo sapete, quelli cui dovete
far credere alla vostra riputazione di seduttore! Me ne rincresce per voi, ma
se mi aveste consultato io vi avrei dato un buon consiglio per far credere alla
vostra buona fortuna e farvi invidiare da tutto il Jockey-Club.
FALCONI. Ma io non capisco…
ADELE (colla stessa amara ironia). Come siete
poveri di spirito voi altri seduttori! Ci vuol molto ad inventare una storiella
piccante, una di quelle calunniette, appoggiate a plausibili indizi… una di
quelle astuzie di buon genere… che il volgo degli sciocchi chiama birbonate e
vigliaccherie addirittura!… (riprendendosi). Mio Dio! è questione di ottica.
Tutto sta a non esagerare, a non prendere sul serio i paroloni, le frasi
rotonde! Infamie! Calunnie! Vigliaccherie!… Ma si può essere più stupidi! per un
semplice tratto di spirito, uno di quegli aneddoti galanti profumati di tutte
le grazie dello scandalo che le dame ascoltano turandosi le orecchie, e che
piacciono a tutti!… Una persona perbene! un uomo elegante, che si batte per un
sorriso equivoco e che si lava le mani con acqua di Colonia!… Eh! via!
FALCONI. Ma che bisogna fare per farvi credere al
mio amore… ad un amore senza limiti!…
ADELE (sardonica). Come me lo dite!…
FALCONI. Ma io ve lo dico ai vostri piedi!
(inginocchiandosi). Ve lo dico supplichevole! Ve lo dico con tutta l'anima mia!
ADELE (ridendo). Alzatevi, signore; ché i vostri
pantaloni prendono cattive pieghe!
FALCONI (rizzandosi indispettito). Ah!
ADELE. Voi siete ridicolo posando da innamorato,
Posate da seduttore invece e la vostra vanità sarà soddisfatta!… a prezzo del
vostro onore potrebbero dire gli sciocchi… No, perché voi rubate quello degli
altri!
FALCONI. Signora!…
ADELE (con dignità). Non ho finito. Per qualche
cosa di simile dovete battervi col signor Giliotti. Questo duello non voglio
che abbia luogo!
FALCONI (con rabbia concentrata sorridendo). Mi
rincresce, signora, ma colui pagherà per tutti.
ADELE (con forza). Questo duello non avverrà! Vi
perdono a questa sola condizione!
FALCONI. Grazie del perdono!
ADELE (c.s.). Questo duello non avverrà. Io vi renderò
ridicolo, vi renderò spregevole, vi renderò infame!… dirò tutto! tutto quello
che avete fatto, tutto quello che siete!
FALCONI. Dica pure! Io farò! (per partire).
ADELE (con impeto). Ebbene!… Adesso non mi
resterà alcun rimorso per questo assassinio! Il signor Giliotti si batterà alla
pistola, petto a petto, tirando a sorte il primo colpo.
FALCONI (interdetto). Eh!… Ma… Ciò non è
cavalleresco!…
ADELE. Ah! perché siete uno spadaccino
preferireste assassinare cavallerescamente il vostro avversario che non sa di
scherma!… Il signor Giliotti ha la scelta delle armi ed usa del suo diritto.
FALCONI (turbato). Ebbene… proverò che un
cavaliere… quantunque ferito nel più vivo dell'amor proprio… non può negar
nulla ad una dama… per parte mia rinunzio alla riparazione che mi è dovuta…
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