XI.
La notte s'era fatta tempestosa,
il vento sembrava assumere voci e gemiti umani, e le onde flagellavano la rocca
con un rumore come di un tonfo che soffocasse un gemito d'agonia. Il barone
dormiva.
Ella lo vedeva dormire, immobile,
sfinita, moribonda d'angoscia, sentiva la tempesta dentro di sé, e non osava
muoversi per timor di destarlo. Avea gli occhi foschi, le labbra semiaperte, il
cuore le si rompeva nel petto, e sembravale che il sangue le si travolgesse
nelle vene. Provava bagliori, sfinimenti, impeti inesplicabili, vertigini che
la soffocavano, tentazioni furibonde, grida che le salivano alla gola, fascini
che l'agghiacciavano, terrori che la spingevano alla follia. Sembravale di
momento in momento che la vòlta dell'alcova si abbassasse a soffocarla, o che
l'onda salisse e traboccasse dalla finestra, o che le imposte fossero scosse con
impeto disperato da una mano che si afferrasse a qualcosa, o che il muggito del
mare soverchiasse un urlo delirante d'agonia: il gemito del vento le penetrava
sin nelle ossa, con parole arcane ch'ella intendeva, che le dicevano arcane
cose, e le facevano dirizzare i capelli sul capo - e teneva sempre gli occhi
intenti e affascinati nelle orbite incavate ed oscure di quel marito dormente,
il quale sembrava la guardasse attraverso la palpebre chiuse, e leggesse
chiaramente tutti i terrori che sconvolgevano la sua ragione. - Di tanto in
tanto si asciugava il freddo sudore che le bagnava la fronte, e ravviava
macchinalmente i capelli che sentiva formicolarsi sul capo, come fossero
divenuti cose animate anche essi. Quando l'uragano taceva, provava un terrore più
arcano, e con un movimento macchinale nascondeva il capo sotto le coltri, per
non udire qualcosa di terribile. Ad un tratto quel suono che parevale avere
udito in mezzo agli urli della tempesta, quel gemito d'agonia, visione o
realtà, s'udì più chiaro e distinto. Allora mise uno strido che non aveva più
nulla d'umano, e si slanciò fuori del letto.
Il barone, svegliato di
soprassalto, la scorse come un bianco fantasma fuggire dalla finestra, si
precipitò ad inseguirla, saltò sul ballatoio e non vide più nulla. La tempesta
ruggiva come prima.
Sul precipizio fu trovato il
fazzoletto che avea asciugato quel sudore d'angoscia sovrumana.
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