LA LUPA
LA GNÀ PINA, detta la Lupa,
ancora bella e provocante, malgrado i suoi trentacinque anni suonati, col seno
fermo da vergine, gli occhi luminosi in fondo alle occhiaie scure e il bel
fiore carnoso della bocca, nel pallore caldo del viso.
MARA, sua figlia, giovanetta delicata e triste
- quasi la colpa non sua le pesasse sul capo biondo, e non osasse fissare in
viso alla gente i begli occhi timidi.
NANNI LASCA, bel giovane - tenero
con le donne, ma più tenero ancora del suo interesse; sobrio e duro al lavoro,
come chi mira ad assicurarsi uno stato. - Fronte bassa e stretta, sotto i
capelli ruvidi - denti di lupo, e begli occhi di cane da caccia.
BRUNO, contadinotto sano ed allegro, che piglia
il tempo come viene di lassù, e le ragazze come capitano nell'aia.
CARDILLO, forte e paziente al pari di un bue, di
cui ha il pelo fulvo, che sembra mangiargli il volto - ed anche il giudizio.
NELI, giallo e allampanato, roso dalla malaria,
che lo butta stremato in un canto, dopo ogni giornata di lavoro.
COMPARE JANU, il capoccia - serio
e contegnoso come conviene all'età e all'ufficio suo - fedele alle buone usanze
antiche sin nel taglio della barba, che porta a guisa di due lasagnette grigie
al sommo delle guance. - Sputagrave e sentenzioso meglio di Ponzio Pilato.
LA
ZIA FILOMENA, vecchietta arzilla e
indurita al lavoro. Parla come un oracolo, e ne sa più del capoccia.
GRAZIA, ragazza che sembrerebbe un uomo, tanto è
piatta e abbronzata, se non fosse il riso delle labbra fresche e degli occhi
nerissimi.
LIA, contadina quasi senza età e senza sesso
anche lei, sciupata dagli stenti - e sorridendo nonostante alla vita e
all'amore.
MALERBA, il buffone della compagnia - faccia di
scimmia, dal ghigno malizioso.
NUNZIO, ragazzo magro e nero come un grillo.
Nel contado di Modica.
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