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Giovanni Verga
La lupa

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  • ATTO SECONDO.
    • Scena quinta. Mara e Pina.
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Scena quinta. Mara e Pina.

Madre e figlia si guardano alcuni istanti in silenzio, pallide e corrucciate.

 

PINA                            Sei contenta ora, sei contenta?

Mara seguita a fissarla senza rispondere, col rancore negli occhi.

PINA                            Quasi fossi venuta a chiedervi l'elemosina oggi!… a te e a tuo marito!

Mara china il capo, sempre tacendo, accigliata.

PINA                            Dopo che mi hai preso tutto!… Quello sì, l'hai preso!… la roba e tutto!

MARA                            (voltando le spalle bruscamente, col viso tra le mani). Mamma, lasciatemi stare! Lasciatemi stare, oggi!

PINA                            Ti lascio stare. Vuoi che ti lasci state e me ne vada? E non ci metta più piede in casa tua?… nella casa che t'ho data io stessa?

MARA                            Me l'avete data perché ci morissi a fuoco lento, la casa! Per farmi dannare l'anima me l'avete data!

PINA                            T'ho dato tutto! M'hai preso ogni cosa tu!

MARA                            (voltandosi verso di lei, cogli occhi scintillanti e con voce vibrata). Tacete! tacete!

PINA                            Parla tu allora! sfogati!

MARA                            (aggirandosi desolata per la scena colle mani nei capelli). Ah! Signore! toglietemi voi da queste pene!

PINA                            Le tue pene?… Lascia stare le tue pene!… Lascia stare i santi! Li ho pregati anch'io! Non odono, lassù!

MARA                            (scattando). Ve la pigliate anche coi santi, scomunicata!

PINA                            Vedi? Vedi che lo sputi fuori il veleno?… Un pezzo che lo vedo… in ogni tua parola!…

MARA                            Il veleno che m'avete messo qui!

PINA                            (investendola, bieca e con voce sorda). Schiacciami la testa colle tue mani allora… giacché sono io la vipera!… Andrai dal confessore poi… anche tu!

MARA                            Scomunicata! scomunicata che siete!

PINA                            Taci!

MARA                            Ladra! ladra!

PINA                            Taci!

MARA                            Ladra! Venite sin qui a rubarmi la mia pace! Madre scellerata!

PINA                            (come una belva ferita). Ah, vedi? vedi?…





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