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Giovanni Verga
Cavalleria rusticana

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  • Scena seconda. Turiddu Macca in fretta dalla viottola in fondo a destra e Santuzza che balza in piedi al vederlo.
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Scena seconda. Turiddu Macca in fretta dalla viottola in fondo a destra e Santuzza che balza in piedi al vederlo.

 

TURIDDU                        Oh, Santuzza!… che fai qui?

SANTUZZA                      Vi aspettavo.

TURIDDU                        Dov'è mia madre?

SANTUZZA                      È andata in chiesa.

TURIDDU                        Allora vacci anche tu: ché qui ci abbado io,

SANTUZZA                      No, non ci vado in chiesa.

TURIDDU                        Il giorno di Pasqua!

SANTUZZA                      Lo sapete che non posso andarci.

TURIDDU                        Allora cosa vuoi fare?

SANTUZZA                      Voglio parlarvi.

TURIDDU                        Qui? In mezzo alla strada?

SANTUZZA                      Non me ne importa,

TURIDDU                        La gente che può vederci!

SANTUZZA                      Non me ne importa.

TURIDDU                        Che hai?

SANTUZZA                      Ditemi donde venite.

TURIDDU                        Oh, oh! Che vuol dire questa cosa?

SANTUZZA                      Dove siete stato questa notte?

TURIDDU                        Ah! devo dire dove sono stato?

SANTUZZA                      Perché andate in collera se vi domando dove siete stato? Non me lo potete dire?

TURIDDU                        Sono stato a Francofonte, sono stato.

SANTUZZA                      Non è vero. Ieri sera a due ore di notte eravate ancora qui.

TURIDDU                        Allora sono stato dove mi pare e piace.

SANTUZZA                      (lasciandosi cadere la mantellina sulle spalle). O compare Turiddu, perché mi trattate in tal modo? Non mi vedete in faccia? Non vedete che piglio morte e passione?

TURIDDU                        Colpa tua. Che ti sei messa in capo non so che cosa; e vai a svergognarmi con questo e con quello; e a spiare dei fatti miei, come se fossi ancora un ragazzo; e non sono più padrone di fare ciò che voglio?

SANTUZZA                      No, non sono andata a domandare. L'hanno detto qui, or ora, che vi hanno visto all'alba sull'uscio della gnà Lola.

TURIDDU                        Chi l'ha detto?

SANTUZZA                      Compar Alfio stesso, suo marito.

TURIDDU                        Lui! Ah, è questo il grande amore che mi porti? che vai a mettere di queste pulci nell'orecchio di compar Alfio e risichi di farmi ammazzare?

SANTUZZA                      (cadendo ginocchioni a mani giunte). Ah compare Turiddu, come potete dirlo?

TURIDDU                        Alzati, non mi fare la commedia! Alzati o me ne vado.

SANTUZZA                      (rialzandosi lentamente). Ah, ora ve ne andate? Ora che mi lasciate come Maria Addolorata?

TURIDDU                        Cosa vuoi che faccia se non credi più alle mie parole? A ciò che ti dicono gli altri invece, sì, ci credi! Non è vero niente, ti ripeto; Compar Alfio ha sbagliato. Andavo pei fatti miei. Guarda, ti sei messa in capo questa storia della gnà Lola, giusto quando c'è qui in paese suo marito! Vedi quanto sei sciocca?

SANTUZZA                      Suo marito è giunto stamattina soltanto.

TURIDDU                        Ah, sai anche cotesto? Brava! Mi fai la spia in tutto e per tutto! Non sono più padrone di nulla!

SANTUZZA                      Sì, compare Turiddu, siete padrone di scannarmi colle vostre mani stesse come un agnello, se volete che vi leccherei le mani come un cane.

TURIDDU                        O dunque?

SANTUZZA                      Ma la gnà Lola, no, vedete! Quella mi vuol far dannare l'anima.

TURIDDU                        Lascia stare la gnà Lola ch'è per casa sua.

SANTUZZA                      E lei perché non mi lascia stare, me? Perché mi vuol rubare voi, che non ho altro?

TURIDDU                        Bada che ti sbagli.

SANTUZZA                      No, che non mi sbaglio! Non le correvate dietro prima d'andar soldato?

TURIDDU                        Acqua passata! Ora la gnà Lola è maritata per casa sua.

SANTUZZA                      Che importa! Non le volete bene ancora, quantunque sia maritata? Ed essa non vi ha rubato a me per gelosia? E non mi sento qui dentro il fuoco per voi che mi tradite?

TURIDDU                        Taci, taci.

SANTUZZA                      No, non posso tacere, che ho la rabbia canina in cuore! Ora come farò se voi mi abbandonate?

TURIDDU                        Io non ti abbandono, se tu non mi metti colle spalle al muro. Ma te l'ho detto: voglio essere padrone di fare quel che mi pare a piace. Sinora, grazie a Dio, catena al collo non ne ho.

SANTUZZA                      Cosa intendete di dire?

TURIDDU                        Intendo che sei una matta con questa gelosia senza motivo.

SANTUZZA                      Che colpa ci ho io? Vedete come son ridotta? La gnà Lola è meglio di me, lo so! Ha il collo e le mani cariche d'oro! Suo marito non le fa mancare nulla, e la tiene come la Madonna sull'altare, quella scomunicata!

TURIDDU                                                                   Lasciala stare!

SANTUZZA                      Vedete se la difendete?

TURIDDU                        Non la difendo. A me non me ne importa se suo marito la tiene come la Madonna sopra l'altare. Quello che m'importa è di non passare per uno che non sia padrone di fare quello che gli pare e piace. Questo no!





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