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Giovanni Verga
Cavalleria rusticana

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  • Scena settima. Compar Alfio, dalla destra, Turiddu, lo zio Brasi, la gnà Lola, comare Camilla e la zia Filomena.
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Scena settima. Compar Alfio, dalla destra, Turiddu, lo zio Brasi, la gnà Lola, comare Camilla e la zia Filomena.

 

COMPAR ALFIO            Salute alla compagnia.

TURIDDU                        Venite qua, compar Alfio, ché avete a bere un dito di vino con noi, alla nostra salute l'uno dell'altro.

Colmandogli il bicchiere.

COMPAR ALFIO            (respingendo il bicchiere col rovescio della mano). Grazie tante, compare Turiddu. Del vostro vino non ne voglio, che mi fa male.

TURIDDU                        A piacer vostro.

Butta il vino per terra e posa il bicchiere sul deschetto, Rimangono a guardarsi un istante negli occhi.

ZIO BRASI                       (Fingendo che qualcuno lo chiami dalla stalla). Vengo, vengo.

TURIDDU                                                                   Che avete da comandarmi qualche cosa, compar Alfio?

COMPAR ALFIO            Niente, compare. Quello che volevo dirvi lo sapete.

TURIDDU                        Allora sono qui ai vostri comandi.

La zio Brasi di sotto la tettoia fa segno a sua moglie di andarsene a casa. Comare Camilla via.

GNÀ LOLA                      Ma che volete dire?

COMPAR ALFIO            (senza dar retta alla moglie e scostandola col braccio). Se volete venire un momento qui fuori, potremmo discorrere di quell'affare in libertà.

TURIDDU                        Aspettatemi alle ultime case del paese, che entro in casa un momento a pigliar quel che fa bisogno, e son subito da voi.

Si abbracciano e si baciano. Turiddu gli morde lievemente l'orecchio.

COMPAR ALFIO            Forte avete fatto, compare Turiddu! e vuol dire che avete buona intenzione. Questa si chiama parola di giovane d'onore.

GNÀ LOLA                      O Vergine Maria! Dove andate, compar Alfio?

COMPAR ALFIO            Vado qui vicino. Che te ne importa? Meglio sarebbe per te che non tornassi più.

ZIA FILOMENA              (s'allontana balbettando). O Gesummaria!

TURIDDU                        (chiamando in disparte compar Alfio). Sentite, compar Alfio, come è vero Dio so che ho torto, e mi lascerei scannare da voi senza dir nulla. Ma ci ho un debito di coscienza con comare Santa, ché son io che l'ho fatta cadere nel precipizio; e quant'è vero Dio, vi ammazzerò come un cane, per non lasciare quella poveretta in mezzo alla strada.

COMPAR ALFIO            Va bene. Voi fate l'interesse vostro.

Via dalla viottola in fondo a destra.





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