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Giovanni Verga
I nuovi tartufi

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  • ATTO SECONDO   Sala in casa di Prospero a Firenze addobbata per festa. Specchi, lumi e fiori: usci nel fondo e laterali; ai due lati due tavole da the; più avanti un tavolino con giornali e lettere; accanto poltrone.
    • SCENA VIII   Prospero, Alberto e Rodolfo.
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SCENA VIII

 

Prospero, Alberto e Rodolfo.

 

Alberto. È una conoscenza che ti ha fatto fare il dottor Codini questa?

Prospero. Sì: il signor marchesino di S. Giocondo!... E... non sai nulla?... Maria va sposa.

Alberto. Va sposa?

Prospero. Al marchesino in persona; ne più ne meno!

Rodolfo. Che peccato!

Prospero. Come? come?...

Rodolfo. Volevo dire che peccato che non lo avessimo saputo prima onde fare le nostre congratulazioni agli sposi.

Alberto. Ed è un matrimonio combinato dal Codini, senza dubbio?

Prospero. Certo; dal Codini e da mia moglie. Che ne dici, eh?... Un matrimonione!...

Alberto. (freddamente) Me ne congratulo.

Rodolfo. E di Carlo che n'è che non l'ho visto?

Prospero. (sospirando) Ecco la mia afflizione! la spina del mio cuore! Eh!!! Carlo mi da molti dispiaceri da quando siamo a Firenze!

Rodolfo. Lo credo. Si stancherà molto a correre dietro le fioraie!

Prospero. Altro che!... altro che!... Sapere che stasera è la festa di sua sorella e non curarsi di prendervi parte! Lo vedo appena... Le mie occupazioni alla Camera... Credetemi, amici, che sono afflittissimo su questo punto. Mio figlio travia; mio figlio si perde!... Alla Camera mi si fischia invece di applaudirmi... In fede mia che se non fosse per il matrimonio di Maria sarei ben stanco di Firenze e vi lascerei il mio onorevole, e la mia medaglia (Va di cattivo umore a scorrere alcuni giornali) Ecco qui... i soliti complimenti che mi si fanno!... parolacce, in petto a cui quelle che fecero abbaruffare Carlo erano rose e fiori. Leggete, leggete!... il meno che mi si possa dire è austricante, protettore dei briganti... io che basisco se si torce il collo a una gallina dinanzi a me! Sono un onest'uomo infine!... E queste caricature... indecenze! porcherie!... stenterello travestito da sagrestano... pulcinella che è condotto per il naso da un frate... ed in tutti il mio ritratto! la mia faccia da galantuomo! Se si sopprimessero i giornali!... quelli con caricature in ispecie! (scorre alcune lettere) E queste altre!... al solito... domande d'impieghi dei miei elettori... seccature! Mi rinfacciano il voto dato (legge) «Se non fosse stato per me non sareste mai uscito dalla vostra cantina, ed ora che ho bisogno di voi e vi domando di farmi ottenere un miserabile impiego di 6000 lire fate il sordo!» Se parlo un'altra volta alla Camera è per proporre un'affrancatura di 5 lire obbligatoria per le lettere da mandare ai deputati... Siamo invasi... annegati... si affoga in mezzo a lettere di ogni dimensione... Che se lo tengano il loro voto! Se sapessero quello che si gode a fare il deputato!... Ah! Alberto! il bel tempo che facevamo il nostro tresette dallo speziale!...

Alberto. Ne parleremo, ne parleremo, Prospero.

Prospero. Ne sono stanco! Seccature, e poi nient'altro che seccature!... Strapazzi, urli, fischi... insulti!... Mia moglie dice che son debole, che non so farmi rendere ragione; il dottor Ferdinando che bisogna soffrire per meritare... che i santi sono santi perché subirono il martirio... Diavolo! che voglia farmi subire anche il martirio colui?!

Rodolfo. Non ci pensi, signor Montalti. Se fossero quei beati tempi il dottor Ferdinando, e quelli della sua, riserverebbero ad altri questo piacere.

Prospero. Quello che più m'accora è la condotta di Carlo. Quel giovinastro mi mette colle spalle al muro.

Alberto. Coraggio, amico mio; non ti rinfaccio quello che ti predissi, ma ti dico che ancora sei in tempo per toglierti da questi guai. Io ti aiuterò per quanto mi sarà possibile. A domani. Passo un momento in camera a spolverarmi onde farti onore presso Sua Eccellenza (esce dalla destra).

Rodolfo. In quanto a me mi lusingo che Sua Eccellenza troverà di suo gusto l'unico abito che mi trovo disponibile. Vien gente e non voglio perdere un minuto della festa.

 

 




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