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Giovanni Verga
I nuovi tartufi

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  • ATTO QUARTO   La scena come nell'atto secondo, meno i lumi e i preparativi della festa.
    • SCENA VII   Codini, Carlo e detti.
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SCENA VII

 

Codini, Carlo e detti.

 

Ferdinando. Perdonate i nostri peccati come noi perdoniamo i nostri nemici.

Maria. (abbracciando Carlo con effusione) Carlo!!... fratello!!

Prospero. Che! che!... Hai il coraggio, sciagurato?!...

Emilia. Figlio mio! Come hai potuto traviare con l'esempio di tanta virtù dinanzi agli occhi? (indicando Codini e Giorgio).

Giorgio. (piano a Ferdinando) che diavolo avete fatto?

Ferdinando. (piano a Giorgio) Un colpo da maestro! Apprendete!

Alberto. Io perdo la testa.

Ferdinando. (a Prospero) Perdonate, mio caro ed onorevole amico. Dio ch'è misericordioso dice di perdonare. Signor Varesi, uniamoci anche una volta in quest'opera di rappacificazione.

Alberto. Io temerei di fare una cattiva azione anche ascoltando la messa insieme a voi!

Ferdinando. Come?!... che dice quel caro signor Varesi?...

Prospero. (in collera) Non perdono! Non perdono!... Dacché lo vedo sano e salvo mi sento crescere la bile in corpo!...

Carlo. Padre mio!

Alberto. Prospero!

Prospero. Non ascolto alcuno! Sono una bestia feroce!

Maria. Babbo!...

Emilia. Infine mio caro, ve lo dice il dottor Ferdinando!...

Prospero. Lo dica chi vuole, non dimentico che stamattina mi sono abbassato sino mandarlo a pregare... io stesso! io, suo padre!... Birbante! non aver pietà della famiglia che moriva di crepacuore!...

Ferdinando. (con secondo fine) Che volete mio caro?... La giovinezza dimentica in certi momenti i doveri più sacri...

Prospero. Ah! li dimentica. Ebbene! io dimentico che mi sia figlio!

Ferdinando. Lo diceste: è vostro figlio infine!

Maria. Babbo, per carità!...

Prospero. Me ne importa un fico!

Carlo. Padre mio!...

Alberto. Prospero, lasciti un po' persuadere che...

Ferdinando. (aizzandolo indirettamente) E malgrado le scappatelle in cui potrebbe... lo sciupo che potrebbe fare del vostro denaro... i crepacuori che potrebbe dare...

Prospero. Potrebbe fare?!... Eh! eh! Non potrà fare più nulla il signorino, ve l'assicuro io!... Ci ho già pensato!... Una buona donazione!...

Alberto. Prospero, non sai quello che dici.

Prospero. Sì lo so, per bacco!

Ferdinando. (come sopra) Eh! Una donazione!... sebbene assicurerebbe alla dote della Maria il patrimonio disponibile... sebbene, in regola generale, sarebbe il freno più efficace ai traviamenti della gioventù... Pure... Non vi credo un uomo di carattere sì fermo!... voglio dire irremovibile... E voglio sperare...

Prospero. Sì, son uomo di carattere!... Vi farò vedere se son uomo di carattere!

Carlo. Padre mio, non è per il vostro patrimonio che desidero il vostro perdono...

Maria. Oh, babbo... perdonalo al nostro Carlo!... Sai quanto abbiamo pianto per lui!...

Prospero. Per bacco! È di queste lagrime appunto che voglio vendicarmi!...

Giorgio. (stendendo la mano a Carlo) Ma io ho perdonato prima di tutti, mio onorevole suocero! E se persistete nella determinazione di donare alla Maria tutto il vostro disponibile non potrete certamente impedirmi di compensare Carlo con donargli tutto il mio.

Ferdinando. (piano a Giorgio) È troppo facile se non avete un soldo (forte) Che cuore nobile! che cuore raro!...

Carlo. (risentito) Signore, ad evitare la taccia d'ingrato devo prevenirvi che nulla può omai essere di comune fra di noi.

Ferdinando. (con finta sorpresa) Oh! oh! oh!

Prospero. Oh! oh! oh!

Ferdinando. Questo poi, Carlo, è lo stesso che mettermi al rischio di farmi rifiutare il perdono che domando per voi a vostro padre!... E... davvero... io non saprei che rispondergli!...

Prospero. (in collera) No! che non glielo do!... Anzi lo scaccio di casa mia, il briccone! il cattivo soggetto!... che non contento di quel che ha fatto attacca briga un'altra volta alla mia presenza!

Maria. Ah!

Emilia. Prospero!...

Prospero. Fuori!... fuori di casa mia!...

Alberto. Oh! Pel nome di Dio! che io non so capacitarmi come l'ipocrisia! il tradimento possano trionfare a questo punto!... Questa infame e vile menzogna è durata anche troppo! Prospero, apri bene gli occhi prima di lasciarti indurre ad una cattiva azione da costoro tanto sfacciati quanto astuti e birbanti.

Ferdinando. (alzando con ipocrisia le mani al cielo) Signore! Vi offerisco questi oltraggi! Voi che volete l'umiliazione del vostro servo e conoscete il fine per cui me li sono attirati!

Giorgio. (ad Alberto) Signore!

Ferdinando. Marchesino mio, fatevene anche voi un merito presso Dio! È così dolce l'umiliazione che ci manda il Signore!

Emilia. Ma questo è troppo!

Prospero. Sì per bacco! questo è troppo! vi farò vedere s'io sia o no padrone in casa mia!... E prima di tutto fuori! fuori! (a Carlo, il quale esce)

Maria. Ah! (piangendo)

Emilia. Signore Iddio!

Prospero. (chiamando verso la scena) A voi! eih! (a Tonio che si affaccia all'uscio in fondo) Va subito dal notaio e fallo venire, ché ho da parlargli. Genero mio, studiamo subito il contratto. (a Giorgio) Amico mio, voi sarete uno dei testimoni. (a Codini) Ecco come rispondo alle false accuse... Ecco come so ricompensare chi mi favorisce!

Ferdinando. Noi abbiamo perdonato, caro amico. Accetto di mettere la mia firma al contratto perché mi prova che mi mantenete la vostra stima che mi è preziosa, e che non date retta alle accuse di chi ci è nemico certamente per un malinteso, per un errore della mente... che Dio gli perdoni come noi perdoniamo! (ad Emilia e Maria accorate) Voi, signore mie, abbiate fiducia in quel Dio che rinvia i traviati e tocca i cuori più induriti.

Emilia. Sant'uomo! Il Signore ascolti le sue parole!

Maria. (piangendo) Il mio povero fratello!...

Prospero. Non me ne importa un fico! Non me ne importa un fico! Questo almeno gli servirà di lezione.

Ferdinando. Non dite questo, ma gli servirà a correggerlo. Sarebbe una cattiva cosa il castigare se il castigo non dovesse fruttare l'ammenda del peccatore.

Prospero. Se lo correggerà! Sfido io, per bacco! Avrà sì poco da spendere!

Ferdinando. Eh! Quando si hanno cattive abitudini... passioni mondane... basta il poco...

Prospero. Che potrei fare dippiù? Se gli lascio soltanto quello che non posso togliergli per legge!...

Ferdinando. (piano) Eh... vedremo!... Per il fine che ci proponiamo... per la buona intenzione di ridurlo al dovere... Combineremo atti di vendita simulati... sicché...

Prospero. Non dite male, lo metterò sulla paglia... Quel crapulone dovrà ricorrere a me poi per...

Ferdinando. Sicuro; ed in tal modo sarà forzato a correggersi!

Alberto. Dov'è la giustizia?

 

 




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