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Giovanni Verga Rose caduche IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena VII. La contessa, Lucrezia, Paolo ed Alberto.
CONTESSA. Lucrezia, che cosa c'è di bello in quel giornale? LUCREZIA. La musica di una graziosissima ballata tedesca. CONTESSA. Se vuoi provarla di là c'è il pianoforte. Il signor Giliotti, (presentandolo), è un distinto pianista, a quel che me ne dissero, e l'aiuterà (Lucrezia ed Alberto si salutano). Anzi, a proposito di musica, ne ho della nuovissima che Ricordi mi mandò l'altro giorno: Don Carlos e Dinorah. (suona il campanello e a Tonio che esce dal padiglione) Dite a Carolina che rechi sul pianoforte la musica che mi giunse ieri l'altro. Poscia andate ad aspettare la signorina Landi al cancello. Tarderà poco a venire. (Tonio rientra nella pagoda, poscia attraversa la scena e va via dal viale a sinistra). LUCREZIA (ad Alberto). È la mia parte di libertà che mi vien data, signore, forse a spese della sua. CONTESSA. Procuro di farvi sembrare meno lunghe le ore che vi condanno a passare in casa mia. ALBERTO (dando il braccio a Lucrezia). Davvero che sono un condannato invidiabile! (entrano nella pagoda).
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