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Giovanni Verga Rose caduche IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena XV. Adele e Alberto.
ADELE (che ha ascoltato tutto dietro la tappezzeria dell'uscio corre a lui smarrita delirante quasi in istato di esasperazione). Dimmi!… Non ami neanche colei!… quella donna bella, elegante, affascinante di vezzi e di spirito!… Non l'ami!… Dillo! Te l'ho gettata fra le braccia per vedere se il tuo cuore è ancor vivo… e tu la respingi!… Ma dunque!… Ma dunque non hai più cuore!… Ma dunque è impossibile che tu mi ami più!… Tutto è finito! Oh, Dio! ALBERTO. Oh! Adele!… per pietà!… ADELE (interrompendolo come disperata). Non dirmi nulla!… Non dirmi nulla! Strappami il cuore dal petto con le tue mani piuttosto… mi farai bene! Non ho più speranza, capisci?… No, tu non puoi capire perché ti spezzeresti il capo dalla disperazione su queste pareti!… Non mi ami più!… Peggio ancora! non puoi più amare!… ho provato di farti sentire il veleno della gelosia, quello più acre, più feroce per voialtri uomini, quello dell'amore colpevole! Se tu avessi urlato di spasimo!… se mi avessi strangolata con le tue mani!… se ti fossi fatto uccidere da quell'uomo!… Neanche questo!… Tu non hai detto nulla… il tuo cuore è morto, vigliacco!… Ho cercato di farti provare un capriccio per un'altra donna… sì sono stata io!… io tua amante! Io gelosa come una furia, che ti ho gettato ai piedi quella sfacciata… per provare se in fondo a questa massa inerte che ti sta in petto ci sia ancora un briciolo di vita, una scintilla di elettricità!… Tu!… Tu uomo d'ingegno!… tu poeta… tu non puoi comprendermi!!! non hai immaginato che se avessi visto innamorarti di un'altra donna avrei avuto sempre la speranza di riacquistare il tuo amore… giacché nessuna potrà mai amarti come io t'amo!… sì, sì! t'amo ancora… disgraziato! e saresti tornato a me!… ebbene! no! il tuo cuore è stanco di amare!… Tu l'hai respinta quella contessa… quella abbietta creatura che veniva a chiederti i resti del mio amore! Ho visto tutto, ho udito tutto, dietro quella portiera! Sono stata gelosa di quella donna, del suo sorriso, delle sue parole, delle sue moine, della sua civetteria, della sua bellezza!… perché quella donna è così bella!… e tu non ti sei gettato nelle sue braccia!… Ma che sei diventato adunque? Non senti più; non vedi più, non hai più cuore!… Tutto è finito!… Tutto!… e per sempre (piangendo). ALBERTO (risoluto ma colla morte nell'anima). Ascoltami, Adele! Per l'anima mia! ascoltami!… ché mi sembra di parlarti per l'ultima volta… Hai sofferto?… se tu mi vedessi in cuore avresti paura!… Sì, sono stanco! sono stanco di fingere, di mentire, di invocare quello che è per sempre sfuggito, di dissimularti quello che soffro!… Tu non puoi immaginartelo!… È qualche cosa di spaventoso! L'hai visto con i tuoi occhi istessi… non potrei amare altra donna… il mio cuore non potrà essere che tuo… Oh! ti giuro che sarà sempre tuo!… sempre! sofferente, malato, moribondo! Ma qualche cosa si è avvizzita qui dentro… Io non so come ciò sia avvenuto… C'è un vuoto che fa terrore! T'amo ancora!… oh, ti amo! te lo giuro!… Ma come ti amo?… Non lo so e non mi basta!… Vorrei amarti… ho bisogno di amarti con gli stessi trasporti, colle stesse frenesie di un tempo… quando tutto il tuo amore, e la tua bellezza, la tua vita non bastavano ad estinguere l'immensa sete che avevo di te!… Quando passavo le notti sotto le tue finestre fantasticando col lume della tua lampada notturna, baciando cogli occhi la tua ombra, sognando ad occhi aperti tutte le carezze e tutte le ebbrezze di una passione insensata il mio sogno non arrivava sino al desiderio di baciare il lembo della tua veste… ed ho bevuto dai tuoi labbri il segreto del tuo cuore e mi sono cullata la tua testa sui miei ginocchi! ed ho immerso le mie mani nei tuoi capelli ed i miei occhi nei tuoi!… avrei dato tutto il mio sangue per udire soltanto il mio nome proferito con la tua bocca… e tu m'hai detto che mi ami!… e non son morto! e non son rimasto fulminato di delirio, di gioia, di felicità!… Ma poi… quando cotesto sogno febbrile di amore non ebbe più misteri per me… quando non ci fu nulla di inesplorato nel tuo cuore pel mio… io non ho desiderato più nulla!… nulla!… È orribile!… No! ho desiderato il fascino, il mistero di una volta!… ho desiderato che fosse ancora un mistero per me cotesto amore di cui mi sono abbeverato sino alla sazietà! È un'orribile malattia del cervello! è l'infame brama dell'ignoto che appagata si spegne… e ci strappa dal cuore ogni illusione, ogni entusiasmo, ogni energia d'amore!… Ho cercato quei sogni pronato alle tue ginocchia, quell'ebbrezza che trovavo nelle tue carezze, quel fascino che c'era nei tuoi occhi!… desolato. Ho fatto di tutto… ho mentito a te, e non trovo più nulla!… nulla! a me… Oh; tu non puoi sapere com'è atroce questa tortura!… Odio me stesso, questa inferma e povera natura umana, mi disprezzo, mi maledico! Sono stanco, Adele. Sono orribilmente stanco di questa lotta disperata… e vorrei morire! ADELE. Perché non ti sei fatto saltare le cervella adunque! uomo senza cuore? ALBERTO. Per te… ADELE. Per me?… Che m'importa di te a me! Che m'importa se soffri, che m'importa se piangi, che m'importa se muori!… Ho più cuore forse io?… Tu che me l'hai sciupato… ladro! ladro! ladro! (con lagrime disperate). ALBERTO. Oh! Adele! Abbiate pietà di me!… ADELE. Pietà! Ma hai avuto pietà di me, tu?… Ah! era forse pietà la tua ipocrisia, le tue finte carezze, la limosina del tuo sorriso?… Ma non avesti cuore per indovinare che sarebbe stato meglio lasciarmi le mie illusioni, le mie memorie… non umiliarmi con la tua pietà, non avvilirmi, con la tua finzione… fuggirmi… lasciarmi credere che ti fossi annegato… che ti fossi ucciso! Ma non capisci che noi non possiamo più vivere insieme… non possiamo più essere amici. Ma non capisci che tu mi sei odioso!… Che la tua presenza qui, in questa casa, è un insulto! che mi irrita! che mi fa soffrire! che io ti odio! che io ti disprezzo! ALBERTO (con amara ma dignitosa risoluzione). Meglio per voi, signora!… e forse per me! ADELE. Ma vattene dunque! Vattene! Maledetto! maledetto! maledetto! ALBERTO (c.s.). Io non avrei creduto che dovessimo arrivare a questo punto… ma giacché ci siamo arrivati è meglio non tornarci mai più. ADELE (c.s.). Sì! Vattene!… tu che non mi ami più… ascolta! Ascolta!… Non partire!… non voglio! capisci? Pel mondo… per quei curiosi… bisogna fingere… Non partire!… partirò io!… stasera… stanotte… domani quando non mi vedranno… ALBERTO. Addio, Adele! (via dalla sinistra) ADELE (cadendo sul divano col viso fra le mani). Ah! mio Dio! Ah! mio Dio! Ah! mio Dio!
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