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Giovanni Verga
Cavalleria rusticana

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  • Scena prima. Zio Brasi, comare Camilla, Santuzza, compar Alfio, gnà Nunzia, zia Filomena.
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Scena prima. Zio Brasi, comare Camilla, Santuzza, compar Alfio, gnà Nunzia, zia Filomena.

 

Lo zio Brasi attraversa la scena dalla sinistra con un fascio di fieno in capo, che va a deporre sotto la tettoia. Comare Camilla sulla terrazza, ripiegando della biancheria di bucato. Donne lungo il viale per andare in chiesa. Un contadino seduto sotto la tettoia, col mento fra le mani canticchiando. Suona la messa. La zia Filomena esce dalla bettola della gnà Nunzia, portando roba sotto il grembiale.

 

COMARE CAMILLA     Spesa, zia Filomena?

ZIA FILOMENA              Oggi è Pasqua, colla grazia di Dio!

Entra in casa.

COMARE CAMILLA     (A Santuzza, che arriva agitata dalla prima viottola a sinistra, col viso nascosto nella mantellina). O comare Santa, che andate a confessarvi?

Santuzza leva il capo verso di lei e tira via senza rispondere.

ZIO BRASI                       (a comare Camilla, dalla porta dello stallatico). Tu rientra in casa, e bada ai fatti tuoi, linguaccia!

Comare Camilla rientra in casa. A un carabiniere ch'è affacciato sul terrazzino della caserma:

Mi vuol sempre cimentare, quel diavolo di mia moglie!

Al contadino ch'è sotto la tettoia:

Venite qua, compare Peppi.

Lo conduce via nello stallatico.

SANTUZZA                      (sull'uscio della bettola). O gnà Nunzia!

GNÀ NUNZIA                  (affacciandosi). O tu!… che vuoi?

Il carabiniere rientra.

SANTUZZA                      Non temete, me ne vado subito. Ditemi soltanto se c'è vostro figlio Turiddu…

GNÀ NUNZIA                  Sin qui vieni a cercarmi mio figlio Turiddu?… Non c'è.

SANTUZZA                      Ah, Signore benedetto!

GNÀ NUNZIA                  Lo sai che nei vostri pasticci io non voglio entrarvi!

SANTUZZA                      (scostando la mantellina). Ah, gnà Nunzia, non mi vedete la faccia che ho? Fate come Gesù Cristo a Maria Maddalena… Ditemi dov'è vostro figlio Turiddu, per carità!

GNÀ NUNZIA                  È andato a Francofonte per il vino.

SANTUZZA                      No! Ier sera era ancor qui. L'hanno visto a due ore di notte.

GNÀ NUNZIA                  Che vieni a dirmi!… In casa non è tornato stanotte… Entra.

SANTUZZA                      No, gnà Nunzia. In casa vostra non ci posso entrare.

ZIO BRASI                       (dalla tettoia). O zia Filomena, oggi che è la Santa Pasqua, e fanno pace suocera e nuora, abbiamo da abbracciarci e baciarci anche noi?

ZIA FILOMENA              Zitto, scomunicato!

Rientra in casa.

GNÀ NUNZIA                  (a Santuzza). Parla dunque! Cos'è successo a mio figlio Turiddu?

SANTUZZA                      Non gridate forte, gnà Nunzia!

PIPPUZZA                        (dalla stradicciuola in fondo a destra, con un paniere infilato al braccio). Volet'ova, gnà Nunzia?

GNÀ NUNZIA                  A tre due soldi, se ti contenti. Guarda, ne ho tante.

PIPPUZZA                        Allora mi contento di mangiarmele coi miei figliuoli, e far la Pasqua anch'io, piuttosto.

Per andare.

ZIO BRASI                       O che non siete stata a confessarvi, gnà Nunzia?

GNÀ NUNZIA                  Via, perché oggi è Pasqua, un soldo l'uno! Ne piglio dodici; ma uno me lo darai per giunta, in regalo. Mettile insieme alle altre, là… Senza romperle, bada! E te' i danari. Un pugno di palanche ti porti via, guarda!

ZIO BRASI                       Senti, senti Pippuzza, cerchiamo di far negozio anche noi. Vieni qua, a casa mia.

La conduce nella prima stradicciuola a sinistra.

GNÀ NUNZIA                  (a Santuzza) Parla dunque! Che sai di mio figlio Turiddu?

SANTUZZA                      Niente so.

GNÀ NUNZIA                  Dov'è stato questa notte, che non è tornato a casa?

SANTUZZA                      (scoppiando a piangere col viso nella mantellina). Ah, gnà Nunzia! che chiodo c'è qui dentro nel mio cuore.

GNÀ NUNZIA                  Dunque lo sai dov'è stato Turiddu?

COMPAR ALFIO            (dalla prima stradicciuola a destra, con un fiasco in mano). Che ne avete ancora di quello buono da sei soldi, gnà Nunzia?

GNÀ NUNZIA                  Vado a vedere. Turiddu doveva portarne oggi da Francofonte.

COMPAR ALFIO            Vostro figlio Turiddu è ancora qui. L'ho visto stamattina. Non ha il berretto rosso di bersagliere?

Comare Camilla si affaccia di nuovo sulla terrazza.

SANTUZZA                      (levando il fiasco di mano a compare Alfio e dandolo alla gnà Nunzia). Intanto andate a vedere se ce n'è ancora.

La gnà Nunzia rientra nella bettola.

COMPAR ALFIO            Si capisce che siete di casa, ormai, comare Santa.

COMARE CAMILLA     Siete venuto a far la Pasqua colla gnà Lola vostra moglie, compar Alfio?

COMPAR ALFIO            Sì, almeno le feste principali.

ZIA FILOMENA              (dall'uscio, colla mantellina sul braccio, a comare Camilla). Che non ci venite a messa voi?

ZIO BRASI                       (accorrendo dalla sinistra). Viene! viene! O compar Alfio, che potete pigliarlo un viaggio per Militello?

COMPAR ALFIO            S'è per domani, sì, zio Brasi. Oggi son venuto a far la Pasqua a casa mia.

 

ZIA FILOMENA              «II Carnevale fallo con chi vuoi. Pasqua e Natale falli con i tuoi».

COMARE CAMILLA     (a compar Alfio). E vostra moglie, che vi vede soltanto a Pasqua e a Natale, cosa dice?

COMPAR ALFIO            Io non lo so cosa dice. Questo è il mio mestiere, comare Camilla. Il mio mestiere è di fare il vetturale e di andare sempre in viaggio di qua e di là.

GNÀ NUNZIA                  (ritornando col fiasco colmo e colla mantellina ripiegata che lascia sul panchetto della verdura). È meglio di quell'altro, compar Alfio; me lo direte poi, quando l'avrete bevuto, buon pro vi faccia. Diciotto soldi.

ZIA FILOMENA              Non è bene quello che avete detto, compar Alfio; ché avete la moglie giovane.

COMPAR ALFIO            Mia moglie sa che la berretta la porto a modo mio;

Battendo sulla tasca del petto

e qui ci porto il giudizio per mia moglie, e per gli altri anche.

Due carabinieri in tenuta escono dalla caserma e si allontanano pel viale della chiesa.

- I miei interessi me li guardo io, da me, senza bisogno di quelli del pennacchio. E in paese tutti lo sanno, grazie a Dio!

Suona la messa una seconda volta.

ZIA FILOMENA              (facendosi il segno della croce). Lontano sia!

Chiude l'uscio a chiave, e si mette la mantellina in capo avviandosi verso la chiesa.

COMARE CAMILLA     Vengo anch'io, vengo anch'io, zia Filomena.

Via dalla terrazza.

ZIA FILOMENA              (a compar Alfio). Piuttosto andate a dire a vostra moglie che suona la messa, scomunicato!

COMPAR ALFIO            Corro a governare le mie bestie, e vado a dirglielo. Non dubitate, son cristiano anch'io.

GNÀ NUNZIA                  (a compar Alfio). Diciotto. soldi.

COMPAR ALFIO            Vengo, vengo, pittima! Lasciatemi contare i denari.

COMARE CAMILLA     (dalla prima stradicciuola a sinistra, con mantellina in capo, va a dare la chiave a suo marito). Eccovi la chiave, se mai. E voi non venite al solito quando stanno per terminare le funzioni in chiesa.

Via verso la chiesa colla zia Filomena.

Lo zio Brasi rientra nello stallatico. Dell'altra gente attraversa la piazzetta alla spicciolata per andare in chiesa.

COMPAR ALFIO            (alla gnà Nunzia). E diciotto, a voi! Buon pro vi facciano.

S'avvia per andarsene dond'è venuto.

GNÀ NUNZIA                  O dove l'avete visto mio figlio Turiddu, compar Alfio?

SANTUZZA                      (piano, dandole una strappata alla veste). Non gli dite nulla, per carità!

COMPAR ALFIO            (tornando indietro). L'ho visto dalle mie parti, all'alba, mentre arrivavo a casa mia. Egli andava correndo, come avesse fretta, e non si accorse di me. Volete che ve lo mandi, se l'incontro?

GNÀ NUNZIA                  No, no.

Compar Alfio via. A Santuzza:

Perché mi hai fatto segno di star zitta?

(Santuzza non risponde e china il capo).

GNÀ NUNZIA                  Ah!… Cosa ti salta in mente?

SANTUZZA                      (celandosi il viso nel grembiale e scoppiando in lagrime). Ah, gnà Nunzia!

GNÀ NUNZIA                  (stupefatta). La gnà Lola?… La moglie di compar Alfio?…

SANTUZZA                      Come farò adesso che Turiddu mi abbandona?…

GNÀ NUNZIA                  O poveretta me! Cosa mi vieni a dire!… Non può essere, ti sbagli; compar Alfio si sbaglia anche lui!… Poi ci sono tanti che hanno il berretto rosso di bersagliere…

SANTUZZA                      No, non si sbaglia compar Alfio. Era lui, Turiddu!

GNÀ NUNZIA                  Come lo sai?

SANTUZZA                      Lo so… Compare Turiddu, prima d'andar soldato… si parlavano colla gnà Lola.

GNÀ NUNZIA                  Be'! Poi al suo ritorno la trovò maritata con compar Alfio di Licodiano, e si mise il cuore in pace.

SANTUZZA                      Ma essa no! Essa non se lo mise il cuore in pace.

GNÀ NUNZIA                  O come sai quest'altra cosa?

SANTUZZA                      Lo so, che si affacciava ogni volta, quando lo vedeva passare dinanzi la mia porta, e me lo rubava cogli occhi quella scomunicata! e cercava di attaccar discorso con lui anche! - Compare Turiddu, che ci venite a fare da queste parti? Non lo sapete che non ci fu la volontà di Dio? Ora lasciatemi stare che son di mio marito. - La volontà di Dio era per tentarlo! Egli si metteva a cantare sotto la mia finestra per far dispetto a lei che s'era maritata con un altro. Tanto è vero che l'amore antico non si scorda più. Io come lo sentivo cantare, quel cristiano, sembrava che il cuore mi scappasse via dal petto. Ero pazza, sì! Come potevo dir di no, quand'egli mi pregava: - Apri, Santuzza, s'è vero che mi vuoi bene!… - Come potevo? Allora gli dissi: - Sentite, compare Turiddu, giuratemi innanzi a Dio, prima! - Egli giurò. Dopo, come lo seppe lei, quella mala femmina diventò gelosa a morte; e si mise in testa di rubarmelo. Mi cambiò Turiddu di qua a qua.

Col gesto della mano

Egli nega, perché gli faccio compassione; ma d'amore non mi ama più!.. Ora che sono in questo stato… che miei fratelli quando lo sapranno m'ammazzano colle sue mani stesse! Ma di ciò non m'importa. Se Turiddu non volesse bene a quell'altra, morirei contenta. Ieri sera venne a dirmi: - Addio, vado per un servizio. - Colla faccia tanto buona! Signore! com'è possibile avere in core il tradimento di Giuda con quella faccia? Più tardi una vicina che veniva pel filato mi disse di aver visto compare Turiddu lì dalle nostre parti, dinanzi all'uscio della gnà Lola.

GNÀ NUNZIA                  (facendosi la croce). O figlia di Dio, cosa mai vieni a contarmi la santa giornata ch'è oggi!…

SANTUZZA                      Ah! che giornata spuntò oggi per me, gnà Nunzia!

GNÀ NUNZIA                  Senti, va a buttarti ai piedi del Crocifisso.

SANTUZZA                      No, in chiesa non ci posso andare, gnà Nunzia.

GNÀ NUNZIA                  (spiegando la mantellina e mettendosela sul capo). Le funzioni sacre non voglio perderle anch'io però.

SANTUZZA                      Voi andateci, che vi terrò d'occhio la bottega… Non temete, non sono ladra anche!

GNÀ NUNZIA                  Ma che vuoi fare?

SANTUZZA                      Non lo so. L'aspetterò qui (accennando la panca accanto all'uscio) come una poveretta di limosina.

GNÀ NUNZIA                  Qui? in casa mia?

SANTUZZA                      Non dubitate, in casa non entrerò. Non mi scacciate anche dalla porta, gnà Nunzia, se volete fare come il Signore misericordioso, che andate a pregare in chiesa. Lasciatemi qui, vi dico! Lasciate che parli con lui quest'ultima volta, per l'anima dei vostri morti!

GNÀ NUNZIA                  (s'avvia verso la chiesa brontolando). O Signore, pensateci voi!

ZIO BRASI                       (accorrendo dallo stallatico). Aspettate, aspettate, gnà Nunzia; noi che abbiamo bottega aperta e arriviamo sempre gli ultimi.

La gnà Nunzia è andata via. - La zio Brasi a Santuzza:

Ah, voi non andate neppure alle funzioni di Pasqua, comare Santa? Volete che recitiamo insieme il santo rosario?

SANTUZZA                      Lasciatemi stare.

ZIO BRASI                       Eh!… che non vi mangio, diavolo!.. Come se non si sapesse…

SANTUZZA                      Lasciatemi stare.

PIPPUZZA                        (dalla prima viottola a sinistra, affannata). Che ci arrivo alle funzioni, zio Brasi?

ZIO BRASI                       Se corri, ci arrivi.

Pippuzza via. - La zio Brasi a Santuzza:

Vedete, io faccio come il campanaro, che chiama la gente in chiesa, ma lui se ne sta fuori.

Guardando verso la viottola in fondo, a destra.

Ah! ecco perché volevate che vi lasciassi stare!… Eccolo il merlo… Ora me ne vado anch'io..

Via verso la chiesa.





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