Libro, Paragrafo
1 1, 1 | persona, quanto più è da credere che lodar si debba un altro,
2 1, 9 | quale altramente si fa a credere che sia il vero, che egli
3 1, 12| e il cuore? E fannoci a credere che vero sia quello che
4 1, 18| sì come essi si fanno a credere, leggiermente infino al
5 1, 26| certamente non mi si lascia credere che uomo alcuno viva, il
6 2, 2 | sgridandolo, che a me giova di credere oggimai che egli, più aveduto
7 2, 2 | conosciamo, abbia voluto fare a credere che Amore, senza il quale
8 2, 7 | argomento stato a farci credere che amare senza amaro non
9 2, 8 | folle credenza di farloci a credere che lo rassicurasse, o sfrenato
10 2, 14| avessero intese, a me giova di credere che noi ora udiremmo che
11 2, 17| altamente estimando vollono credere che ciò che veduto aveano
12 2, 18| e origine Amore, si dee credere che egli giovevole sia sopra
13 2, 22| sentire, non mi si lasciarebbe credere che a quel solo aggiugnessero,
14 2, 26| riguardare? Quanto diletto è da credere che sia d'un gentile amante
15 2, 29| è ragionato, quanti è da credere, donne, che porgan tutti
16 3, 1 | alcuni antichi filosofi di credere, che di nulla si sapesse
17 3, 1 | non si dee subitamente credere tutto quello che essi ne
18 3, 1 | potuti, né a noi doveremo credere subitamente, che ingannare
19 3, 4 | parte Gismondo in farci a credere che egli altro che dolcissimo
20 3, 6 | 6-~ ~ Ma non credere tuttavia, Gismondo, perciò
21 3, 12| Ora, perciò che si dee credere che essi con l'avuta visione
22 3, 15| questo è vero. E potrassi credere che la natura, quasi pentita
23 3, 15| guadagno non mai. Né è da credere che alle tante e così possenti
24 3, 16| non possono attempati? e credere che sopra tutto e giovevole
25 3, 21| dilettevole e cara, quanto si dee credere che ti sarebbe caro il ragionare
26 3, 22| dimora è sempiterna, si dee credere, Lavinello, che buono amore
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