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Pietro Aretino
Ragionamento della Nanna e dell’Antonia

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


aband-avi | avici-chiam | chiar-dipin | dipoi-fuoru | furan-inves | invet-mirab | miral-pesca | pesch-ricor | ricre-scopr | scord-storc | storn-vento | ventr-zufol

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1 ant, gi2| udendogli la più parte, abandonando le loro opre comparsero 2 ant, gi2| il pane unto, di non mi abandonare come una porchetta grattata, 3 ant, gi1| sospirando come i mantici abandonati da chi gli alza, che soffiando 4 ant, gi2| con quello dei suoi occhi, abbagliava la vista di chi più intentamente 5 ant, gi1| fuora, non trovo cane che mi abbai, e son povera e superba, 6 ant, gi1| due spinte che la fecero abbaiare da cagna grande: ma sguizzatagli 7 ant, gi3| ne rallegrò ciascuno; e abbandonando le redine in sul collo del 8 ant, gi1| in sul fà-che-io-fo, che, abbandonate le braccia, cadde dal balcone 9 ant, gi1| il suo, dicendo: «Questi abbassano la tentazione della carne».~ 10 ant, gi3| troppo rilevata né troppo abbassata. E ti do la fede mia che 11 ant, gi3| portò a casa, e uno che si abbatté mentre che io le faceva 12 ant, gi2| e quello. E il degli abbattimenti si mostrava in pontificale 13 | abbi 14 | abbiamo 15 ant, gi1| moderna; e questa usanza, abbila trovata chi vuole, non mi 16 ant, gi1| da gran maestri.~NANNA. Abbinsela. Ora al proposito nostro: 17 ant, gi3| sappi che se potessero, abbisseriano il mondo in manco tempo 18 ant, gi1| udiva un «ahi ahi», un «abbracciami», un «voltamiti», «la lingua 19 ant, gi1| schiera di suore mi corsero ad abbracciare e dandomi della sorella 20 ant, gi2| egli: e stendendosi per abbracciarmi, mi trova tutta in un groppo 21 ant, gi1| dolcemele, dopo un nonnulla si abbracciaro insieme; e il frate ghiottone 22 ant, gi3| vento, tanto fu grande, lo abbraccio, lo accarezzo sì bene che 23 ant, gi1| per tramontare, onde io abbreviando farò conto di essere uno 24 ant, gi1| averei preso il mio. E per abbreviare, ridendo e cianciando la 25 ant, gi2| lungherie circa le maritate, abbrevierò: e dico che una dal più 26 ant, gi3| signore mi ammazzi e mi abbrusci e mi ruini a suo piacere, 27 ant, gi2| perfette che meritano che gli abbrusciamo i piedi come al beatissimo 28 ant, gi1| fratelli che aveano giurato di abbrusciarla con tutto il monestero udendone 29 ant, gi1| perché cuochino e non si abbruscino, dicea queste parole:~ ~ 30 ant, gi1| e non avendo lancia di abeto, ne tolse una di vetro, 31 ant, gi1| acconciatosi alla ferrata, abeverava il bracco alla tazza che 32 ded | mondo, che se ne schifa lo abisso, non che il Cielo. Onde 33 ant, gi2| zia della fata Morgana ci abitava, mise in succhio parecchi 34 ant, gi1| toniche, esse si misero gli abiti dei fratini, cioè tre di 35 ant, gi3| essere mostrato a dito. E accadde che standosi meco un giorno, 36 ant, gi2| meglio che moglie.~NANNA. Accaddemi andare in villa mia, dove 37 ant, gi3| cara Nanna.~NANNA. Egli accadé che messere aitamelo-dire, 38 ant, gi2| tutto l'anno, purché gli accadesse, di ogni carne, perché non 39 ant, gi3| bascialo nel tal modo e accarezzalo nel tale; adirati alla cotal 40 ant, gi3| servitrice e sarò in eterno, accarezzando voi altri per i vostri denari». 41 ant, gi3| mi comparse in casa. E accarezzandolo molto feci sì che in un 42 ant, gi3| aspreggiare troppo e non lo accarezzar molto; e mentre motteggi 43 ant, gi1| a imparare che non è lo accarezzare lo uccello sì che ancora 44 ant, gi3| e io certissimamente lo accarezzava, non essendo però guasta 45 ant, gi3| grande, lo abbraccio, lo accarezzobene che tutto lo ritornai 46 ant, gi2| trovandomi a dosso uno accatta-tozzi, non la potendo inghiottire 47 ant, gi3| serbatela per fartene onore. Io accattai una catena di valore grande 48 ant, gi2| parte suoi servidori e parte accattati nel suo stato, montava sopra 49 ant, gi3| suo conoscente: del quale accattato calze, giubbone, cappa, 50 ant, gi3| pezzi di argento che mi accattò per la cena, gliene rubai 51 ant, gi3| ci si usi ogni arte per accecargli, facendogli mangiare del 52 ant, gi2| possa io morire se te ne accendo più una»; e veduto il fratacchione 53 ant, gi3| i denari dei convitati, accennandogli io del giuoco aveano in 54 ant, gi1| stesse più fermo nel forame, accennò dietrovia al suo erba-da-buoi, 55 ant, gi1| venuta della notte le suore accesero; e mirando di nuovo, veggio 56 ant, gi1| di poca levata; e nello accettare lo invito, avventò insieme 57 ant, gi2| maravigliandosi di sì strano accidente, fece tosto venire dalla 58 ant, gi2| fosse stato offogato dagli accidenti che gli soleano spesso venire; 59 ant, gi1| quel maladetto martello che accieca altrui, con quella furia 60 ant, gi3| fuor di modo, a ciascuno lo accoccano, e sia chi si voglia, e 61 ant, gi3| di bordelletti; il quale accolto da me come si accoglie uno 62 ant, gi2| porre in terra carpone; e accomodatogli una cinta in bocca a modo 63 ant, gi2| una venne la notte dello accompagnarci carnalmente, che il dorme-al-fuoco 64 ant, gi3| mascarate e smascarate; e accompagnatami con loro, fattami bene in 65 ant, gi1| don guardiano, che venne accompagnato da due suore di mezza età: 66 ant, gi1| poverina di Tisbe, che Dio gli accompagni di come gli accompagnò 67 ant, gi1| accompagni di come gli accompagnò di qua.~ANTONIA. Delle frondi 68 ant, gi1| messa cantando: e io fui acconcia inginocchioni in mezzo a 69 ant, gi3| il sartore insieme, mi si acconciano per mio uso; e comperato 70 ant, gi1| le poppe. Certo volevamo acconciar l'occhiolino alle scommessure 71 ant, gi1| iacinti stillati. E finito di acconciare il tutto, questa trasse 72 ant, gi1| che gli va appresso, per acconciarmi sul letto come più gli piaceva, 73 ant, gi2| raviggiuolo e cotognato per acconciarsi lo stomaco, e confetti per 74 ant, gi1| meretrici. Siedimi allato: acconciati adagio.~ANTONIA. Io sto 75 ant, gi1| ti conto venne a lei: e acconciatosi alla ferrata, abeverava 76 ant, gi1| animali che lo fanno; e acconciatovi tovaglini, piatti, coltelli 77 ant, gi2| sangue dal naso del goffo, si acconciò le mani in sui fianchi e, 78 ant, gi3| con tanto suo furore che acconciosi su la sponda del letto, 79 ant, gi2| sguscia-lumache, il prete, accònciosi a sedere in sul letto, fattole 80 ant, gi1| manico di vetro: il quale acconciossi fra le cosce la mia compagnetta 81 ant, gi3| puttana è più acuta e più accorata che la maninconia di un 82 ant, gi2| tanto mi lusingò, che mi accordai col buon pastore; che, volendome 83 ant, gi1| fare ad una voce come s'accordano i cantori o vero i fabbri 84 ant, gi1| dalla pestinaca muranese, s'accordaro di fare ad una voce come 85 ant, gi3| arpa (che era molto bene accordata), storcendomi mostrava di 86 ant, gi1| con un liuto argentino accordato con le voci loro, cantava « 87 ant, gi3| sarebbeno mai usciti se non si accordavano fra loro come fecero.~ANTONIA. 88 ant, gi2| bene.~NANNA. La amica si accorge del mio guardare, e io mi 89 ant, gi1| sei sì ricca, che non ti accorgerai che ti scemi nulla»; alcuno 90 ant, gi2| la sua donna, quanto ci accorgiamo noi del crescere che fanno 91 ant, gi3| quale tossire e sputare accorò il meschino: però che fattami 92 ant, gi2| commovere, e se non che accortami che il nostro maestro è 93 ant, gi1| mirando le altre due che, accorte della galantaria delle compagne, 94 ant, gi2| cacciatoselo nella pancia accostatasi al muro, alzando una gamba 95 ant, gi1| nasceva: e levatami in piedi, accosto l'orecchia ad una fessura; 96 ant, gi2| che ciascuno dormisse si accostò allo uscio della camera 97 ant, gi2| il poveruomo in camiscia accovato in un cantone tutto tremante.~ 98 ant, gi3| chiesa di Camposanto; e accozzando insieme tutta la gente che 99 ant, gi2| esse, e che non è cosa che accresca più il desiderio che il 100 ant, gi2| il variare delle vivande accresce lo appetito: e te lo credo, 101 ant, gi3| bellissima: per la qual cosa, accresciuta la voglia di vedermi alla 102 ant, gi1| Perché no?~ANTONIA. Perché accusando tu la suora che tu avevi 103 ant, gi3| uno aglietto e una susina acerba: e ti giuro per la buona 104 ant, gi2| trangugiati e a noi si danno gli acerbi»; se insalate, una nidiata 105 ant, gi3| e destatami con i suoi aceti rosati, disse: «Il polso 106 ant, gi1| aprir la bocca per gridare «acorruomo» veggio il baccelliere che 107 ant, gi3| perciò ogni cosa fa robba, e acquaiuoli, vende-legne, vende-olio, 108 ant, gi3| fanno osti, pollaiuoli, acquaruoli, spenditori e Giudei: che 109 ant, gi3| appiattare sotto al belletto, ad acque forti, a sbiaccamenti, a 110 ant, gi3| ANTONIA. Perché?~NANNA. Perché acquista grandemente una puttana 111 ant, gi2| disegnò sopra; e parendogli acquistar lode di buon compagno col 112 ant, gi2| con un bicchiere di aceto adacquato e un mezzo capo di aglio. 113 ant, gi1| Siedimi allato: acconciati adagio.~ANTONIA. Io sto benissimo. 114 ant, gi1| vecchi gli assimiglierei ad Adamo e ad Eva con le altre animucce 115 ant, gi2| cassa della viola, ed egli adattandomisi di sopra, tremando per la 116 ant, gi1| salita suso un trespolo e adattatosi il capestro al collo, si 117 ant, gi3| troppo vaghe. Finito il mio addobbamento, nel quale andò più tempo 118 ant, gi2| chiesa spazzata, che chiesa addobbata», e fiutando ogni altare, 119 ant, gi2| e perché non mi venisse addormentata ho tenuto meco la vicina 120 ant, gi1| e lasciatosi colcare, e addorméntosi ronfando, ritornò il predetto 121 ant, gi3| niuna meritò mai di essere addottorata per puttana, lo meritò la 122 ant, gi2| te: le sue profezie sono adempite, le quali mi dissero sempre « 123 ant, gi3| sapere con che rabbia si adira una puttana, dimandane il 124 ant, gi3| e accarezzalo nel tale; adirati alla cotal foggia e rallegrati 125 ant, gi2| un mercante fallito che adocchiasse una chiesa per balzarvi 126 ant, gi3| e nel legarmi le calze, adocchiate le cinte delle sue calze 127 ant, gi2| pezzo di torchio che si adoperava a far lume a quelli che, 128 ant, gi3| Reverendissimo, mio padrone, adora il cavallo; e sapendo la 129 ded | certamente come non ardirei di adorare, né di ubidire, né di lodare 130 ant, gi3| dite se io ho ragione di adorarla». E intertenutolo con tal 131 ant, gi3| non pure mi amava, ma mi adorava: e questo mi manteneva; 132 ant, gi1| miglio per il letto, ci adormentammo.~ANTONIA. Perdonimi il Centonovelle: 133 ded | e la loro quella degli affamati; tu sei sempre pieno di 134 ant, gi3| il mio amore, che tutto affannato e tutto allegro mi dice: « 135 ant, gi3| ebbi maniera in farmisi affare ogni frascheria, tirando 136 ant, gi2| settimana.~ANTONIA. Non ti affaticare in dipingermelo, ch'io lo 137 ant, gi3| lasciate mancare denari, non ne affaticate altri che me, ciò che io 138 | affatto 139 ant, gi1| vedere altro: e quando lo affatturato secolare giovane di prima 140 ant, gi3| sta così, e non nega e non afferma; ed egli: «Come, volete 141 ant, gi1| che ne dia alle mondane, affermando ad alta voce che i figliuoli 142 ant, gi3| degli occhi e non so come affermatole per le gote, dico: «Fratelli, 143 ant, gi1| beccarie di tutto il mondo: e afferratone uno, lo trasse in terra 144 ant, gi1| quelle con le quali egli si affibbiava, facea sagramento di non 145 ant, gi2| nera che si gli diede, si affiocaro dietro al corpo: fra i quali 146 ant, gi2| il tuono, e lasciandola affiocata nello sputar veleno, si 147 ant, gi1| tomba dove consolava gli afflitti, prima gli levava la veste 148 ant, gi1| tracannò tutto.~ANTONIA. Domine affogalo.~NANNA. E cominciandosi 149 ant, gi3| Convertite, voglio ire ad affogarmi, e mi vo' far romita», e 150 ant, gi2| tuoi puttanamenti hanno affogata la mia figliuola e la mia 151 ant, gi3| sangue, che ti scannerò e ti affogherò», e pigliandomi nella gola 152 ant, gi3| la tua impromessa, che io affogo... uòh, uòh, uòh... io sto 153 ant, gi2| di un di questi pedagoghi affumicati che si tengono a insignare 154 ant, gi1| terrebero a mente; poi, aggirandosi tre volte intorno alle catarattole 155 ded | unguenti; il tuo volubile aggirare non trova mai luogo, e il 156 ant, gi2| can per la coda tanto lo aggirò che lo ritornò in gangheri: 157 ant, gi3| avanzo, perché sempre si aggiunge bugia alla verità, e qualche 158 ant, gi1| le tre parti della dote, aggiungerai una santa al calendario»; 159 ant, gi2| ciò che facea e dicea, vi aggiunse lo uscir del letto aprendo 160 ant, gi3| singhiozzi e con certi sospiri aggoluppando le parole, dicea col pianto: « 161 ant, gi3| secondo che ti vien bene, aggrappando sempre o maniglie o anelli 162 ant, gi1| sua rispondea nello orto, aggrappandosi su per il muro di quella 163 ant, gi3| impazzata di me sì le parsi aggraziata, dettone una parola a un 164 ant, gi1| dico di no; vi dovereste aggricciare: bella cosa, ben si saperà 165 ant, gi1| a una filza di perle mi agguagliò i denti, e le labbra a' 166 ant, gi1| In questo scopro un altro agguato.~ANTONIA. Che scopristi?~ 167 ant, gi2| per avere ella da rodere agiatamente da tutti gli ordini di suore 168 ant, gi2| tenere; alcuni erano di aglietti che il compasso non ne potria 169 ant, gi3| donna pregna, che mangia uno aglietto e una susina acerba: e ti 170 ant, gi2| adacquato e un mezzo capo di aglio. E disputandosi di ciò che 171 ant, gi3| una figurina di carne di agnellino non nata che averesti detto 172 ant, gi2| le portava spesso degli agnusdei e dei nomi di Gesù dipinti 173 ant, gi3| riduttolo a rimenarsi lo agresto, fatti gli atti che fece 174 ant, gi2| del convento, andava all'aia, al tino e alle case de' 175 ant, gi3| Egli accadé che messere aitamelo-dire, messe... messer... io muoio, 176 ant, gi1| oimè », «stringemi», «aitami», e chi con sommessa voce 177 ant, gi1| sanza indugiarmi mi spoglio, aitandomi lui; e trattimi i panni 178 ant, gi2| onde egli lanciatosi ad aitarmi, comincio a dire non sanza 179 ant, gi1| che ti piace.~NANNA. E mi aiterai a sbrigar di alcune cosette; 180 ant, gi3| ogni frascheria, tirando lo aiuolo a una chiosa (disse Margutte), 181 ant, gi3| pochettino, ecco robba a iosa: e aiutando mia madre, si apparecchiò 182 ant, gi3| sanza volere che niuno gli aiutasse a spogliare: anzi da se 183 ant, gi3| e portatami in sul letto aiutata da loro, mi piangeva per 184 ant, gi3| sendo egli presente che aiutatomi a vestirle diceva: «Le vi 185 ant, gi3| per otto , e poi ve le aiuterò ammazzare, caso che non 186 ant, gi1| che si operava dentro gli alberghetti di ciascuna. Giunta ivi, 187 ant, gi2| sopra me ne vado al suo alberghetto a terreno; e movendomi pian 188 ant, gi1| un trono e in un sarafino alberghi crudeltà? Io vi son servo, 189 ant, gi1| Israelle che ella graziosamente albergò e contentò sempre amore 190 ant, gi3| dei fuorusciti; e volendo alfin ridurla in un bascio, anche 191 ant, gi1| uno che le batte la porta alitando come uno che co' piedi abbia ( 192 ant, gi1| uno stralunare d'occhi, un alitare, un menare, un dibattere, 193 ant, gi1| tanto, che venne la piena: e allagato il piano delle lenzuola, 194 ant, gi3| pongo a sedere in collo, e allargandogli le cosce con un ginocchio 195 ant, gi2| scendere del pagliaio. E allargato il prigione dopo alcuni 196 ant, gi2| Per la cateratta che si le allargò troppo facendo il pulicane, 197 ant, gi1| NANNA. Per le ragioni che allega la leggenda della Puttana 198 ant, gi2| in busse e per in basse, allegando le sue ragioni con le dita 199 ded | intitolano indegnamente), con allegare la Priapea di Virgilio e 200 ant, gi1| e con lo oremus e con lo alleluia, si aprì una porta che fece 201 ant, gi2| si lanciò al destro: e allentate le redine, parve uno abate 202 ant, gi3| bambina che ivi venga, se la allevano per figliuola; e la tolgono 203 ant, gi1| Perché sendo tu nata e allevata in Roma, a chiusi occhi 204 ant, gi1| per il peso d'un pavone allevato da esse: e gli avrebbe tratti 205 ant, gi2| figliuole, e voglio che ci alleviamo il fanciullo minore: che, 206 ant, gi1| confessore, rivestito col suo allievo, alla ben contenta badessa, 207 ant, gi2| che fino alle serve avea allogate, come lo vide disse: «Maestro, 208 ant, gi3| crocifiggimento dei miei seguaci: e allogati i denari in un banco, sanza 209 ant, gi1| come interviene a uno che alloggia in casa di qualche prodigo 210 ant, gi3| in Banchi.~ANTONIA. Dove alloggiaste voi la prima volta?~NANNA. 211 ant, gi2| fianco come lo alza uno alloggiato a discrezione, ritornaro 212 ant, gi2| olivi e i ciriegi e gli allori col suo vento, così con 213 ant, gi1| acqua tepida. E che ti vado allungando la trama? Io mi alzai la 214 | almen 215 ant, gi2| balzarvi dentro. E già gli alocchi e le nottole, pappagalli 216 ant, gi3| vien poi gustandomi: lo aloè è una manna. Sì come nel 217 ant, gi2| canestro con forse cento uova e alquanti casciuoli: egli parea una 218 ant, gi3| merendone spaventacchio delle altalene, le dice: «Che cosa è? eccomi 219 ant, gi1| inginocchioni in su la predella dell'altar grande: allora quello che 220 ant, gi1| santa per le predelle degli altari e per le porte delle chiese 221 ant, gi1| per i quali scorgo a gambe alte due sorelline grassettine, 222 ant, gi3| far riverenza alla vostra Altezza»; e io gli rispondo: «Lo 223 ant, gi2| aprendo la turba con i gridi alti; e scapigliata, battendosi 224 ant, gi2| signorili alcuni suoi modi altieri, alcuni suoi atti vezzosi 225 ded | veste che ti ho fatto.~Ora, altissimo Bagattino (che così si dice 226 ant, gi2| fra le ginocchia: e sanza altramente cenare, se ne stava a cotal 227 ant, gi1| allungando la trama? Io mi alzai la tonica galantemente, 228 ant, gi2| non ne dicesse straccio. E alzandosi la ostia, diceva non essere 229 ant, gi2| fremitando con la cappa alzata dinanzi, parea un maltempo 230 ded | per correr dietro a panni alzati ai gran maestri, sono da 231 ant, gi3| gli apro e nel vederlo alzo le voci: «Oimè, che son 232 ant, gi2| nella uccellaia cotanti amadori la guardavano, e non si 233 ant, gi3| persona, che non pure mi amava, ma mi adorava: e questo 234 ant, gi3| persone infra le altre mi amavano: un dipintore e duo cortigiani; 235 ant, gi3| cenando con essi, fingo una ambastia: e caduta su la tavola, 236 ant, gi1| tutta di seta, cinta di ambracane, con una scuffia d'oro sopra 237 ant, gi1| quale goderà tutta notte, et amen».~ANTONIA. Bel bandimento: 238 ant, gi3| sguardi. Ma per venire allo amenne del mio paternostro, un 239 ant, gi3| chi si sottomette a ognuno ami niuno.~ANTONIA. Questo so 240 ant, gi1| con una mandra d'amici e d'amiche, mi menaro alla chiesa del 241 ant, gi3| NANNA. Nel pigliare di una amicizia, fui sì dolce che ognuno 242 ant, gi3| ordire garbugli di turbare le amicizie, di indurre odio, di udire 243 ant, gi1| medesima pacienza che ci ha chi ammaestra un cane, un pappagallo, 244 ant, gi3| di starne e un fagiano; e ammaestrato un facchino cattivo-di-nido 245 ant, gi3| dissi: «Io voglio fingermi ammalata acciò che i miei belli-in-casa 246 ant, gi2| tosto che intendeno che lo ammalato sciorina bene per il lambicco 247 ant, gi2| una matrona vedova che, ammantata di nero, sospira il marito 248 ant, gi3| dispiacere che patiro i miei ammartellati. Ma che ti vo' menando per 249 ant, gi3| salda: se io ti faccio male, ammazzami»; e io soda al macchione, 250 ant, gi3| comprendere, il padre è stato ammazzato per le parti, onde la meschina 251 ant, gi3| dico: «Il tuo signore mi ammazzi e mi abbrusci e mi ruini 252 ant, gi3| non fu Roncisvalle, che ammazzò tutti i paladini.~NANNA. 253 ant, gi2| polli balordi; e le cicale, ammutite per il suo partire, rinunziato 254 ant, gi2| delle ciriege: e la sua amorosa era la primiera. Onde si 255 ant, gi1| andammo in una camera terrena, ampia, fresca e tutta dipinta.~ 256 ant, gi1| lo spirito entrava nell'ampolla, é così sudata sudata, portandomi 257 ant, gi1| che la tua ninfa, la tua ancilla, la tua comedia per una 258 ded | verginità delle spose e ancille di Dio che ci sono: che, 259 ant, gi1| NANNA. Ora io tel dirò. Noi andammo in una camera terrena, ampia, 260 ant, gi3| quarta nottata ce lo lasciai andar tutto: e nel sentircelo 261 ant, gi3| Ma nel contarti i miei andari interviene a me come alla 262 ant, gi3| che mi importò quella sera andarmene fuora di casa, tu mi lauderesti; 263 ant, gi1| Levate dalla tavola, dove andaste?~NANNA. Ora io tel dirò. 264 ant, gi2| pollaio: che la mattina andato per una sua sacchetta dove 265 ant, gi2| alla predica e a festa; e andatone la novella al podestà, gli 266 ant, gi3| dopo alcune risa che non andavano troppo in giuso, rimase 267 ant, gi2| sì che leviamoci suso e andiamocene, che ho non pur sete per 268 ant, gi3| bigio, tolte via catene, anella, scuffie e altre pompe, 269 ant, gi3| ha denari, cavatosi uno anelluzzo di dito, lo lascia in cambio 270 ant, gi2| nepitella, la menta, lo aneto, la magiorana e il prezzemolo 271 ant, gi2| degli umori che la faceano anfanare, disse: «Marito mio, volete 272 ant, gi3| arroste e lesse, fino alla anfusaglia e ai zolfanelli, tutti mi 273 ant, gi1| udirai non pure musiche angeliche, ma recitare una comedietta 274 ant, gi1| facendo festa alle mele dell'angelone, basciando ora lui e ora 275 ant, gi1| giovanetto, che sguizzò come una anguilla nel ricevere il colpo. Venne 276 ded | e della Antonia come ad animale, ché anco i Romani, dopo 277 ant, gi1| fosso», «sgonfiatoio nella animella», «stocco nella guaina»; 278 ant, gi1| piano piano: «Buona notte, animetta mia»; io tutta mi scossi 279 ant, gi1| Adamo e ad Eva con le altre animucce dei limbo. Ma lasciamo le 280 ant, gi1| reverenza alla spagnuola annapolitanata, disse: «Buon pro' alle 281 ant, gi1| Scrofa: dove giunte in su lo annottarsi, la Pippa fece alla Antonia 282 ant, gi2| casa del podestà per vedere annunziare la morte a quello che ne 283 ant, gi2| a casa con il frate che annunziò la sua venuta alla madre, 284 ant, gi1| altra. Come si sia, odo un ansciare, un sospirare, un rugnire 285 ded | già empito ogni cosa di Antecristi, con la puzza della lor 286 ant, gi1| camiscia nell'alzare della antenna carnefice ~ANTONIA. Ah! 287 ded | la pazzia di molti savi antichi si poteva iscusare quella 288 ant, gi1| più come erano al tempo antico.~ANTONIA. Errò adunque la 289 ant, gi1| ringrazio. Ora seguiamo la antifana. Dopo gli scherzi che ci 290 ant, gi2| stivali per gire in poste agli Antipodi che lo aspettavano come 291 ant, gi3| smascellava; e coloro che antivideno il mio smuramento dicevano 292 ant, gi3| contrada..., oimè, io spasimo, Anto... Antonia mi... mia, chò!~ 293 ant, gi1| Ancroia e Drusiana di Buovo d'Antona in canto figurato.~ANTONIA. 294 ant, gi1| tosto gl'incantesimi, gli aperse.~ANTONIA. Così ignuda?~NANNA. 295 ant, gi2| piangendo e maladicendo, apersi la cassa della viola, ed 296 ant, gi3| padrona, la chiamai; ed egli, apertagli la camera, disse: «Che assassinamenti 297 ant, gi1| leggere la magnificat: e apertolo, veggiolo pieno di dipinture 298 ant, gi3| suono del bacino, o vero le api intorno ai fiori, e accettato 299 ant, gi2| fuoco per man di maestro Apollo orefice, si facevano alla 300 ant, gi1| lamentazioni di Geremia apostolo.~ANTONIA. Come la badessa?~ 301 ant, gi1| riducemmo in sala, dove era uno apparato per coloro che aveano a 302 ant, gi2| in sul fine d'agostoapparecchia a piovere: e sì come torbato 303 ant, gi3| corda, con una tavola bene apparecchiata a mia madre rivendaiuola 304 ant, gi1| Dico che pel vicario si apparecchiavano le nozze, e ciò seppi da 305 ant, gi3| e aiutando mia madre, si apparecchiò e cosse la cena in un sonare 306 ant, gi2| sentendolo risuscitare nello apparir del prete, ne stupì; e il 307 ant, gi3| Come io apparsi parve che apparisse la stella ai Magi, sì se 308 ant, gi3| fasce e di balia; né ci appariva uno uccelletto, né un frutto 309 ant, gi1| posto che avemmo il piede, apparse un paggio con un torchio 310 ant, gi1| la buca di donde egli era apparso, tirandomi il mio baccelliere 311 ant, gi3| odi il lamento dei miei appassionati, che soffocati dal dolore, 312 ant, gi3| denari si serbassero pe' miei appetiti, e i goffi mi lodavano per 313 ant, gi2| servigio, la riserrò in camera, appiattandola prima sotto il letto, per 314 ant, gi1| cacciò dietro al generale, appiattandosi per buon rispetto le ventose 315 ant, gi3| cava la borsa che aveva appiattata sotto il capezzale; e presi 316 ant, gi3| mentre che io le faceva appiccare in camera.~ANTONIA. Deh, 317 ant, gi1| lucertola così terribile ch'è appiccata nella chiesa del Popolo: 318 ant, gi2| popolo: e sopra di esso furo appiccate le bandiere, lo stocco col 319 ant, gi2| gittare il graffio dicendo: «Appìccati figliuola cara, figliuola 320 ant, gi2| in sogno parole che non appiccavano l'una con l'altra: di che 321 ant, gi3| Io, accettato il dono, mi appiglio ai ricordi di mia madre 322 ant, gi2| ci fu da ridere perché appoggiando il luccio nel serbatoio, 323 ant, gi1| a un trespido; al quale appoggiata la martorella, cominciò 324 ant, gi3| per la sala un poco, mi appoggiava in su la finestra parlando 325 ant, gi2| le sarei confessata»; e apponendo a chi non si facea alle 326 ant, gi2| che nascesse mai; costei apponeva a tutti gli occhi, a tutte 327 ant, gi1| né i fratini, né meno l'apportatore dei cotali di vetro. Solamente 328 ded | dritto occhio se non gli apportatori dei loro piaceri, essi non 329 ant, gi3| solo a corcarsi meco: che appostato da lui, fu tagliato a pezzi.~ 330 ant, gi3| anni fui maestra. Prima si apposterebbe il numero delle lucciole 331 ant, gi1| magnificamente.~ANTONIA. Siale appresentato alla anima.~NANNA. O non 332 ant, gi3| una cosa, quanto fingono apprezzarti prima che gliene doni. Solo 333 ant, gi3| sono straziata, io non sono apprezzata da te, ma pazienza poiché 334 ded | gran maestri, sono da essi apprezzate come le apprezzi tu, che 335 ded | essi apprezzate come le apprezzi tu, che vorresti forse, 336 ant, gi1| sopra un coscino in terra, appuntando le piante dei piedi al muro 337 ant, gi3| spurgarsi mi fa cenno che io gli apra. E fatto ascondere colui 338 ant, gi2| che in sul far del si aprano a una a una. e poi, venuto 339 ant, gi3| il primo che uno oste apre la taverna, sanza metterci 340 ant, gi1| nella cassa del letto: e aprendole con le mani soavemente le 341 ant, gi3| buono amante gridando forte «Apri, che sono io» gli apro e 342 ant, gi3| signore, caso che non gli apriate, farà gittare la porta in 343 ant, gi3| meco; e detto alla fante «Aprigli», eccotelo suso con un « 344 ant, gi2| Son molti giorni ch'io aprii la bocca per dirtelo, ma 345 pie | stampe di questo mese di aprile .MDXXXIV. nella inclita 346 ant, gi3| dieci». Ed ella, gita ad aprirlo, lascia me a lisciare la 347 ant, gi2| spirito invisibile, e volendo aprirmi le cosce, che tenea più 348 ant, gi2| una chiave contrafatta lo apriro: e trovaro la pianta per 349 ant, gi2| ariento che tiene a' piedi lo aquilone che sta su la porta dello 350 ant, gi2| per qual via tu vuoi, che arai la tua: tu sarai trattato 351 ant, gi1| erano di quei bottoncini di aranci spuntati pur allora per 352 ant, gi1| più maledizioni che non aranno i cattivi nel del giudicio. 353 ant, gi3| foggia che si dice che è l'arca de Macometto... uòh uòh, 354 ant, gi1| distruggendosi di fregare l'archetto del fanciullo su per la 355 ant, gi3| quanti filosofi, strologi, archimisti e nigromanti fur mai; e 356 ant, gi1| , e il cagnone, fatto arco della schiena, arricciando 357 ant, gi1| fosse stata la Rosa e l'Arcolana, dava quelle lode alla beltà 358 ant, gi3| E tremo a mezza state ardendo il verno,~ ~mi lascio ritrovare 359 ant, gi2| quale si sta legata per ardersi. Né si guastando i frati 360 ant, gi1| che parea di corallo che ardesse: e tuttavia fiutandola or 361 ded | Stampa, così non arei avuto ardire di pensare, non che di scrivere, 362 ded | demonio. E certamente come non ardirei di adorare, né di ubidire, 363 ant, gi3| di corpo, mal di madre, ardori di reni, e dolendomi che ' 364 ant, gi1| risa sì spensierate che arebbono rallegrato un morto; e tuttavia 365 ant, gi1| sì ben lo avea polito l'arena, l'aceto e la mano: egli, 366 ant, gi1| libro, e uno, con un liuto argentino accordato con le voci loro, 367 ant, gi1| pasta. Insomma il piovano Arlotto, facendo prova della schiena 368 ant, gi3| sudato, con la cappa ad armacollo, viene a dirmi: «Signora, 369 ant, gi2| pincino, entra qui nel tuo armario, nel tuo palagio, nel tuo 370 ant, gi2| sonassero al fuoco, alle armi, alla predica e a festa; 371 ant, gi2| a otto giorni lo vidi in arnese come un signore.~ANTONIA. 372 ant, gi3| mettendomi le mani su la arpa (che era molto bene accordata), 373 ant, gi1| con questo, che tu metta l'arpione nel timpano del tuo figliuolo 374 ant, gi2| gli spegne la candela, che arrabbiano fino che non si gli ricoglie 375 ant, gi1| savia ministra delle moniche arrecarsi alle cose oneste e convitare 376 ant, gi1| quello che io avea a fare, e arrecatasi ella alla foggia che mi 377 ant, gi1| gli alza, che soffiando s'arrestano. Noi non ci potemmo tenere 378 ant, gi1| fatto arco della schiena, arricciando il pelo come il porco le 379 ded | ponno giurare quelli che si arrischiano a toglierti qualunque cosa 380 ant, gi1| il capestro al collo, si arrischiava di dar col piede nel sostegno, 381 ded | nell'animatosto che si arriva dove stanno, sì come passa 382 ant, gi3| favore. E andando così, arrivammo ove si vendono le uova di 383 ant, gi1| guardava la cagnola male arrivata, e fiutatole un tratto la 384 ant, gi3| battezzare Giudei, non ci arriverebbe a un pezzo; e sia certa 385 ant, gi1| E stando in sui vezzi, arrivò la virtù della musica che 386 ant, gi3| latte e gioncata, calde arroste e lesse, fino alla anfusaglia 387 ant, gi2| forestiero che gli fusse stato arrostita la coda: e non gli bastava 388 ant, gi3| lei mentre che ella gli arrostiva e squartava. Maldicenti 389 ant, gi2| vagheggiava la mano che ella artifiziosamente si vagheggiava. Appena toccava 390 ant, gi2| nella foggia che stanno gli artigiani, i fanciulli e i villani 391 pie | Parigi.~ ~<UBERTINUS MAZZOLA~Artium et Medicinae Doctor>~ 392 ant, gi3| Valentino, chi del cardinale Ascanio; e Madrema si sottoscrive « 393 ant, gi2| dalla Vernia e di quello di Ascesi mangiava tanto pane quanto 394 ant, gi1| sottile che ella serbava per asciugar le mani, come dalle tempie 395 ant, gi2| indarno? Ella trovò modo di asciugare i suoi pianti seco, e sendo 396 ant, gi3| fantasima a coda ritta. E asciugata la borsa del secondo, mi 397 ant, gi3| bocca amara, con le labbra asciutte, con gli occhi molli, col 398 ant, gi3| dicea quello che picchiò; e ascoltando ode uno che stando turato 399 ant, gi2| sospesa in su la rocca ad ascoltarla, disse: «Noi che, per essere 400 ant, gi2| ANTONIA. Io son perduta nello ascoltarti.~NANNA. Diventai tutta tutta 401 ant, gi1| usciva della sua. Non è ascoltato sì attentamente un canta-in-panca 402 ant, gi2| turba, che a coscienza ritta ascoltava la predica, stava per avventarsi 403 ant, gi1| canta-in-panca dagli scioperati, come ascoltavano le buone massaie il cicalone 404 ant, gi3| tu ci sei: che, purché mi ascolti, basta.~ANTONIA. Ti ascolto, 405 ant, gi3| ascolti, basta.~ANTONIA. Ti ascolto, non dubitare.~NANNA. Che 406 ant, gi3| fuora il raggio, e ora lo asconde: esse nel mezzo del pianto 407 ded | bene che i gran maestri ascondeno i difetti loro con i libri 408 ant, gi1| così i compagnoni, cercando ascondersi, urtandosi insieme, restavano 409 ant, gi1| perdonami del disagio che nello asconderti ti ho dato: egli mi fu forza 410 ded | libri che si gli fanno, come ascondi tu le tue bruttezze con 411 ant, gi3| masnadieri che stavano di sotto ascosi, corsi suso con le spade 412 ant, gi3| coperta di volergli nettare, e ascosigli, levava romore che erano 413 ant, gi3| non sapea del cortigiano ascoso, e dal cortigiano che non 414 ant, gi2| cercando il figliuolo della sua asina smarrito dalla madre, e 415 ant, gi1| ingordigia che divora un asinaccio i sermenti; e gli fu donato 416 ant, gi2| dici, quanto quella di uno asinello?~NANNA. Più.~ANTONIA. Quanto 417 ant, gi2| vecchio riccone, miserone, asinone, che avea una moglie di . 418 ant, gi1| tu venga ai fatti, come aspettano i bambini la balia che gli 419 ant, gi3| stare ivi fino al ad aspettarla; che io gli giurava: «La 420 ant, gi3| basciava dicendomi: «Lo aspettarlo è un pizzico di mosca, e 421 ant, gi1| che, rallegrate per la non aspettata ventura del mulattiere ( 422 ant, gi1| stufetta, soffiando come un aspido sordo, con la schiuma alla 423 ant, gi3| rallegrati alla cotal via; non lo aspreggiare troppo e non lo accarezzar 424 ant, gi1| abbia appitito grande appena assaggia quattro bocconi bevendo 425 ant, gi3| passò un banchetto (dove non assaggiai se non dieci bocconcini 426 ant, gi3| mettevamo il zucchero. E assaggiando il mèle che usciva della 427 ant, gi2| amare facendosi coscienza di assaggiare delle dolci.~ANTONIA. Come 428 ant, gi3| più il gusto, venni a non assaggiarne boccone, e alla fine fingendo 429 ant, gi1| alcuno che, dopo l'avere assaggiato ciò che ci è, si partiva 430 ant, gi3| consagramento; e la maritata assassina il santo matrimonio; ma 431 ant, gi3| mai di Spagna; e con essi assassinai più uomini che non muoiono 432 ant, gi3| apertagli la camera, disse: «Che assassinamenti son questi? a Baccano non 433 ant, gi1| di marmo ai serpi che l'assassinano in mezzo dei suoi figli. 434 ant, gi2| ingannare, a truffare e assassinare, ed era stato in diverse 435 ant, gi3| non mi rammentava che ti assassinasse. La accidia di una puttana 436 ant, gi1| posso considerare, era stata assassinata dal confessore.~ANTONIA. 437 ant, gi3| trucca per la calcosa», erano assassinati come un villano dal parlar 438 ant, gi3| bracciata di paglia sopra una asse; il mio mangiare, la grazia 439 ant, gi2| maestro, più tristo di dui assi (che di tratto si accorse 440 ant, gi2| letto, con la coscia fra due assicelle, si rimisse a sognare; e 441 ant, gi1| come si risentono i membri assiderati al calor del fuoco, e il 442 ant, gi1| più serena che il cielo, assimigliandomi le ciglia a quel legno nero 443 ant, gi1| fossero stati vecchi gli assimiglierei ad Adamo e ad Eva con le 444 ant, gi2| domane una altra, rimase in asso: dando il tracollo alla 445 ant, gi2| testa dentro: e veduto la assoluzione, venne a lei, e trovandola 446 ant, gi2| e il sabato santo, visto assolvere dal frate quello che egli 447 ant, gi2| alla mostra. Io le arei assomigliate a un campo che pigli alloggiamento 448 ant, gi2| rugginosa in cima di una asta di partigiana vecchia. Dove 449 ant, gi1| messale culabriense, tutto astratto contemplava il sesso, il 450 ant, gi2| quella che fa ferneticare gli astrologi se ne giva smascarata su 451 ant, gi1| frutti, parea una gatta astuta che con gli occhi guarda 452 ant, gi2| nativa sapea pur troppo astutamente farsi schiavi gli amanti, 453 ant, gi3| rompitoio; onde mi volto allo astuto e gli dico: «Di grazia, 454 ant, gi3| ragionare, e scrive questa astuzietta che importa assai. Io aveva 455 ant, gi3| conto le cose minute, con le astuziette con le quali pelava altrui 456 ant, gi3| non rubeno. Sì che bisogna attaccarsi ad altro che a sai belli.~ 457 ant, gi2| capannetta, vide la santa coppia attaccati insieme come si attacca 458 ant, gi2| ventura; e in un anno vi si attaccò più ceri, più veste, più 459 ant, gi2| porla sopra una carretta, e attanagliarla co' denti, dovremmo lapidarla, 460 ant, gi2| i giovanastri e anco gli attempati, non sanza un ghignetto 461 ant, gi2| un cavaliere spron d'oro attempato, fatto da papa Ianni, che 462 ant, gi1| scorgi di lontano .~NANNA. Attendi a me. Ella avea bavosa e 463 ant, gi1| io ora non l'ho in mente: attendiamo a questo, che importa più. 464 ant, gi1| dolessero in sogno, e stando attenta odo (allo incontro della 465 ant, gi1| sua. Non è ascoltato sì attentamente un canta-in-panca dagli 466 ant, gi1| fabbri martellando: e così, attento ognuno al compire, si udiva 467 ant, gi3| casetta dal fiume molto attillata; e ritornato a me e pagata 468 ant, gi1| ha colei che insegna le attitudini alle buone moniche: e il 469 ant, gi2| strette con quella vitalba attorcigliata che lo cingeva, disse: « 470 ant, gi2| fratello che minacciava di attossicarla, fece sì che non ardiva 471 ant, gi1| il più scaltrito e il più attrattivo lo tolse in su la palma, 472 ded | autori delle laude che si gli attribuiscono, non per altra cagione che 473 ant, gi1| sciocca non gli avrebbe auti: ma sanza libidine. Ora 474 ded | pagano di cotal moneta gli autori delle laude che si gli attribuiscono, 475 ant, gi2| la stretta e poi, con la autorità delle triste, prendere lo 476 ant, gi1| io) che le mie bellezze avanzavano quelle delle fate e con 477 ant, gi2| non tengono le mani gli avari, credendomi dir piano «Madonna, 478 ant, gi3| boccone che uno banchiere avaro ha rubato alla sua fame 479 | avean 480 ant, gi1| lasciano condurre a uccidere e avelenare gli uomini: e festi una 481 ant, gi2| era impiccato per lui, chi avelenato e chi tratto da una torre, 482 ant, gi1| i bicchieri su lo scanno avendoci nel mezzo d'essi acconcio 483 ant, gi3| ritornato <a> chiedermegli, avendogli io <in> un fazzoletto, rimescolandogli 484 | avendola 485 | avendole 486 | avendone 487 ant, gi3| fattorino che si menava dietro (avendonegli ella prima acconce in un 488 ant, gi2| figliuola, così saputa così avenente, e sanza un vizio al mondo, 489 | averci 490 ant, gi3| nel credere di altrui, che avereste detto «Costei è la prima 491 ant, gi2| sproni, non che uno, non gli averiano fatto spiccare un salto, 492 | averlo 493 ant, gi2| e ciò che ne seguì de l'avermici condotta lo saprai domane, 494 ant, gi3| fa ciò che puote al suo aversario per cavargli duo pugni delle 495 | aversi 496 ant, gi1| riserràgli, e mi stimo che avesseno piacere l'una dell'altra. 497 | avevamo 498 ant, gi3| amici: ma di in gli avezzai a far sanza me, di modo 499 ant, gi3| ogni bordello: che sendo avezzi a veder tutto il cose 500 ant, gi1| tutto il parentado, e zii e avi e cugini e cugine e nepoti


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