Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Pietro Aretino
Ragionamento della Nanna e dell’Antonia

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


aband-avi | avici-chiam | chiar-dipin | dipoi-fuoru | furan-inves | invet-mirab | miral-pesca | pesch-ricor | ricre-scopr | scord-storc | storn-vento | ventr-zufol

                                                                    grassetto = Testo principale
     Parte,  Capitolo                                               grigio = Testo di commento
1509 ant, gi2| sua fabrica a san Pietro. Dipoi alzato il fianco come lo 1510 ant, gi3| NANNA. Sì, sì, sie. Ma diraimi il parer tuo in tre parole, 1511 ded | liberali nella maniera che diranno i suditi loro a chi gliene 1512 ant, gi1| portiera della camera con dirci «Entrino le Signorie vostre», 1513 ant, gi1| alto e la bocca aperta, diresti ella canta quella canzone 1514 ant, gi3| altrui più a pietà col pormi dirimpetto a tante ossa di morti.~ANTONIA. 1515 ant, gi3| vi può far d'oro», e con dirle «Pensateci suso», ci lasciò. 1516 ant, gi3| mercatante che ti ho detto, sanza dirmelo mi diceva la gran volontà 1517 ant, gi3| NANNA. Ma io non so che più dirmiti, e so che ho da dirti più 1518 ant, gi1| parenti, che tutti piangevano dirottamente; e a un tratto riserrato 1519 ant, gi3| anima in ogni luogo». E per dirtela in una parola, essi mi ritolseno 1520 ant, gi2| ch'io aprii la bocca per dirtelo, ma dubitai che non ti dispiacesse; 1521 ant, gi3| del Reverendissimo, che a dirvi il vero il suo maestro di 1522 ant, gi2| mano perché ella non si disagiasse, le volea dimandare quanto 1523 ant, gi1| servitrice, e perdonami del disagio che nello asconderti ti 1524 ant, gi2| sta-in-villa lo vide un pisciare disavvedutamente sotto la finestra sua, ed 1525 ant, gi2| steccato a piedi, con venti discalzi dietro con balestre <e> 1526 ant, gi2| scossa così fatta, che lo discavalcai; ed egli paziente mi si 1527 ant, gi1| verbigrazia: talché la compagna dischiodata venne in tanta collera, 1528 ant, gi1| che parea la madre della disciplina, la zia della bibbia e la 1529 ant, gi1| era quasi incordata per il disconcio del mirare, mi ritirai destramente, 1530 ant, gi2| e da che viene il vostro discontentarvene? ditemelo, se si può», ed 1531 ant, gi3| tempo non venisse a tempo, discopro per via di mia madre che 1532 ant, gi3| crudeli avvisi, che traditori discorsi si danno e si fanno sopra 1533 ant, gi3| i goffi mi lodavano per discreta e amorevole alla robba loro. 1534 ant, gi1| diede un cavallo con quella discrizione che dimostrano i frati nel 1535 ant, gi3| l'uno e l'altro per far disdire il frappatore: che visto 1536 ant, gi2| veniva di fuora, lo legaro, disegnandolo ad altro che a mangiare 1537 ant, gi2| pieno di chiacchere, ci disegnò sopra; e parendogli acquistar 1538 ant, gi2| sceso con fracasso la scala, diserrò la porta; e rimanendo dentro 1539 ant, gi2| ti pare di favellare, ah? diserto imbriacone». E andando dietro, 1540 ant, gi2| coda ci fa e la coda ci disfà. E che tu sia in errore 1541 ant, gi3| alcune punte false, tutto si disfaceva. E messomelo in mano, diceva: « 1542 ant, gi3| di scudi.~ANTONIA. Non ti disfacevi tu a stare in letto sendo 1543 ant, gi3| tormento, la morte e la disfazione dei poveri cavalli, delle 1544 ant, gi2| testamento glielo vietava, la disfece e vendé le pietre; e poi, 1545 ant, gi3| versetto cantato a stracci per disfogare la collera; e indugiando 1546 ant, gi1| nello uscire, e gli fece disgombrare il paese come sgombrano 1547 ant, gi3| gentildonna, e se ben la disgrazia mi è corsa a dosso, ringraziato 1548 ant, gi3| che io sono, sventurata, disgraziata, voglio entrare nelle Convertite, 1549 ant, gi2| acqua benedetta per farsene disgraziatamente una croce nella fronte, 1550 ant, gi1| anco uno di quei Turchi disgraziati che si lasciò dare nella 1551 ant, gi1| muri tutti sfessi: io ne disgrazio i vagli.~NANNA. Io mi credo 1552 ant, gi1| di suora sono parenti del Disitte e del Verbumcaro. Ed entrato 1553 ant, gi2| altra circa il mio essermi dismonicata dando ad intendere a molte 1554 ant, gi1| tresca col baccelliere. E disnato che avemmo, salì in pergamo 1555 ant, gi1| tanto; e come ella fosse disnodata, tutta si volgea indietro 1556 ant, gi3| non conosce né obligo né disobligo; e avendo lo amore che ha 1557 ant, gi3| menzogne, ciance, scandoli, disonestà, ladrarie, isporcizie, odi, 1558 ded | dovesse purgare le macchie disoneste che la lascivia loro ha 1559 ant, gi2| magnificenze della città e le disonoranze della villa, ella dicea: « 1560 ant, gi1| tutta piena di carità, dispensare la sua dote a sbirri, a 1561 ant, gi3| facemmo vestir di nero, disperandosi del battesimo che non aveva 1562 ant, gi3| aprimi, aprimi, dico; vuoi tu disperarti per questo?»; e io fingendo 1563 ant, gi3| sanza me, di modo che si disperavano. E udendo io che la fama 1564 ant, gi3| combattere, non pateno il dispiacere che patiro i miei ammartellati. 1565 ant, gi2| dirtelo, ma dubitai che non ti dispiacesse; ma ora che so lo animo 1566 ant, gi1| il tuo angelo non potesse disporre per una volta dei tuoi quarti 1567 ant, gi2| un Cicerchione», e così, disputando dei cuiussi, ella mutò verso, 1568 ant, gi2| un mezzo capo di aglio. E disputandosi di ciò che si dovea fare 1569 ant, gi3| Oimè, oimè». Tenendolo così distende la mano e cava la borsa 1570 ant, gi1| lo spazio della tavola si distendevano; e dentro del festone co' 1571 ant, gi1| calderino del figliuolo, distruggendosi di fregare l'archetto del 1572 ant, gi1| struggendomi più che non si distruggono i pegni per le usure, fregava 1573 ant, gi3| né in pasti, né in cose disutili, e ciò faceva perché i denari 1574 ant, gi2| agli spilletti, ai bei ditali, specchi, specchi, pettini 1575 ant, gi3| qui, leggete qua, e poi mi dite se io ho ragione di adorarla». 1576 ant, gi2| vostro discontentarvene? ditemelo, se si può», ed ella a me: « 1577 ant, gi2| mutò verso, e dicegli: «Ditemi, maestro, foste mai innamorato?». 1578 ant, gi3| attaccai al terzo: insomma io divenni di tutti quelli che venivano 1579 ant, gi3| miracoli ai drappi che portano, diventando di velluto raso.~ANTONIA. 1580 ant, gi3| fallite delle locande, diventano da pìstole, cioè ruffiane; 1581 ant, gi3| più tempo che non va nel diventar ricca, con cento novelluzze 1582 ant, gi3| solo: il quale (fattolo diventare un guazzetto cotto al fuoco 1583 ant, gi1| ella si guadagnerà, tosto diventerà una reina»: di sorte che 1584 ant, gi3| paura che questo tossire non diventi catarro. Spàcciati, di grazia, 1585 ant, gi2| ridi?~NANNA. Di quella che diventò luteria per vivere in prigione 1586 ant, gi2| assassinare, ed era stato in diverse prigioni i quattro e cinque 1587 ant, gi1| incontro della parte che mi dividea donde si giostrava) parlar 1588 ant, gi2| contentezze e che gli indugi fanno divieto e che il pentirsi è una 1589 ant, gi1| nella quale erano due suore divine: e aveano apparecchiato 1590 pie | SIGNOR PIETRO DIVINISSIMO~ ~Perché i frutti del vostro 1591 ant, gi1| mancatore di fede? e dove è la divinità della prudenza vostra? dove 1592 ant, gi1| le camere: le quali erano divise da un ordine di semplici 1593 ant, gi2| I quadretti dello orto, diviso da alcune belle viette, 1594 ant, gi2| avere ancora fatto bene. Divolgatasi la cosa e venutone richiamo 1595 ant, gi1| fanno i cavalli della acqua, divorando le confezioni con la ingordigia 1596 ant, gi1| tracannaro e le confezioni che divoraro.~ANTONIA. Come ti potevi 1597 ant, gi3| fresca. E lasciato la fante a divorarsi le reliquie fino della prevatura 1598 ant, gi3| crudeltà.~NANNA. A sua posta. E divoratomi ogni cosa, lo tratteneva 1599 ant, gi3| invidia di una puttana è divoratrice di se medesima come il mal 1600 ant, gi3| che fanno in quelle dei divoti che non ponno ritener i 1601 ant, gi2| allo ermo suo certamente divoto e dilettevole, donde riportava 1602 ant, gi2| dalle discipline, dalle divozioni, dalle prediche, dalle messe, 1603 ant, gi1| le punte dei zoccoli; ora dl sì al sì e no al no: se 1604 pie | MAZZOLA~Artium et Medicinae Doctor>~ 1605 ant, gi3| stangheggiato un dieci o dodeci amici che non potevano più 1606 ant, gi2| faccenda che le avea empita la dogana fino alla volta, ecco che 1607 ant, gi3| porta chiusa, facevano una doglienza spasimevole.~ANTONIA. La 1608 ant, gi1| la buona donna nettato il dolcemele, dopo un nonnulla si abbracciaro 1609 ant, gi1| il mèle sul fiadone, la dolcitudine gli tornò più amara che 1610 ant, gi3| madre, ardori di reni, e dolendomi che 'l mio tempo non venisse 1611 ant, gi1| da dieci persone che se dolessero in sogno, e stando attenta 1612 ant, gi1| scongiurava per le stimmate, per i dolori, per le sette allegrezze, 1613 ant, gi1| spanna: e quello che più mi dolse fu che la badessa tenea 1614 ant, gi3| voltarella, dicendogli io: «Doman di notte lo farai venti 1615 ant, gi2| sarebbe mai», «O perché?» le domando io, «Per il malanno e la 1616 ant, gi3| basci che sapea) disse: «Domani vo' partir di Roma: io ho 1617 ant, gi3| sono come le roselline da Domasco che, se non son colte alla 1618 ant, gi2| la vuoi così, e così sia: domattina in quel punto vo' che il 1619 ant, gi2| poderetto, e per aver agio di domesticarsi meco, entrò a dosso al maestro, 1620 ant, gi3| manco ti credo che tu ti domesticassi col baccelliere così alla 1621 ant, gi3| soffio. E corcatosi, mi domesticava con le più dolci ciance 1622 ant, gi2| famiglio, un fattore e un domestico di casa passa i termini 1623 ant, gi2| suoi parenti le avea fatto donagione della sua robba...~ANTONIA. 1624 ant, gi3| maestro che ti venga in casa donandoti una buona posta, ce ne son 1625 ant, gi3| fiume son meglio poste che a donarle a esse: che tanto ti sprezzano, 1626 ant, gi3| poco valore che io gli avea donata, e quando egli era meco, 1627 ant, gi2| per la strada da tanti era donneata, e chi dicea «Beato chi 1628 ant, gi2| risolviamola qui: la castità donnesca è simile a una guastada 1629 ant, gi2| legname che impaurivano le donnicciuole: e detta croce tenea al 1630 ant, gi3| diavolo avere a fare con donzelle». Intanto mi vestii e andai 1631 ant, gi3| donzella, gli rispose: «Donzellissima, né le si vede altro che 1632 ant, gi2| qual piede zoppicava il donzellone, disse con seco: «Io ho 1633 ant, gi3| ladroncello a scambiare un doppione per dare un ducato di mancia 1634 ant, gi3| le carte più false che i doppioni mirandolini, balordon balordone 1635 ant, gi2| giornea sparsa di tremolanti dorati di velluto pavonazzo alto 1636 ant, gi2| venne via con un grosso fune dorato al collo e con la corona 1637 ant, gi2| pate quando talvolta si dorme col corpo in suso: che pare 1638 ant, gi2| accompagnarci carnalmente, che il dorme-al-fuoco aspettava come aspetta la 1639 ant, gi3| dico «Voglio che istanotte dormiamo insieme», la porta è percossa 1640 ant, gi2| per ciò, mi dice: «Il tuo dormiglione arà a pacienza che questa 1641 ant, gi3| venuto il tempo, andai e dormii seco e appostando che su 1642 ant, gi1| il monestero, dicendo: «Dormiremo poi il giorno», e io che 1643 ant, gi1| sempre bevvero, sempre dormiro, sempre vegghiaro, sempre 1644 ant, gi1| dicea: «Son queste carni da dormirsi sole?».~ANTONIA. Ohibò!~ 1645 ant, gi3| giurava: «La tal notte che tu dormisti meco il tale se lo menò 1646 ant, gi3| suo menarsi la rilla. Io dormito tutto il tempo che egli 1647 ant, gi1| che, mentre passava per il dormitorio, non entrò nella camera 1648 ant, gi2| degli schiavi del Cielo che dormivano da zappatori; e il romito 1649 ant, gi1| a' piedi una monichetta dotta come l'Ancroia e Drusiana 1650 ded | Marziale, ma per esser tu dotto come i gran maestri, non 1651 ant, gi2| questo paradisetto venia la dottora come io ti ho detto: e per 1652 ant, gi1| Ora tu, che per esser una dottoressa sei ciò che tu sei, prima 1653 ant, gi3| dal parlar per lettera dei dottori. E certamente il parlar 1654 ant, gi2| strani; e gli amici che doveano por mano in pasta dopo lui, 1655 ded | fatte nella vita d'esse: che dovendo essere nel monistero come 1656 pie | amici, la Signoria vostra mi doverà perdonare tanto più se non 1657 ant, gi3| ANTONIA. Si gli fece il dovere al pazzacone.~NANNA. Veniamo 1658 ant, gi3| cattive fra esse che non ci doverebbeno essere. Delle puttane non 1659 ant, gi2| dallo atto della ribalda, doveremmo andare or ora in palagio 1660 ant, gi1| non mai, io dico di no; vi dovereste aggricciare: bella cosa, 1661 ant, gi1| in Roma, a chiusi occhi doveresti sbrigarti dai dubbi che 1662 ant, gi1| santa memoria, la quale tu dovesti per avventura conoscere ( 1663 ant, gi3| servigi in un viaggio.~NANNA. Doveva, ma non volsi.~ANTONIA. 1664 ant, gi3| dozzina di stringhe.~ANTONIA. Dovevi pur fargli fare tutti i 1665 ant, gi3| re, della carestia, della dovizia, del duca di Milano e del 1666 ant, gi2| poveretta la vita loro! dovrebbeno pur sapere che son di carne 1667 ant, gi2| attanagliarla co' denti, dovremmo lapidarla, scorticarla e 1668 ant, gi1| pietà; e ogni donna da bene dovria pigliare lo essempio da 1669 ant, gi1| cagnoletta in frega che avea due dozzine di cagnoletti tratti allo 1670 ant, gi3| quando veggo fare miracoli ai drappi che portano, diventando 1671 ant, gi2| colui: che avea gli occhi in drento e sì piccioli che appena 1672 ant, gi3| né per lattovari poté mai drizzare il palo: e se pur pure lo 1673 ant, gi1| parea il cotale di uno uomo drizzato inverso la sua tentazione; 1674 ant, gi2| un luogo al volpone che drizzava il sentimento in un tratto ( 1675 ant, gi1| Io me ne andava dietro al drudo cheta come un olio, ed ecco 1676 ant, gi1| monichetta dotta come l'Ancroia e Drusiana di Buovo d'Antona in canto 1677 ant, gi1| doveresti sbrigarti dai dubbi che tu hai della Pippa. 1678 ant, gi3| impaurito degli Spagnuoli, dubitando che lo imbasciatore non 1679 ant, gi2| indisposizione del poveretto non dubitaro che non fosse stato offogato 1680 ant, gi3| dicea: «Caro messere, non dubitate, che questa altra notte 1681 ant, gi2| modo che io oda, acciò non dubiti di lui: «Mi è forza, moglie 1682 ant, gi2| ella, vestita di nero, con ducento donne dietro, piangendo 1683 ant, gi3| del Sole; e saltando dai duchi alle duchesse, ne parlava 1684 ant, gi3| dire «monello», «balchi», «dughi» e «trucca per la calcosa», 1685 ant, gi3| crepo... oh, oh, oh...; mi duole anco di non poter contarti 1686 ant, gi2| Ti confesso bene che se durasseno la metà, sarebbeno una cosa 1687 | é 1688 ant, gi1| credimelo, io vidi Iacob ebreo che con una gran securtà 1689 ant, gi3| dice egli, «vestita per eccellenza, e averò il ginetto del 1690 ant, gi1| simile al canto del gloria in eccelsis: e venendo al petto, disse 1691 | eccetto 1692 ant, gi1| dalle mosche.~ANTONIA. A che effetto stava ella in seggiola?~ 1693 ant, gi3| dello unto; onde bisogna che elleno mescolino co' tradimenti 1694 ant, gi2| indorato, lo scudo e lo elmo pur di velluto ornato come 1695 ant, gi1| te lo ho voluto dire, ed emmisi scordato: parla alla libera, 1696 ant, gi1| lancia in resta correndo, empì l'anello di colui che l' 1697 ant, gi3| son gran maestri che ti empieno le mani. E chi non degna 1698 ant, gi1| in esso perché si possa empire d'acqua tepida. E che ti 1699 ant, gi2| smisurata faccenda che le avea empita la dogana fino alla volta, 1700 ant, gi2| letteratura della quale avea empiti di gran libri. Costei che 1701 ant, gi1| tampella della orina fredda, ed empitola di nuovo, mi ci posi suso 1702 ant, gi1| della fregna sua, tutta enfiata e sì rossa, che parea di 1703 ant, gi1| Entrino le Signorie vostre», entrammo, e tosto che io giunsi, 1704 ant, gi3| perché son capricci che ci entrano a dosso per beccar due o 1705 ant, gi3| quando il presuntuoso vuole entrar dentro, gli dico: «Sarà 1706 ant, gi3| che io mettessi indugio a entrargli appresso, si levò suso e 1707 ant, gi1| a questa proprio ficaia, entreremo alla vita delle maritate.~ 1708 ant, gi1| della camera con dirci «Entrino le Signorie vostre», entrammo, 1709 | entro 1710 ant, gi1| greppo, a testa alta fra l'erba, una voce o il gittare d' 1711 ant, gi3| Gli ortolani vendono gli erbaggi, gli speziali le speziarie, 1712 ant, gi3| sartore con una pezza di ermesino verde acciò che, toltami 1713 ant, gi2| scannapenitenze, standosi in un ermetto presso della villa un miglio, 1714 ant, gi3| faceva sonare.~ANTONIA. Si erra forte a non farti maestra 1715 ant, gi1| la leggenda della Puttana errante di Vinegia.~ANTONIA. E poi?~ 1716 ant, gi1| dei santi Padri.~NANNA. Ho errato io, se ti ho detto cotesto: 1717 ant, gi1| al tempo antico.~ANTONIA. Errò adunque la lingua, non il 1718 ant, gi1| orazioni mie sono state esaudite, e voglio che mi fate porre 1719 ant, gi2| smarrì ne l'udir dirsi «Esci fuora»; uscendone con quel 1720 ant, gi1| terra, onde egli con quelle esclamazioni che si cantano al passio 1721 ant, gi3| e venuta la mia serva, esco fuora della camera: e visto 1722 ant, gi3| che non rendeno quelli che escono di prigione ai rioni che 1723 ant, gi2| perciò tenere, ordinò le essequie, le più solenni che mai 1724 ant, gi3| sospetto fuggitivo»; onde essequito l'ordine, il mangione fu 1725 ant, gi1| e poi se ne scordò per essersegli inginocchiata a' piedi una 1726 | essersi 1727 ant, gi1| a Testaccio, e fece una essortazione alle suore, di così fatta 1728 | est 1729 ant, gi1| e godiamo della nostra etade come debbeno godere le femine». 1730 ant, gi2| valentie, cantando il requiem eternam più di mille preti, monaci 1731 ant, gi3| son servitrice e sarò in eterno, accarezzando voi altri 1732 ded | portare in su la bara da duo etiopi col pifero inanzi, ma nominaro 1733 ant, gi1| dicea: «Vieni fuora il mio Ettor troiano, il mio Orlando 1734 ant, gi1| assimiglierei ad Adamo e ad Eva con le altre animucce dei 1735 ant, gi1| tanto sfinimento in sul fà-che-io-fo, che, abbandonate le braccia, 1736 ant, gi2| che il nostro maestro è un fa-la-ninna, me lo feci venire inanzi 1737 ant, gi1| accordano i cantori o vero i fabbri martellando: e così, attento 1738 ant, gi2| pensiere che non mette la sua fabrica a san Pietro. Dipoi alzato 1739 ant, gi2| e grappato il salvum me fac con furia se lo mise nel 1740 ant, gi1| La camera avea quattro facce: nella prima era la vita 1741 ant, gi3| se ne va ad alcune sue faccende. Intanto ordino che quelli 1742 ant, gi2| campanelle sonassero tutte quelle faccendette che alla Nanna mettevano 1743 ant, gi1| egli facea un lamento alla facchina il più dolce del mondo e 1744 ant, gi2| nel piede dritto.~NANNA. Facci sopra la croce con lo sputo, 1745 ant, gi3| e sia chi si voglia, e facciagli ben quanto sa, che niuno 1746 ant, gi2| Sotterriamola viva», chi dicea «Facciamola morire seco in prigione»; 1747 | facciate 1748 ant, gi2| che per due persone che faccino il pane in casa, son settecento 1749 ant, gi3| fuora di gamba le calze, facendoci io resistenza grande, e 1750 ant, gi2| che gisse alla giustizia facendoglisi incontra con dire: «Questo 1751 | facendola 1752 | facendole 1753 | facendolo 1754 ant, gi2| vogliamo noi far bene, se nol faciamo alle nostre carni?». Il 1755 ant, gi2| calandra. E nel dirmi la facitrice-delle-fusa-torte «Che hai tu?» uno «oimè» 1756 ant, gi1| Parevati onesto, la mia fagiana, la mia pavona la mia colomba, 1757 ant, gi3| due paia di starne e un fagiano; e ammaestrato un facchino 1758 ant, gi3| le ho date a sgranare i fagiuoli nel saltarti di palo in 1759 | fagli 1760 ant, gi2| ciglia ad ogni cosa: una faina, una treccola, una fiuta-schifezze 1761 ant, gi1| papero il mio cigno, il mio falcone consolazione delle consolazioni, 1762 ant, gi3| alla libera con la Pippa, e falla puttana di primo volo: che 1763 ant, gi1| pigliar partito, chi mi dice «Fàlla suora, che, oltre che risparagnerai 1764 ant, gi3| prima acconce in un sacco) e falle portare a casa sua. E io 1765 ant, gi1| avea dato il buon consiglio fallì la porta che gli mostrò 1766 ant, gi3| di avere fatto disperare, fallire o impazzare altrui.~ANTONIA. 1767 ant, gi3| ornamenti in letti; poi, fallite delle locande, diventano 1768 ant, gi2| giorno parea un mercante fallito che adocchiasse una chiesa 1769 ant, gi2| mattina si dovea castigare il fàllo-a-tutti: e si votò la terra di uomini 1770 ant, gi2| imaginare: a giuramenti falsi, a omicidi, a ladrarie, 1771 ant, gi2| rubarie, a carte e a dadi falsissimi, a tradire, a ingannare, 1772 ant, gi3| mano, parendomi poco la falsità delle carte.~ANTONIA. Queste 1773 ant, gi1| mandò giù come un sacramento falso. E già gli occhi di ciascuno 1774 ant, gi3| prima spogliare i panni dal fameglio, se gli facevano portare 1775 ant, gi2| crepacuore tenea da dieci famigliacci tutti a dormire in uno suo 1776 ant, gi1| che scoppia nel pianto la famigliuola che ha visto serrar gli 1777 ant, gi1| bene con quelli di madonna fàmmelo. Finito il vespro delle 1778 ant, gi3| suso dicendo: «Diavolo, fammici còrre quel poltrone del 1779 ant, gi3| dote nella Minerva a tante fanciulle poverine.~ANTONIA. Il 1780 ant, gi2| ponte Sisto disse: «Elle son fantasie quelle di questo mondo: 1781 ant, gi2| Che mala grazia», «Che fantasma» «Che viso di spiritato», « 1782 ant, gi1| il farla suora ti fa star fantastica.~NANNA. Io son contenta.~ 1783 ant, gi2| ed entrò in un salceto fantastico. Onde madonna, rivolta a 1784 ant, gi2| delle padrone e non delle fanti in persona la portava al 1785 ant, gi2| oro.~NANNA. E chiamata la fanticella depositaria delle sue contentezze 1786 ant, gi1| del letto, prima fecero fardello delle miglior robbe, e poi 1787 ant, gi2| ella, rispostogli che così farebbe, si pose a cena con lui 1788 ant, gi3| questi? a Baccano non si farebbeno», e levando le voci, la 1789 ant, gi2| sarebbeno una cosa sfoggiata, e farebbero un buon pro'. Ma vegnamo 1790 ded | come sono i gran maestri, farei un poco di scusa del licenzioso 1791 ant, gi1| dolcezza co' dipinti, che faremmo noi co' vivi? Noi ci potremmo 1792 | farete 1793 ant, gi1| di suora né di monica a farmici rimanere pure un . E sendo 1794 ant, gi3| le altre ebbi maniera in farmisi affare ogni frascheria, 1795 ant, gi3| poca cosa, e uno dei tuoi farsetti manco buoni, rassettato 1796 ant, gi3| aveva fatto tante cose per fartelo una notte a suo modo.~NANNA. 1797 ant, gi3| questa, e serbatela per fartene onore. Io accattai una catena 1798 ant, gi3| io gli dico: «Son per farvela; chiedete pure»; «Vi supplico» 1799 ant, gi2| dicendo mentre lo percuoteva: «Fatelo adesso». Onde la schifa-il-poco, 1800 | fatemi 1801 ant, gi1| di quelle che vi credete, fatevi in costà, io non voglio, 1802 ant, gi3| mia madre durò con gran fatica a mandargli a casa, perché 1803 ded | di gallo, ti intitolo le fatiche, anzi lo spasso, di .XVIII. 1804 ant, gi3| avesse chiamato da canto e fattagli la imbasciata nello orecchio, 1805 ant, gi2| giunta. E se ne imbriacò così fattamente che, gittatosi lo onore 1806 ant, gi1| avea tolto il monistero; e fattoci disegno sopra, disse l'una 1807 ant, gi3| sotto i panni di maschio, fattomegli provare da maschio, gli 1808 ant, gi3| vedutolo dissi: «Eccolo»; e fattomigli incontra alla scala, dico: « 1809 ant, gi2| campanaio, e il campanaio fattone motto al cuoco, e il cuoco 1810 ant, gi3| alla fantesca, le da al fattorino che si menava dietro (avendonegli 1811 ant, gi1| dicendo che gli avea ricolti e fattosene un laccio intorno al collo; 1812 ant, gi2| animo di notare nello unto favale sanza zucca, acceso un pezzo 1813 ant, gi3| stare inginocchioni chi le favellava.~ANTONIA. Le son dunque 1814 ant, gi2| ANTONIA. Tu sei giusta, e non favelli a passione.~NANNA. E anco 1815 ant, gi1| ch'ella è».~ANTONIA. Io favello per compiacerti, perciò 1816 ant, gi2| lui, cianciava di mille favole, e ognuno che veniva chiamava 1817 ant, gi3| cavarsi ogni vogliuzza potendo favorire ciascuno: perché Roma sempre 1818 ant, gi3| con uno che si tiene loro favorito, ed è intertenuto da esse 1819 ant, gi2| altra mattina all'alba, fra Fazio se ne venne e con una cappa 1820 ant, gi2| tenea due camisce, quattro fazzoletti e tre libri con le coperte 1821 ant, gi2| frataia.~ANTONIA. Che fu della fecciosa dopo il parto?~NANNA. Si 1822 ant, gi2| di mille frascherie, di fegati, ventricchi, colli e piedi 1823 ant, gi1| ad un tratto, usciti dal fegato, dal polmone, dal core e 1824 ant, gi2| bene; tu te ne puoi con una feminuccia: ponti con un uomo, e poi 1825 ant, gi3| fatto tagliare a pezzi e ferire ai miei !~ANTONIA. Di 1826 ant, gi1| Perché, ah? Mi credetti esser ferita a morte: io mi metto la 1827 ant, gi1| una pennetta rossa e un fermaglio d'oro, con la cappa indosso 1828 ant, gi1| passando per piazza mi fermai a vedere una cagnoletta 1829 ant, gi1| consentire. Alla fine ci fermammo tutti a vedere la savia 1830 ant, gi3| capitiamo in Campo di Fiore; e fermatami a un pollaiuolo, tolto un 1831 ant, gi3| è quel ch'io sento?~ ~E fermatosi questo e quello dinanzi 1832 ant, gi2| inanzi. E quella che fa ferneticare gli astrologi se ne giva 1833 ant, gi3| perché tu entrasti nel fernetico di farti murare?~NANNA. 1834 ant, gi3| gli sbricchi turati, lo féro battere alla mia porta e 1835 ant, gi3| nuovo, mantovanamente e ferraresamente carico di puntaletti, di 1836 ant, gi1| Dopo questo venne una ferrarese che ballò sì gentilmente, 1837 ant, gi1| lei: e acconciatosi alla ferrata, abeverava il bracco alla 1838 ant, gi3| lo imbasciatore non gli fesse fare un Xse in sul volto; 1839 ant, gi1| con la mano dello altro mi festeggiava ora le gote e ora le poppe, 1840 ant, gi1| morsi di madonna, tutto festevole dicea «ahi! ahi!».~ANTONIA. 1841 ant, gi1| avelenare gli uomini: e festi una opra più pia che non 1842 ant, gi1| mezzo d'essa composto un festoncello tutto di frondi di lauro, 1843 ant, gi2| una spanna, dandogli una fetta di pane di semola la mattina 1844 ant, gi1| mi riprendi del parlare a fette, e poi usi anche tu la favella 1845 ant, gi2| nigromanzie, datogliene prima una fettuccia. E postasi a sedere sul 1846 ant, gi2| cadere onde ei cadde, acciò fiaccandosi non le potesse ir dietro. 1847 ant, gi2| voglio che niuno mi faccia fiaccare il collo, la messa mi basta 1848 ant, gi2| a basso: e oltra che si fiaccò tutto, <si> spezzò una gamba; 1849 ant, gi1| traditori. E venendo il mèle sul fiadone, la dolcitudine gli tornò 1850 ded | se non credessi che la fiamma della mia penna di fuoco 1851 ant, gi2| acconciò le mani in sui fianchi e, voltatasi al marito che 1852 ant, gi1| la tua comedia per una fiata non dovesse riporre il tuo 1853 ant, gi3| uòh, ... io non posso più fiatare, son già fioca, la scesa 1854 ant, gi2| vostra sanità»; ed ella, ficcandogli gli occhi nella brachetta 1855 ant, gi1| in su le spalle; ed ella ficcandomelo ora a buon modo e ora a 1856 ant, gi1| sollazzo che ha un fante di ficcare e sficcare le pugna nella 1857 ant, gi2| ne sopporterò più, e mi ficcherò in un monestero, stando 1858 ant, gi2| cosellina da villa, come sarieno fichi secchi, noci, olive, uve 1859 ant, gi1| bicchieri con le foglie del fico, e gli forbì sì bene che 1860 ant, gi3| dice: «Avete voi questa fidanza in me?»; e mandato il servidore 1861 ant, gi3| medico dei quali mi poteva fidare; e però gli dissi: «Io voglio 1862 ant, gi3| scala, dicendo: «, poi, e fidati di puttane».~ANTONIA. Nanna, 1863 ant, gi1| congiunte insieme, con un fides di viole gialle. Dopo questo 1864 ant, gi1| assassinano in mezzo dei suoi figli. Alla fine le suore del 1865 ant, gi2| avvistosi di non potere averne figliofiglia con malo stomaco 1866 ant, gi3| padre a quel «pappà» che il figliuoletto gli nel core; e pagando 1867 ant, gi1| Buovo d'Antona in canto figurato.~ANTONIA. Oh che bella festa 1868 ant, gi3| boccucce che tengono serrate le figure delle donne di marmo che 1869 ant, gi2| la calamita uno ago o un filo di paglia. Onde venne in 1870 ant, gi3| più due meluzze che quanti filosofi, strologi, archimisti e 1871 ded | sì come era Pitagora un filosofo sotto la forma di gallo, 1872 ant, gi1| vita» e lo avanzo della filostroccola che gli va appresso, per 1873 ant, gi3| un paio di capponi e duo filze di tordi, dandogli a chi 1874 | finché 1875 ant, gi2| sanza moversi, serrata la finestrella del tetto, volle vedere 1876 ant, gi1| corsero ciascuna per le finestrette alzando le impannate, scorgendo 1877 ant, gi3| però gli dissi: «Io voglio fingermi ammalata acciò che i miei 1878 ant, gi3| gli hai una cosa, quanto fingono apprezzarti prima che gliene 1879 ant, gi2| non so come fecero le male fini, e facendole un villano ( 1880 ant, gi2| scelerata.~ANTONIA. Noi siamo a finimondo.~NANNA. Ah! ah! ah!~ANTONIA. 1881 ant, gi1| ancora il modo di poter finire il viaggio suo.~ANTONIA. 1882 ant, gi1| minima particella, e venne a finirla col rendermi grazie per 1883 ant, gi3| mandarla alla speziaria: che, finita di scriver, la portò un 1884 ant, gi1| quella turba intorno.~NANNA. Finite le cerimonie e datomi l' 1885 ant, gi1| quelle dei vermi della seta finiti di crescere quando, indugiato 1886 ant, gi3| e costano più care che i finocchietti, le ulive e le gelatine 1887 ant, gi2| ANTONIA. A che proposito finse ella il sogno?~NANNA. Per 1888 ant, gi3| Dopo i risi e dopo i pianti finti, vengono via le bugie lor 1889 ant, gi1| uno che lo dimandavano «il fio di Giampolo», secondo me 1890 ant, gi3| posso più fiatare, son già fioca, la scesa mi fa cader l' 1891 ant, gi3| mi consigli». E ciò detto fiocamente, fatta svegliare la fantesca 1892 ant, gi1| dibattimento di pensiere, io odo fioccare alcune risa sì spensierate 1893 ant, gi2| nelle reti, che vedesse fioccarsi a dosso un nuvolo di mazzate.~ 1894 ant, gi3| dico che le mascare non fioccavano ancora quando il mio tutto-fumo 1895 ant, gi3| braccia bianche come un fiocco di neve e fattomi lavare 1896 ant, gi1| bianche e vermiglie; e di fiorancio dipinte le fasce che legavano 1897 ant, gi1| chiappettine (parlando alla fiorentina); e la morbidezza sua avria 1898 ded | lodare altro duca che quel di Fiorenza, né di predicare altro cardinale 1899 ant, gi3| tolgono di una età che appunto fiorisce nello sfiorire della loro, 1900 ant, gi1| dui, chiuso il mancino, e fisando il dritto nel foro che era 1901 ant, gi1| mezzo passo, sanza uscita; e fischiando soave soave, udimmo ratto 1902 ant, gi2| testa di morto, e da un lato fitta in terra la spugna sopra 1903 ant, gi1| nuova nella quale erano fitti cento aghi (e se tu hai 1904 ant, gi1| ottenuto il capretto, e fittoci dentro il coltello proprio 1905 ant, gi1| fiutandolo spesso, come si fiuta un garofano.~NANNA. Ah! 1906 ant, gi2| faina, una treccola, una fiuta-schifezze la più fastidiosa che nascesse 1907 ant, gi2| che chiesa addobbata», e fiutando ogni altare, col suo dire 1908 ant, gi1| che ardesse: e tuttavia fiutandola or questo e ora quello, 1909 ant, gi1| Io credo che lo tenevi fiutandolo spesso, come si fiuta un 1910 ant, gi2| pecora, che non avea naso da fiutare il giallo delle rose, né 1911 ant, gi1| cagnola male arrivata, e fiutatole un tratto la bella bellina, 1912 ant, gi2| le feste e per tutto le fiutava la coda. Nel letto poi le 1913 ant, gi2| romito ronfando tenea il flagello dietro alle spalle della 1914 ant, gi1| gambe si lasciò tutta sul flauto del mulattiere che sedea, 1915 ant, gi1| a chi la sera intorno al foco, mandato giù le calze ha 1916 ant, gi2| con una cappa di rosato foderata di verde, con la scapperuccia 1917 ant, gi3| ragione è che quei saioni son foderati di maligni debiti; e la 1918 ant, gi2| che da mano mostrava la fodra e nel collarino un orlo 1919 ant, gi3| dicevami: «Le cordelline delle fodre dei guanciali non sono bastate 1920 ant, gi2| bandiere, lo stocco col fodro di velluto rosso, con le 1921 ant, gi1| stola e il cagnoletto, e un foglio di carta increspato in cima 1922 ant, gi1| bisuntone, che contava una fola a non so quante suore e 1923 ant, gi3| sendo già nel mezzo della folta, caccio uno strido simile 1924 ant, gi1| nella fronte; le sue ciglia folte e canute, gli occhi che 1925 ant, gi1| lasciò sdrucciolare alla fonte, dicendo averci bevuto indegnamente, 1926 ant, gi1| chiodo stesse più fermo nel forame, accennò dietrovia al suo 1927 ant, gi2| che hanno piacere di farsi forar la pelle, quasi ogni mese 1928 ant, gi1| misero a sedere in mezzo forbendolo con un sciugatoio di bucato. 1929 ant, gi1| le foglie del fico, e gli forbìbene che pareano trasformati 1930 ant, gi2| specchi, specchi, pettini e forbicette»; sendo sempre a mercato 1931 ded | gli indrizzano, ma se ne forbiscono poco meno ch'io non te lo 1932 ant, gi2| sostenuta da una sua la più forbita vitetta che mi paia anco 1933 ant, gi2| di , disse: «Madonna, forbitevi il naso e poi odoratemi 1934 ant, gi1| i più bei giovani, i più forbiti e i più lieti che mai vedessi: 1935 ant, gi1| uomo compì il lavoro, e forbito il cordone con un fazzoletto 1936 ant, gi3| poi partirsi, usai di gran forcarie. Io avea alcuni sbricchi, 1937 ant, gi1| tovaglini, piatti, coltelli e forchette per tre persone sì pulitamente 1938 ant, gi2| NANNA. Egli parea un gatto forestiero che gli fusse stato arrostita 1939 ant, gi1| ella, «grattugiare questo formaggio con la mia grattugia: con 1940 ant, gi2| le mura smerlate, con duo forni, che egli avea, e per virtù 1941 ant, gi3| lenzuola, stagni, secchie e fornimenti da cucina: e pareva proprio 1942 ant, gi3| a ingabbiare capponi, a fornirsi di pezze, di fasce e di 1943 ant, gi3| rideva dicendo «Oh, s'ella ci fornisce il mese voglio essere crocifisso». 1944 ant, gi2| il fante di casa era ben fornito a panni lini; e trovato 1945 ant, gi3| io uomo per tòrvi casa e fornivela di tutto punto? Puttana 1946 ant, gi3| sotto al belletto, ad acque forti, a sbiaccamenti, a belle 1947 ant, gi3| E dando io di calcio al forziere per volerlo spezzare, egli 1948 ant, gi2| tenessi sempre chiavata in un forzieri; e quella <che> ci si mantiene 1949 ant, gi1| avesse lo spirito; e quelle fossettine che si veggiono nel mento 1950 | foste 1951 | fosti 1952 ant, gi1| era il ricetto di tutti i fottisteri sacrati, alla similitudine 1953 ant, gi1| della luna il ruinato e fracassato meschino. Fecero scovare 1954 ant, gi2| al : ed egli, sceso con fracasso la scala, diserrò la porta; 1955 ant, gi1| onde noi, per non vedere la fragola in bocca allo orso, gimmo 1956 ant, gi2| uccellini, un mazzetto di fragole o simili gentilezze se le 1957 ant, gi3| si credea sballare lane francesche a dormir meco: e fattolo 1958 ant, gi3| una frotta di croste di francese, del quale ella era piena.~ 1959 ded | non si intende il re di Francia: perché ci fa divini a chiamarsi 1960 ant, gi3| crudeltade, morti, mal franciosi, tradimenti, cattiva fama 1961 ant, gi3| di seta, che costa con le frange, con il raso e con la lettiera, 1962 ant, gi1| traditora badessa, lasciato il franguello del padre e preso per le 1963 ant, gi3| ridere; e ridendo diceva: «Frappa quanto sai, che alla barba 1964 ant, gi3| altro per far disdire il frappatore: che visto i duo, volendosi 1965 ant, gi2| del caso, ne ritraeva gran frapperie. E mentre il castra-porcelli 1966 ant, gi2| mentre il romito dal sacco frappò ebbe tempo di pensare alla 1967 ant, gi3| nel saltarti di palo in frasca. Dico che venne a Roma un 1968 ant, gi3| maniera in farmisi affare ogni frascheria, tirando lo aiuolo a una 1969 ant, gi1| grazia una grazia»; e il frataccio le dice: «Son contento, 1970 ant, gi2| perché morto lo fece la frataia.~ANTONIA. Che fu della fecciosa 1971 ant, gi2| facchini e fino ai signori, la frataria, la pretaria e la monicaria 1972 ant, gi1| pure intertenere alla tua fratellina»; e per non aver dato così 1973 ant, gi2| date delle ferite a uno suo fratello che minacciava di attossicarla, 1974 ant, gi1| spasso facea viso proprio fratesco, ed ecco che comparisce 1975 ant, gi2| Come?~NANNA Vestita da fraticello. E per coglier cagione a 1976 ant, gi2| venne e con una cappa da fraticino comparse una ora inanzi 1977 ant, gi1| NANNA. Ora vien via il fratoncello secondo, pur tòccogli per 1978 ant, gi1| che stanno in cima alle frecce. La soprascritta dicea..., 1979 ant, gi3| lo speziale mi faceva le fregaggioni un'altra. E al guarir mio 1980 ant, gi1| nel modo che di gennaio fregano il culo per i tetti i gatti.~ 1981 ant, gi1| figliuolo, distruggendosi di fregare l'archetto del fanciullo 1982 ant, gi3| amoroso, che fosse solo a fregarmela, ah? Io mi levai mille volte 1983 ant, gi1| distruggono i pegni per le usure, fregava la monina con la mano nel 1984 ant, gi3| viso, e anco da qualche fregetto fattogli da quelli che perdeno 1985 ant, gi1| tratti allo odore della fregna sua, tutta enfiata e sì 1986 ant, gi2| di cimici; e soffiando e fremitando con la cappa alzata dinanzi, 1987 ant, gi2| cinta in bocca a modo di un freno, salitagli a dosso, menando 1988 ant, gi1| due sorelline grassettine, frescoline, con quattro coscette bianche 1989 ant, gi3| non fanno i villani delle frittelle, e ne dissi più che i Vangeli 1990 ant, gi2| tutti gli occhi, a tutte le fronti, a tutte le ciglia, a tutti 1991 ant, gi3| mangiare. E cominciando a frugare, sto salda alle mosse finché 1992 ant, gi1| sporta dinanzi, bontà del frugatoio che mi bruniva il secchio; 1993 ant, gi3| parole diaboliche, sono una frulla a petto allo incanto che 1994 ant, gi2| guarnaccia di ciambelloto frustra di sorte che ogni altra 1995 ant, gi3| monsignore appresso, il quale fuggì ignudo per tutti i tetti 1996 ant, gi2| mia madre udito, fattami fuggire, vendé ciò che ci era e 1997 ant, gi3| risponde egli, «elle si fuggiro su per i tetti tosto che 1998 ant, gi3| che ha potuto carpire nel fuggirsene»: e tutte queste ciance 1999 ant, gi2| le paresse avere scusa a fuggirsi, entrò una volta a voler 2000 ant, gi3| prigione e giuragli sospetto fuggitivo»; onde essequito l'ordine, 2001 ant, gi3| risetto rimandatola giuso, mi fuggiva dentro; ed eglino, con un « 2002 ant, gi3| bellezza lo udire e notte fulminare le spade per suo conto; 2003 ant, gi3| gridaro: «Non è niente, son fumosità che vengano dal cerebro»; 2004 ant, gi2| misero oltramodo, ma tanto fumoso che a crepacuore tenea da 2005 ant, gi3| citare a Corte Savella: e funne spacciato per uomo da poco. 2006 ant, gi3| dei raggi che traeva e dei fuochi che facea Castello sbombardando 2007 | fuori 2008 ant, gi3| invano come speranze dei fuorusciti; e volendo alfin ridurla 2009 ant, gi1| cane poltrone si rimase fuoruscito, imperò che egli era cotanto


aband-avi | avici-chiam | chiar-dipin | dipoi-fuoru | furan-inves | invet-mirab | miral-pesca | pesch-ricor | ricre-scopr | scord-storc | storn-vento | ventr-zufol

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License