aband-avi | avici-chiam | chiar-dipin | dipoi-fuoru | furan-inves | invet-mirab | miral-pesca | pesch-ricor | ricre-scopr | scord-storc | storn-vento | ventr-zufol
grassetto = Testo principale
Parte, Capitolo grigio = Testo di commento
3010 ant, gi2| cantare, una angeletta; mirala giocare, non ti potrei dire,
3011 ant, gi3| più false che i doppioni mirandolini, balordon balordone tiravano
3012 ded | porta il cibo, ed essi non mirano con dritto occhio se non
3013 ant, gi1| che avrieno intertenuto a mirarle gli ipocriti. La camera
3014 ant, gi3| ricordo vederlo impazzito nel mirarmela: egli la toccava, e rassodandosi
3015 ant, gi3| e con la mano alla gota, mirava il Tevere che parea che
3016 ant, gi3| Che facevi tu mentre ti miravano?~NANNA. Fingeva onestà di
3017 ant, gi2| piedi, e non potendo dire il miserere per il pianto che gli colava
3018 ant, gi2| Date del pane ai frati», la misericordiosa al solito corse a lui, e
3019 ant, gi2| vita di un vecchio riccone, miserone, asinone, che avea una moglie
3020 ant, gi2| offerendosi a ristorarla. E misole indosso un camiscio bianco,
3021 ant, gi2| Io son donna da ciò?», e misosi le mani nei capegli, parea
3022 ant, gi3| dicendomi «Che cosa è signora?», misso le mani nel petto a colui
3023 ant, gi3| nascevano alcuni gridetti misti con morditure di dita, con
3024 ant, gi3| verde acciò che, toltami la misura, me ne tagliasse e cuscisse
3025 ant, gi3| ricordi, che per la via d'esse misurerò le dimenticate.~NANNA. Così
3026 ant, gi1| per lui più che per la sua mitera si fecero le scampanate
3027 ant, gi1| vescovi pendono le bande delle mitere. A piè dello scanno stava
3028 ant, gi3| me, mi dà la sua nuova, e mittesene una che aveva disegnato
3029 ant, gi2| pietre; e poi, scemando le mobilia, ora impegnando un lenzuolo
3030 ant, gi3| fare a far sia». Il buon moccicone si scusa, e mentre vuol
3031 ant, gi1| a me. Ella avea bavosa e moccicosa la bocca e il naso, e pareano
3032 ant, gi2| al letto, con un pezzo di moccolo ai piedi; ed ella travagliandosi
3033 ant, gi3| mascara: e perché non era modanese, lo rimandai per una di
3034 ant, gi3| rimandai per una di quelle da Modena; poi lo feci andare per
3035 ant, gi3| anticaglie, anche vedere le modernaglie, cioè le signore, facendo
3036 ded | iscusare quella di uno stolto moderno. Ma che sia il vero che
3037 ant, gi2| parendogli esser la potta da Modona, per vedersi sberrettare
3038 ant, gi2| quindeci giorni a visitar sua mogliera con qualche cosellina da
3039 ant, gi2| marito ne lodò e ringraziò la mogliere, dicendo: «Son molti giorni
3040 ant, gi2| inanzi che il parentado la molestasse col volergliene dare uno
3041 ant, gi2| contentezze a gola, la terra molestò il podestà, che gli fu forza,
3042 ant, gi3| asciutte, con gli occhi molli, col capo sul collo altrui,
3043 ant, gi3| che non si poteva aprire. Moltiplicando il grido e la gente di fuora,
3044 ant, gi3| pur se ne fanno, che poi moltiplicano di dì in dì come i poponi,
3045 ant, gi1| benedetti i miei panni monachili che erano in su l'altare,
3046 ant, gi1| spesso a cena fuora del monastero, non sapendo che io fossi
3047 ant, gi1| è il sabato santo a chi monda le uova avendo fatta la
3048 ant, gi1| che mille che ne dia alle mondane, affermando ad alta voce
3049 ant, gi1| di salmi, mi spogliaro le mondanità e vestiro dello abito spirituale;
3050 ant, gi3| ciò che si volesse dire «monello», «balchi», «dughi» e «trucca
3051 ant, gi3| denari di cavare il sesso dei monesteri.~ANTONIA. Se il sedere ha
3052 ded | maestri pagano di cotal moneta gli autori delle laude che
3053 ant, gi2| frataria, la pretaria e la monicaria sopra tutto, e mi era di
3054 ded | PIETRO ARETINO AL SUO MONICCHIO.~ ~Salve mona! Salve, dico,
3055 ant, gi1| tiene per gioie care le monicelle le quali fanno i zuccherini
3056 ant, gi1| inginocchiata a' piedi una monichetta dotta come l'Ancroia e Drusiana
3057 ant, gi2| poi che la ebbe intesa una monna-onesta-da-campi vedendo la brigata tutta
3058 ant, gi1| di bestemmiare l'anima di monsignor nol vo' dire, che mi cavò
3059 ant, gi3| gelosia, veggio che è un monsignoretto con un cappello inviluppato
3060 ant, gi3| contare le travicelle, e monta suso, e ce ne mette poco
3061 ant, gi3| cose bestiali: e volendomi montar sopra, bisognava che mi
3062 ant, gi2| campanaio e l'ortolano ancora montaro in sul noce, e lo battero
3063 ant, gi3| subito desinato io possa montarvi suso»; ed egli si lieva,
3064 ant, gi2| accattati nel suo stato, montava sopra una cavallessa piena
3065 ant, gi2| Egli si stava suso uno monticello rilevato, e gli avea posto
3066 ant, gi2| Ella ha certe carni sode e morbide da signora», infine, che
3067 ant, gi1| parlando alla fiorentina); e la morbidezza sua avria vinto quella d'
3068 ant, gi3| alcuni gridetti misti con morditure di dita, con pugni su la
3069 ant, gi2| tutto vita, grande, ossuto, morellotto, allegro e amico di ciascuno:
3070 ant, gi3| lo lasciava erede del mio morendo; onde egli, per tutto mostrandolo,
3071 ant, gi2| Norcia e la zia della fata Morgana ci abitava, mise in succhio
3072 ant, gi3| paese, dove vo' ritornare e morir fra i miei; a ogni modo
3073 ant, gi3| a trarre i sassi, anzi a morirmi per i suoi begli occhi.
3074 ant, gi3| singhiozzi dei poveretti mormoravano nelle loro gole a modo che
3075 ant, gi1| bocche facevano il medesimo mormorio che fanno quelle dei vermi
3076 ant, gi2| Oimè, figlia mia, che ti morrai di fame là giù, e non ti
3077 ant, gi1| ribaldone frate al pungere dei morsi di madonna, tutto festevole
3078 ant, gi2| alcuni suoi oli, saponetti e moscati salvatichi a pane, a cenci
3079 ant, gi1| amori con lo studiante, mosso da quel maladetto martello
3080 ant, gi3| grazie per la stima che mostrai di far di lui, che non rendeno
3081 ant, gi3| cene, se ne giva vantando, mostrando a ciascuno una turchinetta
3082 ant, gi1| la cuoca, verà via; e tu mostrandogli questa camera, gli dirai «
3083 ant, gi3| morendo; onde egli, per tutto mostrandolo, diceva a ciascuno: «Leggete
3084 ant, gi2| da lei, molto guardate, mostrandosi talora con la scuffia talora
3085 ant, gi3| gridando le buone persone nel mostrar della croce al Coliseo,
3086 ant, gi3| perché non avessi vergogna a mostrarmigli in camiscia; e dicendomi
3087 ant, gi3| sanza maniche?~NANNA. Perché mostrassi le braccia bianche come
3088 ant, gi3| seco, vattene altrove e mostrati penserosa; prometti e sprometti
3089 ant, gi3| per Banchi, vedendo essere mostrato a dito. E accadde che standosi
3090 ant, gi1| corda le dico il tutto, e mostratole il libretto, ce ne demmo
3091 ant, gi3| volse fare un giorno una mostretta di me, fingendo che fosse
3092 ant, gi2| mercatante, giovane, grazioso, motteggere e sì innamorato di lei,
3093 ant, gi3| accarezzar molto; e mentre motteggi seco, vattene altrove e
3094 ant, gi3| mostra, nel più bello del motteggiar loro mia madre, venuta alla
3095 ant, gi2| sapore al vino. Acuta nei motti, liberale, e con tanta maestà
3096 ant, gi1| Il mio gran pizzicore ~mova il mio dio d'amore;~ ~e
3097 ded | raffrenano l'ira di Dio, movendolo a perdonarci le nostre colpe.
3098 ant, gi2| alberghetto a terreno; e movendomi pian piano, facendo vista
3099 ant, gi3| te stessa, che io non mi moverò punto»; e io quasi piangendo
3100 ant, gi2| indogliti stettero un'ora sanza moversi, serrata la finestrella
3101 ant, gi2| quelle scarsellacce di cuoio muffato che non si usano più, facea
3102 ant, gi2| aver detto, verbigrazia, «mugolare», «zampillare» e «trasecolare».~
3103 ant, gi2| ed ella travagliandosi mugolava come una gattuccia grattata.
3104 ant, gi2| ANTONIA. Quanto quella di un muletto?~NANNA. Più.~ANTONIA. Come
3105 ant, gi2| caviglia simile al toro e al mulo. Ella era sposa di un cavaliere
3106 ant, gi1| sue creature crescere e multiplicare, e sopra ogni altra cosa
3107 ant, gi2| di carne e in su la carne muoiamo; la coda ci fa e la coda
3108 ant, gi2| che venia meno come un che muor di fame e non può mangiare,
3109 ant, gi3| e basciandogli il viso, muove a dirmi: «E' si sia»; e
3110 ant, gi2| non ti lascia né parlar né muovere.~ANTONIA. La fantasima è
3111 ant, gi1| le gotti non poteano più muoversi, ai quali facea la guardia
3112 ant, gi2| non so che bicocca con le mura smerlate, con duo forni,
3113 ant, gi1| con quella dalla pestinaca muranese, s'accordaro di fare ad
3114 ant, gi1| di vetro che si fanno a Murano di Vinegia alla similitudine
3115 ant, gi3| figliuoli, io co me voglio murar questa carnaccia questo
3116 ant, gi3| non dicono verità: e le murava sì con la calcina dei miei
3117 ant, gi2| sendo donde passava pieni i muricciuoli, i tetti e le finestre di
3118 ant, gi2| al quale i rosai facevano muricciuolo, che avea la porticella
3119 ded | e gloria delle coglione Muse che, per correr dietro a
3120 ant, gi1| vezzi, arrivò la virtù della musica che mi fece risentire fino
3121 ant, gi1| piacere: e udirai non pure musiche angeliche, ma recitare una
3122 ant, gi2| fino allo incenso: e col muso inanzi dicea «Che chiesa
3123 ant, gi3| che si trovino, il quale mutano tuttodì; né mai un forestiere
3124 ant, gi3| sì.~NANNA. Cominciai a mutar vita, e di primo tratto
3125 ant, gi2| dicea: «Che vituperio a non mutarla». E quanti uomini scontrava,
3126 ant, gi2| avere: onde il codacciuto, mutato panni, sfoggiava da paladino;
3127 ant, gi3| capo, con spassaggiature mute e con qualche versetto cantato
3128 ant, gi3| avarizia nacquero il dì che nacque il puttanesimo, e se brami
3129 ant, gi3| la accidia e la avarizia nacquero il dì che nacque il puttanesimo,
3130 ant, gi3| pappagalli, ma fino alle nane con le quali fanno le imperadrici.~
3131 ant, gi1| guastadetta piena d'acqua nanfa, simile a un pero, dalla
3132 ant, gi1| girmene con un giovane a Napoli, il quale ha un compagno
3133 ant, gi1| vita delle vite che il tuo Narciso, il tuo Ganimede il tuo
3134 ant, gi1| verità.~NANNA. Chi ti potria narrare il tutto? Ivi era dipinto
3135 ant, gi3| il faccia. Ma sì come la narrata fece ridere ognuno, così
3136 ant, gi1| ora fanno cose che non si narrerebero in uno anno. Il sole si
3137 ant, gi3| non ci sarà ordine che ti narri di molti ch'io sciloppava
3138 ant, gi3| qual grano sia quello che nasce in un gran campo seminato
3139 ant, gi2| fiuta-schifezze la più fastidiosa che nascesse mai; costei apponeva a tutti
3140 ded | e però ti tolse di donde nascesti, dandoti a me che, per essermi
3141 ant, gi3| altro; e dopo i sospiri, nascevano alcuni gridetti misti con
3142 ant, gi1| voce che i figliuoli che nascono di frate e di suora sono
3143 ant, gi2| tutte le ciglia, a tutti i nasi, a tutte le bocche e a tutti
3144 ant, gi3| carico di puntaletti, di nastretti e di bordelletti; il quale
3145 ant, gi1| significava amore, con i suoi nastri di seta. E lo piglio sorridendo
3146 ant, gi2| terrestre ventisette anime non nate. E inteso la villanella
3147 ant, gi1| amanti appresso e i figliuoli nati di esse, con i nomi di ciascuno
3148 ant, gi1| mi s'alzò la carne per le natiche una spanna: e quello che
3149 ant, gi2| aschio, e con la sua maniera nativa sapea pur troppo astutamente
3150 ant, gi1| inchiostro, io vo' fare la sua natività», e disegnato un milione
3151 ant, gi2| mio, volete male alla mia naturaccia che mi strascina come una
3152 ant, gi1| sempre.~ANTONIA. Buone e naturali fai le simiglianze.~NANNA.
3153 ant, gi1| nel mezzo del mercato di Navona, che si ode in qua e in
3154 ant, gi3| con le penne impregnano la nebbia quei che paiono sparvieri
3155 ant, gi3| corti. E non ci è cosa più necessaria che i risi e i pianti che
3156 ant, gi2| fare un poco di acqua al necessario che era ivi, odo un parlar
3157 ant, gi3| di stalla sta così, e non nega e non afferma; ed egli: «
3158 ant, gi3| bascio, anche il bascio gli negai; e udendo favellare mia
3159 ant, gi3| mangiando però di nascoso, non negando in tutto il parlare, e non
3160 pie | manca non è stato per nostra negligenza ma per la carestia che è
3161 ant, gi3| che vi credano.~NANNA. Non nego che non ci si usi ogni arte
3162 ant, gi3| tempo si ritornò ai suoi negozietti co' quali trampellava la
3163 ant, gi1| del sedere di quella lusca negretta che dianzi mangiò vetro
3164 ant, gi1| poveruomo, sforzato dalla negromanzia come la fame dalla carestia,
3165 ant, gi2| meriti, tristo, assassino, nemico delle cose buone». Il poveruomo
3166 ant, gi1| avi e cugini e cugine e nepoti e fratelli, con una mandra
3167 ant, gi2| di un .XXX. anni, tutto nerbo, tutto vita, grande, ossuto,
3168 ant, gi3| consentisse.~ANTONIA. Tu eri una Nerona.~NANNA. Circa i forestieri
3169 ant, gi1| poté mai ottenere che il nerone, il caino, il giuda le ripiantasse
3170 | nessuna
3171 ant, gi3| sotto coperta di volergli nettare, e ascosigli, levava romore
3172 ant, gi1| profumato e la buona donna nettato il dolcemele, dopo un nonnulla
3173 ant, gi2| basta, tu non ne anderai netto: ben lo saperanno i miei
3174 ant, gi1| avventò al pifero come il nibbio al polcino, il mulattiere
3175 ant, gi2| acerbi»; se insalate, una nidiata di uccellini, un mazzetto
3176 ant, gi1| sentiva passione e dolcezza; nientedimeno la dolcezza avanzava la
3177 ant, gi3| a dosso, e non so se mai nigromante scongiurò demoni con tante
3178 ant, gi3| strologi, archimisti e nigromanti fur mai; e ho provato quante
3179 ant, gi2| e si calculò da essi per nigromanzia, e trovossi che il cane
3180 ant, gi2| licenziò il padre dalle nigromanzie, datogliene prima una fettuccia.
3181 ant, gi3| questi famigli, certamente nimici dei lor padroni.~NANNA.
3182 ant, gi1| picciolo, la quale portava per nimicizia, ma piene di mestura. Ora
3183 ant, gi1| delle speranze, che la tua ninfa, la tua ancilla, la tua
3184 ant, gi1| scherzasseno con le lor ninfe.~ANTONIA. Cotesta è più
3185 ant, gi2| della sorella ottenne il nipotino, e lo condusse a lei che
3186 | niun
3187 ant, gi3| giovane di .XXII. anni, nobile e ricco, mercatante nel
3188 ant, gi3| stringa, uno stecco, una nocciuola, una ciriegia, una cima
3189 ant, gi1| bella: nel primo fece il nodo di Salomone di viole mammole,
3190 ant, gi1| tignoso.~ANTONIA. Ancora santo Nofrio portava un cerchio da taverna
3191 ant, gi2| sputato nel viso a un messer nol-vo'mentovare-invano .~ANTONIA. Ribaldo traditore.~
3192 ded | etiopi col pifero inanzi, ma nominaro il luogo dove fu sepolto «
3193 ant, gi2| e così di molte donne ci nominò che, amando erano andate
3194 ant, gi2| in un soffio venne alla non-aspettò-già-mai-con-tal-disio, e postolesi allato, la
3195 ant, gi2| lo venne a sapere questa non-isputa-in-chiesa, che ti dico che volea correre
3196 ant, gi1| misa dove io fui posta una non-vo'-dir donzella, e una robba-che-dio-tel-dica,
3197 ant, gi2| bontà dello star mio in sul non-voglio. E gitosi il maestro con
3198 | nonnulla
3199 ant, gi2| sorella della sibilla di Norcia e la zia della fata Morgana
3200 | nos
3201 | noster
3202 ant, gi2| gli bastando l'animo di notare nello unto favale sanza
3203 ant, gi3| giulio», e saria stato ben notato per pidocchioso quello che
3204 ant, gi3| per la tavoletta che gli notificava la lor notte, se ne trovavano
3205 ant, gi1| soldano di Babilonia fa noto a tutti i valenti giostranti
3206 ant, gi3| gli basta. Ora la quarta nottata ce lo lasciai andar tutto:
3207 ant, gi3| giovane, cavandone alcune nottate e alcune buone cene, se
3208 ant, gi3| e compartite fra essi le notti della settimana, mettea
3209 ant, gi2| E già gli alocchi e le nottole, pappagalli della notte,
3210 ant, gi3| in casa con le più dolci novellette mi interteneva che tu udissi
3211 ant, gi1| allato a essa il maestro dei novizi, e seguiva di mano in mano
3212 ant, gi1| vedemmo la maestra delle novizie che traeva di sotto il letto
3213 ant, gi3| Prima si apposterebbe il numero delle lucciole di dieci
3214 ant, gi2| il pidocchio, con alcune nuote di olio in essa come hanno
3215 ant, gi3| usano gli osti vecchi né nuovi di dar mangiare a scrocco.~
3216 ant, gi2| alle orazioni, spendea in nutrire l'orticello. Poco lunge
3217 ant, gi1| e farsi chiavare, e sono obligate le moniche, prima che le
3218 ant, gi3| a ciascuno: «Io le sono obligato e basta».~ANTONIA. Belle
3219 ant, gi2| Porrò questo con le altre obligazioni.~ ~E dettole così, la Nanna
3220 ant, gi3| al denaio, non conosce né obligo né disobligo; e avendo lo
3221 ant, gi2| potrei dire, e con certi suoi occhietti ardenti pieni di un non
3222 ant, gi1| Certo volevamo acconciar l'occhiolino alle scommessure per veder
3223 ant, gi2| Non ti so dire. Ora egli occorre che un romito scannapenitenze,
3224 ant, gi3| credevano che niuno ci fusse, occorse che il dipintore fuor d'
3225 ant, gi3| andata da lei, la trovo tutta occupata intorno al cofanetto che
3226 ant, gi1| quale gli amanti giolivi, occupati, non davano cura; né al
3227 ant, gi3| e chi lo avesse veduto occupato dintorno a me, averia detto: «
3228 ant, gi1| egli era pasciuto come l'oche dei Giudei, gli risposi
3229 ant, gi2| egli dice in modo che io oda, acciò non dubiti di lui: «
3230 ant, gi3| non gli volendo far aprire odiamo dirgli: «Il mio signore,
3231 ant, gi3| sopra. Onde i tre che si odiavano a morte, tutti in un fascio
3232 ant, gi2| ballare, una cervietta; odila cantare, una angeletta;
3233 ant, gi2| le tre coltella.~NANNA. Odine un'altra, sorella.~ANTONIA.
3234 ant, gi1| di nuovo...~ANTONIA. Che odisti? dì tosto.~NANNA. Tre camere
3235 ant, gi1| dui, e stando ' ascoltare, odono sufolare con un suono fioco
3236 ant, gi1| che interviene a uno che odora una medicina: che sanza
3237 ant, gi2| forbitevi il naso e poi odoratemi il cappero». E mentre diceva
3238 ant, gi2| la loro verginità è tanto odorifera quanto puzzolente la puttanità
3239 ant, gi2| averle fatto il debito, offerendosi a ristorarla. E misole indosso
3240 ant, gi3| mallevadore di non essere offeso, che fa ciò che puote al
3241 ant, gi2| dubitaro che non fosse stato offogato dagli accidenti che gli
3242 | ognuna
3243 ant, gi2| barattando alcuni suoi oli, saponetti e moscati salvatichi
3244 ant, gi1| il core beccandosigli una oliva.~ANTONIA. Io sto' aspettare
3245 ant, gi2| sarieno fichi secchi, noci, olive, uve cotte nel forno e simili
3246 ant, gi1| simigliavano storni ritornati allo olivo donde gli avea cacciati
3247 ant, gi2| nella gelosia era ben misero oltramodo, ma tanto fumoso che a crepacuore
3248 ant, gi2| imaginare: a giuramenti falsi, a omicidi, a ladrarie, a rubarie,
3249 ant, gi1| sementa.~NANNA. Io che facea l'onesta-da-campi, dando alcune occhiate ai
3250 ant, gi2| onorevolmente (però che era ricco onestamente), con uno animo di cagna
3251 ant, gi1| moniche arrecarsi alle cose oneste e convitare a cenare e a
3252 ant, gi1| si suole veder far dagli Ongari al giubileo.~NANNA. Egli
3253 ant, gi1| paresse mai vedere: nel più onorato luogo stava madonna la badessa
3254 ant, gi3| Onde mandatami una cena onorevole, quando veniva per goder
3255 ant, gi2| venire; e sotterrato assai onorevolmente (però che era ricco onestamente),
3256 ant, gi3| manuscristi, i giulebbi, le onzioni, il pagamento del medico
3257 ant, gi3| mandasse per il suo amico oper il suo conoscente: del quale
3258 ant, gi2| stava fino a mezzanotte in orazione, e quel poco che dormiva
3259 ant, gi1| lasciava guidare da lui come lo orbo dalla cagnola. Che più?
3260 ant, gi1| fresca, tenea in seno dui orcioletti di vetro schietto che pareano
3261 ant, gi1| schiuma alla bocca come l'orco, le ficcò il piantone nel
3262 ant, gi2| di no; onde il medicastro ordina uno argomento: il quale,
3263 ant, gi3| letto, fatemi spacciata e ordinate medicine di valuta, tu spiziale
3264 ant, gi3| alcune sue faccende. Intanto ordino che quelli miei sbricchi
3265 ant, gi3| di seminare scandoli, di ordire garbugli di turbare le amicizie,
3266 ant, gi2| per man di maestro Apollo orefice, si facevano alla finestra
3267 ant, gi1| il benedicamus e con lo oremus e con lo alleluia, si aprì
3268 ant, gi1| un cherico cantò in sugli organi una laldetta; e dopo la
3269 ant, gi3| lasciai toccare fino allo organo; ma volendo egli mettere
3270 ant, gi1| votai la tampella della orina fredda, ed empitola di nuovo,
3271 ant, gi1| medici le mettessero lo orinale nella vesta fingea ogni
3272 ant, gi1| bugie che non dicono gli oriuoli stemperati, egli mi entrò
3273 ant, gi2| tal cosa farne rogare ser Oriuolo notaio publico. E vestite
3274 ant, gi1| mio Ettor troiano, il mio Orlando dal quartiere, eccomi tua
3275 ant, gi1| presagli la mano con gli orli della valigia, lo facea
3276 ant, gi2| fodra e nel collarino un orlo di sudore indurato talmente
3277 ant, gi3| Beatrice, ~sia vostro essempio ormai questa meschina.~ ~Io lo
3278 ant, gi3| turba, trasmutato i suoi ornamenti in letti; poi, fallite delle
3279 ant, gi2| per quella via che venne, ornandolo prima di una catenella che
3280 ant, gi1| lume comparimmo in una sala ornatissima, tenendomi il mio studiante
3281 ant, gi2| e lo elmo pur di velluto ornato come lo stocco. Mi sono
3282 ant, gi2| sariano parse pisciotte, e si ornava di alcune vesti a fogge
3283 ant, gi1| la fragola in bocca allo orso, gimmo altrove.~ANTONIA.
3284 ant, gi2| padrona vestita come una santa Orsola dipinta, gridò: «Miracolo!
3285 ant, gi2| salendo per certi muri di ortacci sopra il tetto della casa
3286 ant, gi2| dormiva era sopra un fascio di ortiche.~ANTONIA. Sanza camiscia?~
3287 ant, gi2| inteso la villanella che lo orzo apparecchiato per lei era
3288 ant, gi1| compiacerti, perciò uso le oscurità.~NANNA. Ti ringrazio. Ora
3289 ant, gi1| una fessura; e perché nell'oscuro si vede meglio con un occhio
3290 ant, gi2| NANNA. Sono.~ANTONIA. Le osservanti ancora?~NANNA. Non parlo
3291 ant, gi1| badessa, poiché volea che ella osservasse castità in bordello!~NANNA.
3292 ded | la Nanna non parla delle osservatrici della castità giurata, come
3293 ant, gi2| la fecero toccare da due ossicine che dicevano essere degli
3294 ant, gi2| nerbo, tutto vita, grande, ossuto, morellotto, allegro e amico
3295 ant, gi3| vendere; e il primo dì che uno oste apre la taverna, sanza metterci
3296 ant, gi1| e per le piazze, e per l'osterie, e per tutto non si ode
3297 ant, gi2| straccio. E alzandosi la ostia, diceva non essere di buona
3298 ant, gi2| ad accattar farina per le ostie, raggiratosi un pezzo per
3299 ant, gi2| traeva delle mani.~ANTONIA. Ostinata maladetta.~NANNA Appena
3300 ant, gi3| poveretto entrato nella ostinazione di uno che <si> vuole riscattare
3301 ant, gi1| santa santorum: né poté mai ottenere che il nerone, il caino,
3302 ant, gi3| ciancia, disse: «Perché non ottengo una grazia dalla Signoria
3303 ant, gi1| corruccerai.~NANNA. Dico che, ottenuto il capretto, e fittoci dentro
3304 ant, gi3| che il beato cavallo si ottiene. E io che a ogni romor che
3305 ant, gi2| aguzzo aguzzo, col pomo di ottone, in una guaina antica. E
3306 ded | materia lasciva scrisse Ovidio, Giovinale e Marziale, ma
3307 ant, gi1| pochetto; e per trapassar l'ozio, ritorno al fesso che vidi
3308 ant, gi3| da quelli che perdeno la pacienzia nei tradimenti loro: i quali
3309 ant, gi2| a letto, loro si colcaro pacificati, e io ancora. E venuto il
3310 ant, gi3| il desinare, facemmo una paciozza allegra allegra. E venuta
3311 ant, gi2| raccontò la ciancia ai padricciuoli: che chiamata la moglie
3312 ant, gi1| anni o circa, sbarbato, paffuto con la fronte come il fondo
3313 ant, gi3| gli porti a casa, dico: «Pagagli»; e bisognò che ci lasciasse
3314 ant, gi3| la voglio lavorare sanza pagarla», e venutomi in casa con
3315 ant, gi3| comperando d'ogni cosa, facessi pagarmi da loro ogni cosa. E venisse
3316 ant, gi3| attillata; e ritornato a me e pagata quella che ci tenne in casa,
3317 ant, gi3| veste e ciò che io ho, e pagategli»; e standosi cheto, tanto
3318 ant, gi3| fa come un soldato che è pagato per far male, e facendolo
3319 ant, gi3| uno altro, da quello mi si pagava il filato. Partita la turba
3320 ant, gi3| che io ho, e con i denari pagheremo la catena». E fatto vista
3321 ant, gi3| del consagrato che te ne pagherò». E io che alle sue spese
3322 ant, gi3| poniamo caso, il re di coppe, paghi»; e così, perduti e comperati
3323 ant, gi3| fare a me, che vo' che essi paghino se crapasseno». Egli dice: «
3324 ant, gi2| manette sopra un pocolino di pagliaccia in mezzo a due che lo confortavano
3325 ant, gi1| se ben mi ricordo, della Pagnina, che entrò poco fa nelle
3326 ant, gi3| e inanzi che ne uscisse pagò gli scotti a doppio, perché
3327 ant, gi3| ma volendomi mettere la pala nel forno, lo refutava di
3328 ant, gi1| sudata sudata, portandomi da paladina, lo spinsi inver me di sorte
3329 ant, gi3| Roncisvalle, che ammazzò tutti i paladini.~NANNA. Più valente per
3330 ant, gi2| mutato panni, sfoggiava da paladino; e cominciando a giocare
3331 ant, gi2| toglievano di biasimo la palandrana: elle erano state di rose
3332 ant, gi2| che parea che ruinasse il palco. E fattosi inestare due
3333 ant, gi2| contentò uno che lo mandò al palegro con tre ferite, onde tutta
3334 ant, gi2| perché il marito con la paletta dal fuoco rifrustava bistialmente
3335 ant, gi2| maestro con una dozzina di palettate a letto, loro si colcaro
3336 ant, gi1| scambiettavano sopra come i rei nei pali turcheschi; e se non che
3337 ant, gi1| soccorse la compagnetta sua, la palla le saria uscita per bocca.~
3338 ant, gi1| sfogaro la rabbia suso le palle dei capofuochi: e infilzatesi
3339 ant, gi1| con la lancia da le due pallotte, investì nello utriusque
3340 ant, gi1| chi non si arìa alzato i palmi a sì bella canzona?~NANNA.
3341 ant, gi1| compagna, gittato sopra una panchettina la tovaglietta di rensa,
3342 ant, gi1| ah!~NANNA. ...una certa pania bianca che parea bava di
3343 ant, gi1| dire, e tratto fuora d'un panieretto molte varietà di fiori,
3344 ant, gi1| pero, dalla quale pendea un pannetto di lino sottile che ella
3345 ant, gi3| Porzie, or Virginie, or Pantasilee, or Prudenzie e ora Cornelie;
3346 ant, gi2| cavata se il vitello delle pantuffole lo avesse consentito. Portava
3347 ant, gi1| ne diero più che i beati Paoli.~ANTONIA. Ah! ah! ah!~NANNA.
3348 ant, gi1| chiesa parea San Piero e San Paolo il dì della stazzone, e
3349 ant, gi2| mai. Egli avea una veste paonazza indosso, increspata da collo
3350 ant, gi1| prova della schiena del suo papavero, ci portò suso di peso la
3351 ant, gi1| potea dava da beccare alla papera, e a punto in questa notte
3352 ant, gi1| Parevati giusto, il mio papero il mio cigno, il mio falcone
3353 ant, gi3| dunque papesse?~NANNA. La papessa, secondo che si dice, non
3354 ant, gi3| ANTONIA. Le son dunque papesse?~NANNA. La papessa, secondo
3355 ant, gi3| rimane un padre a quel «pappà» che il figliuoletto gli
3356 ant, gi1| chi ammaestra un cane, un pappagallo, uno stornello e una gazzuola
3357 ant, gi2| succia-broda, pianta-mandragole, pappalasagne, bevi-vendemmia, tira-corregge,
3358 ant, gi2| dove riposava. In questo paradisetto venia la dottora come io
3359 ant, gi1| NANNA. Appena i frutti paradisi fur visti, che le mani di
3360 ant, gi3| per i denari non era di paragone, così la chiave non era
3361 ant, gi2| savio, che le duchesse al parangone sariano parse pisciotte,
3362 ant, gi3| più robba: la mia camera parata sarà un passo di stanza
3363 ant, gi1| con un guanto da vescovo parato, mi reco a piangere: e con
3364 ant, gi2| grande spasso ad udire i pareri della brigata circa il credersi
3365 ant, gi2| vide mai denti che non le paressero neri, radi e lunghi, e a
3366 pie | nella inclita città di Parigi.~ ~<UBERTINUS MAZZOLA~Artium
3367 ant, gi2| potendo trovare modo di parlargli, entrò in una cantilena
3368 ant, gi3| chiesa facendo a gara a parlarmi: e il Sepolcro non fu guardato
3369 ant, gi3| maestro di stalla vuol prima parlarvi». Appena finito la imbasciata,
3370 ant, gi3| che soffocati dal dolore, parlavano col pianto. Ma nel dirgli «
3371 ant, gi3| altri giura averne .XIX. Ma parliamo delle cose importanti. Quanti
3372 ant, gi2| osservanti ancora?~NANNA. Non parlo di esse; anzi ti dico che
3373 ant, gi2| della giovane fastidiosa parò il pozzo come uno altare:
3374 ant, gi2| fuoco e a quello che vi parrà: il diavolo in vece mia
3375 ant, gi3| Perché a una puttana non parrebbe esser puttana se non fusse
3376 ant, gi1| ce ne sono tanti che ti parria strano; e credilo a me,
3377 ant, gi1| otta il gallo della mia parrocchia, e andando a desinare non
3378 ant, gi3| era impazzata di me sì le parsi aggraziata, dettone una
3379 ant, gi2| aspetta». E dettoci «Niuno si parta», gli gì a aprir; e apertogli,
3380 ant, gi3| centomilia «Signorie vostre»: e partendosi per dar luogo ad uno altro
3381 ant, gi2| rugginosa in cima di una asta di partigiana vecchia. Dove il monte si
3382 ant, gi3| facchino minacciandolo che si partisse, il mercatante mi dice: «
3383 ant, gi3| mi si pagava il filato. Partita la turba e venuta gente
3384 ant, gi3| leccarsi da capo a piè: partite poi da sieme, dicono cose
3385 ant, gi1| che Nanna era a' pessimi partiti. E stando così, odo percuotere
3386 ant, gi1| avrebbe smascellato?~NANNA. E partitici a tentoni dalla ciancia
3387 ant, gi3| Dio che sète crudele», si partivano.~ANTONIA. Io odo oggi le
3388 ant, gi2| si fosse toccata il naso, partorendo poi una figliuola col segnale
3389 ant, gi1| non solo lo accoglie, lo pasce e lo riveste, ma gli dà
3390 ant, gi2| stando prima a patto di pascer le erbe che esser tuttodì
3391 ant, gi2| bello-in-campo, e buono solamente a pascermi di fogge; altro ci bisogna,
3392 ant, gi1| fiato mi avvidi che egli era pasciuto come l'oche dei Giudei,
3393 ant, gi3| di là dal mondo, che si pascono di aria.~ANTONIA Camaleonti
3394 ant, gi1| quello che dice maestro Pasquino dei preti: e gaglioffo e
3395 ant, gi3| al mezzo: e non potendo passar più oltre, sputò l'anima.~
3396 ant, gi3| strada che ci impaccia col passarci a tutte l'ore»; ed ella
3397 ant, gi2| strangosciato, parea che passasse; e avendo inteso che una
3398 ant, gi3| di non dirmi villania; e passatagli la furia, mi si inginocchiava
3399 ant, gi2| d'altro per la contrada. Passate le sposarie, alle chiese
3400 ant, gi2| qualche strettina per un passatempo). Ora il capocaccia dei
3401 ant, gi2| cavalli tutto il giorno, con passeggiamenti di giovani; e quando ella
3402 ant, gi3| usciva da canto in camiscia e passeggiato per la sala un poco, mi
3403 ant, gi3| si levò e vestissi. E non passeggiò molto per camera che la
3404 ant, gi3| E se tu hai veduta una passera su le finestre d'un granaio,
3405 ant, gi2| nella palma, dicea: «Il mio passerino, il mio colombino, il mio
3406 ant, gi2| fila non fecero mai altro i passerotti che salire e scendere del
3407 ant, gi1| esclamazioni che si cantano al passio mi ruppe tanto il capo che
3408 ant, gi3| sfoggiasse in ricami, né in pasti, né in cose disutili, e
3409 ant, gi1| piuolo», «il pastorale», «la pastinaca», «la monina», «la cotale», «
3410 ant, gi2| che mi accordai col buon pastore; che, volendome aprir le
3411 ant, gi2| scorpacciata, né perdere la pastura che era verde per lui tutto
3412 ant, gi2| frate al brodo, si gì a pasturare della vaccina (disse il
3413 ant, gi2| in quella frenesia che si pate quando talvolta si dorme
3414 ant, gi3| hanno a combattere, non pateno il dispiacere che patiro
3415 ant, gi1| sette allegrezze, per il pater noster di san Giuliano,
3416 ant, gi3| venire allo amenne del mio paternostro, un dì volendomi trassinare
3417 ant, gi3| pateno il dispiacere che patiro i miei ammartellati. Ma
3418 ant, gi2| anima donde esce il pane patito.~ANTONIA. Oh! oh! oh!~NANNA.
3419 ant, gi2| istessa al gran danno che pativa la terra perdendo ii suo
3420 ant, gi3| sottoscrive «Lucrezia Porzia, patrizia romana», e suggella le lettere
3421 ant, gi2| patti seco.~ANTONIA. Che patteggiò ella?~NANNA. Di girsene
3422 ant, gi2| monestero, stando prima a patto di pascer le erbe che esser
3423 ant, gi2| sembiante di destarsi tutta paurosa, finge di volersi levar
3424 ant, gi2| poveruomo parea una di quella paurose quando scrocca lo scoppietto,
3425 ant, gi1| la mia fagiana, la mia pavona la mia colomba, anima delle
3426 ant, gi2| lo discavalcai; ed egli paziente mi si racconcia in su la
3427 ant, gi3| Si gli fece il dovere al pazzacone.~NANNA. Veniamo a quella
3428 ant, gi2| sfaccendati che venivano a vedere pazzeggiare questo e quello. E il dì
3429 ant, gi2| il nostro letto, che un pazzerone lo abbia da riguardare:
3430 ant, gi2| dei rimasi di dietro, più pazzi che savi, non gli bastando
3431 ded | giuoco del popolo, e le lor pazzie il riso del mondo; tu sei
3432 ant, gi2| pompe, io non voglio far peccare con la invidia le genti,
3433 ant, gi3| interviene a me come alla peccatrice che vuol fare una confessione
3434 ant, gi1| quando io dicessi ghiotta non peccherei in spirito santo.~NANNA.
3435 ant, gi3| amanti mi fu intorno come le pecchie al suono del bacino, o vero
3436 ant, gi1| fuscelli ricoperti di carta pecorina, e le ginocchia le tremavano
3437 ant, gi2| marito mio». A cotal suono il pecorone le si gittò al collo, piangendo
3438 ant, gi2| inghiottonì di un di questi pedagoghi affumicati che si tengono
3439 ant, gi1| seguitare le tue santissime pedate.~NANNA. In conchiusione,
3440 ant, gi2| calze; chi buone calze, peggior farsetto; chi buon farsetto,
3441 ant, gi1| che non si distruggono i pegni per le usure, fregava la
3442 ant, gi2| sanza far motto. Questo pelago laudato, dove pescava ognuno
3443 ant, gi2| mani in capo e tutto lo pelai, con quella crudeltà che
3444 ant, gi3| era a core quanto a me il pelarlo. E giunti a casa, non ci
3445 ant, gi3| astuziette con le quali pelava altrui sanza che mi si vedesseno
3446 ant, gi1| che si mise a scuoterle il pelliccione.~ANTONIA. Ah! ah! ah!~NANNA.
3447 ant, gi3| inanzi con un fiasco di corso peloso in mano, portando Antonia
3448 ant, gi1| manna, e che di seta erano i peluzzi suoi. Del rovescio della
3449 ant, gi2| sonando la tromba sanza il suo pendaglio fu fatto avviare in mezzo
3450 ant, gi1| simile a un pero, dalla quale pendea un pannetto di lino sottile
3451 ant, gi2| nelle braccia due sferze pendenti di corda annodate, e nel
3452 ant, gi2| che solamente a vedergli pendere al fianco una di quelle
3453 ant, gi2| capo di dietro del quale pendevano tre paia di anetre, e dal
3454 ant, gi1| dalle tempie dei vescovi pendono le bande delle mitere. A
3455 ant, gi3| E mandatosi per alcuni peneti per la Nanna, guardata la
3456 ant, gi1| voce da far guardie, e sì penetrativa e tonante, che si sarìa
3457 ant, gi1| san Giuliano, per i salmi penitenziali, per i tre magi, per la
3458 ant, gi3| che a petizione di una penitenzietta, con due gocciole di acqua
3459 ant, gi3| lo mandai a comprarmi un pennacchietto per la berretta; poi ritornò
3460 ant, gi1| consumò miga: che posto il suo pennello nello scudellino del colore,
3461 ant, gi1| cappelletto di seta verde con una pennetta rossa e un fermaglio d'oro,
3462 ant, gi1| di cristallo ornata d'un pennoncello bianco; e cintagli la spada
3463 ant, gi3| dovette dire svegliandosi, pensalo tu.~ANTONIA. Questa è da
3464 ant, gi3| il tempo che egli mise in pensamento, apro gli occhi, e volendomi
3465 ant, gi3| non le vo' dar nome, che pensandosi di far corrersi dietro uno,
3466 ant, gi3| ma sono puttane; e però pensano e fanno ciò che io feci
3467 ant, gi2| impiccato per isposo. E nel pensar ciò, dicendo «oimè, oimè»
3468 ant, gi3| alla impensata e pazze alla pensata. Pure ti dirò il mio parere,
3469 ant, gi3| far d'oro», e con dirle «Pensateci suso», ci lasciò. E dando
3470 ant, gi1| io lo dirò pure!), non pensavo ad altro, e nel sentirmi
3471 ant, gi3| vattene altrove e mostrati penserosa; prometti e sprometti secondo
3472 ant, gi2| dice: «Matta a ciò che tu pensi: adunque tu mi hai per tanto
3473 ant, gi1| Il mondo, sì. Lascia star pensierosa a me che, dal mal francioso
3474 ant, gi1| una leona, ma pungenti (mi penso io) come spine, le poppe
3475 ant, gi3| Putta viegia, tu te ne pentirai; e quel gallina-bagnata
3476 ant, gi2| indugi fanno divieto e che il pentirsi è una morte, mandato per
3477 ant, gi3| fino a un picciuolo di pera.~ANTONIA. E con tante loro
3478 ant, gi2| la casa tutto carico; e percosso la porta col piede, che
3479 ant, gi3| comparse alla mia porta; e percossola gli fu aperto. Onde salito
3480 ant, gi2| saluto e con lo inchino, percotendo la punta dello scarpone
3481 ant, gi1| lo averia lasciato udire percotendola piano; e restando di mandar
3482 ant, gi1| girandola, mi condusse sempre percotendomi al monistero; e in presenza
3483 ant, gi2| miete», e non «mete», «percuote», e non «picchia», «ciancia»,
3484 ant, gi2| quando ecco che udiamo percuoter la porta alla sicura: e
3485 ant, gi1| partiti. E stando così, odo percuotere la cella mia: onde sciugatimi
3486 ant, gi1| celleraia che alzò la mano per percuoterla e ogni cosa, e poi se ne
3487 ant, gi1| non stei molto che odo percuotermi la porta; onde apro, ed
3488 ant, gi2| percosse, dicendo mentre lo percuoteva: «Fatelo adesso». Onde la
3489 ant, gi1| perduta la pacienza come la perde un che si fa romito, si
3490 ant, gi3| di vedere i cortigiani, perdea gli occhi per i fori della
3491 ant, gi1| sorte che poco mancò che nol perdei in me stessa, e in quello
3492 ant, gi2| bravo-in-piazza?~NANNA. Perdette la favella a quel suo minacciare
3493 ant, gi2| cose vedute, eccoti il mio perdi-giornata: col quale sfogai la bizzarria,
3494 ant, gi2| prigione dopo alcuni dì, perdonando a tutti uscì dello inferno,
3495 ded | l'ira di Dio, movendolo a perdonarci le nostre colpe. Sì che
3496 ant, gi3| me ne vogliate donare o perdonargli». E dicendo così mi toglie
3497 ant, gi3| averai».~ANTONIA. Come te la perdonava egli poi, se era persona
3498 ant, gi3| rispondo: «Lo imbasciador mi perdonerà perché sono obligata a questo
3499 ant, gi1| ci adormentammo.~ANTONIA. Perdonimi il Centonovelle: egli si
3500 ant, gi2| tanto disse, che ella gli perdonò, e io mangiai del pan pentito,
3501 ant, gi1| taf che fanno i piedi dei peregrini quando trovano la via di
3502 ant, gi1| scherzare in cagnesco con un peregrino che chiedendole (mi stimo
3503 ant, gi2| le conventuali sono tanto perfette che meritano che gli abbrusciamo
3504 ant, gi3| che ivi si stava sotto una pergola col suo pozzo allato, la
3505 ant, gi2| convenne con quello che avea pertica da spazzare ogni gran camino:
3506 ant, gi1| rimanente. Dopo la vecchia pervenimmo alla sarta, che era ai ferri
3507 ant, gi3| volendosi tirare indietro, pervenuto in capo della scala cadde
3508 ant, gi1| subito; e perché sapea quanto pesava la lor lana, non si guastaro
3509 ant, gi2| il vicinato sbucò fuora a pescare colei che avea preso la
3510 ant, gi2| Questo pelago laudato, dove pescava ognuno sanza pigliar mai
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