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Pietro Aretino
La cortigiana

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


abate-cerch | ceri-fango | fano-manca | manda-potri | potro-spall | sparl-zucch

                                                      grassetto = Testo principale
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1 0, pro| stile se non quello de l'Abate di Gaeta, bisogna andare 2 5, 22| son tutte corna? Sì che abbiale per onorevole cosa, come 3 1, 7| balocchi che i quattrini abbin nome a Roma, m'ha costo 4 1, 24| ad intendere che i preti abbino una discrezione al mondo, 5 1, 22| VALERIO L'odio con la vita abiam noi, poveri servitori.~PARABOLANO 6 1, 16| fiorentino, da Porta Pinti, abitante a San Pietro Gattolini, 7 3, 4| ROSSO Messer Maco! Che abito è questo? Siete voi scappato 8 1, 18| longo che un senza pane. Abrevia, cancar ti venga; ma cicala, 9 1, 23| bello e legato. Ma, quando accadessi, non solamente a lui, ma 10 4, 10| sue consolazione, e non mi acceca tanto il vino ch'io non 11 1, 9| una notte, dargli d'una accetta sul capo, al boia?~ROSSO 12 0, pro| da bene, e dette donne, accettate dal sopra detto Apollo, 13 2, 5| povero cortigiano a pena è accettato, [ha] a comprarsi l'acqua 14 4, 1| pillole et aque syropus accipere bisognat.~MESS. MACO Voi 15 1, 23| a lui, ma a mio padre l'accoccarei, e parmi un gran mercè a 16 3, 5| sono, io sono!~PARABOLANO Accompagna tu, Rosso, qui la mia madre 17 5, 4| la Signora!~BIASINA L'è accompagnata.~MESS. MACO Cacciàtelo fora, 18 0, arg| il detto Messer Maco, lo acconcerìa per cardinale con un papa. 19 4, 1| volte che coloro tolti d'acconciar un asino, poi che salgono 20 1, 2| ch'io ci son venuto per acconciarmi per papa con qualche imperadore 21 5, 22| de voi ne vengono a Roma acconciatamente, che disfatti e fracassati 22 1, 3| Vostra?~SANESE Messer sì; acconciate la beretta così, andate 23 2, 20| verrà dietro.~MESS. MACO Acconciatemi pur ben, maestro!~M. ANDREA 24 5, 21| voglio ch'a mie spese s'acconcino le inemicizie, e io ne vado 25 1, 23| quel sanese e poi mi sono acconcio seco per pedante; questa 26 5, 5| del letto e non ho potuto accorgermene a ora che la non sia uscita 27 3, 6| noi femine; e non è per accorgersi mai de così fatta burla.~ 28 4, 3| è quel ch'io dico: io m'accorsi ch'egli cercava d'assassinarvi 29 1, 18| che tu paghi otto! Oh, che accorti spenditori, oh che maestri 30 4, 1| che salgono in cielo a l'accursiesca e serapichesca non si degnon 31 4, 19| scambiato nelle forme. Io vi accusarò per ladri! Ladri visibilium 32 0, pro| e con tale archimia fu acquistato Pasquino, né si sa di qual 33 2, 4| e con questo dolermi non acquisterò io chi più che la vita desìo; 34 2, 15| vino, ché, Dio grazia, s'adacqua in modo che 'l cervello 35 5, 15| stomachevole una medecina! È adacquato di acqua tepida, stata un 36 5, 3| Signora, dico!~M. ANDREA Adagio!~MESS. MACO Voi mi farete 37 0, arg| l'ha mandato in Roma per adempire il voto fatto per la salute 38 5, 17| quella burla di Filippo Adimari, che, cavando i fondamenti 39 1, 1| adirate!~MESS. MACO Mi voglio adirare, mi voglio, e voglio essere 40 1, 1| cognosco.~SANESE Non vi adirate!~MESS. MACO Mi voglio adirare, 41 5, 1| savio, da bene, liberale e adorato da tutti; e ora non mi conosce 42 5, 7| punisce li vizi e tu li adori e reverisci. Ma questo non 43 3, 7| insomma loro vogliono che s'adorino le bone e le triste opere 44 1, 14| PARABOLANO Oimè, che colei ch'io adoro non mi verrà mai in fastidio, 45 1, 12| sono de la stirpe de ser Adriano.~ ~ ~ ~ 46 3, 1| resuscitato la speranza secca e aduggiata ne le amorose passioni; 47 1, 17| anche il povero uomo è mezzo aduggiato.~ ~ ~ 48 4, 6| vedervi, e non faccio per adularvi, ma dico la verità; e s' 49 2, 23| dolciato?~MESS. MACO Io v'afferro; ma caminatemi presso, ché 50 4, 1| M. MERCURIO Hyppograssus affirmat hoc, dico vobis.~MESS. MACO 51 2, 7| dove son quei santi che affogano di chi è?~M, ANDREA Di musaico.~ 52 5, 1| so ben; ché s'io volessi affogarmi, che trovaria chi mi ligarebbe 53 0, pro| el cane, e dirò: el tal è agens, el tal è patiens; e se 54 5, 15| caldo e di verno ti fanno aghiacciare le parole in bocca e con 55 4, 1| più belle forme e le più agiate che vi siano.~GRILLO Così 56 2, 24| in Palazzo al buon tempo, agiongono a questa.~GRILLO O che da 57 5, 5| mia povertà? S'io dovessi agirare tutta la notte, so' per 58 0, pro| perché a lui non è ancora agiunto stile se non quello de l' 59 | agl' 60 1, 2| ogni apiacere.~MESS. MACO Ago vobis gratis.~SANESE Non 61 1, 24| il Coliseo? Ègli dolce o agro?~M. ANDREA La più dolce 62 4, 8| te, con tuo utile.~TOGNA Ahimè cattivella, ché 'l mio marito 63 5, 1| sempre favoriti e del mio aiutati, sono i primi a offendermi. 64 1, 22| Aiutami!~VALERIO Mai non vi aiuterò, se non me aprite il vostro 65 1, 19| uscirai senza fare male. In aiutorio Altissimi! Dove entrarai? 66 4, 12| Io temo che la casa che l'alberga, [i] vestimenti che l'ornano 67 3, 9| torri nascessero come li alberi.~M. ANDREA Voi erravate 68 2, 6| coleriche e ragioniamo de le alegre perché morremo anche noi, 69 1, 20| Rosso.~ ~CAPPA Tu sei molto alegro, Rosso; tu vai ridendo da 70 5, 22| Bucefalas, e fu tanto caro ad Alessandro per il corno che l'aveva 71 5, 15| ci tratton bene? Quattro alice o diece sarde marce e vintecinque 72 5, 22| che l'aveva nel fronte. L'Alicorno non è prezioso per il corno 73 3, 13| Con le noie d'altri, per alleggerire le mie.~VALERIO Con qual 74 4, 18| Ora a ritrovare la vecchia allegramente!~ ~ ~ 75 4, 19| d'oriente'.~M. MERCURIO V'allegrate con le musiche; oh che voce!~ 76 5, 15| che le sepolture son più allegre, e di state bollono per 77 2, 1| che magnificenzia, oh che allegrezza è vedere fumare gli arosti 78 4, 12| l'ornano e il letto che l'alloggia e l'acqua che la lava e 79 1, 2| li bergamaschi; ma dove alloggiate voi?~MESS. MACO A Roma.~ 80 1, 2| Ceccotto, ah, colui che ci ha alloggiati; uno omo molto savio e favorito 81 5, 12| luci de la mia idea, non alluminarete voi la camera sì che vedere 82 4, 1| e son vostro servitor, alma serena.~M. MERCURIO Orsù, 83 2, 16| la Signora mi manda a Sua Altezza e si non fussi per rispetto 84 1, 19| senza fare male. In aiutorio Altissimi! Dove entrarai? Rispondi.~ 85 0, pro| autore. Parnaso è un monte alto, aspero, indiavolato, che 86 5, 4| MESS. MACO Cacciàtelo fora, altramente, porca vacca...!~BIASINA 87 | altrove 88 3, 2| rincroscicchiare de le mani, a l'alzare del volto al cielo e al 89 3, 3| gintildonna.~PARABOLANO Ama ella altro che me?~ALOIGIA 90 2, 6| un fiasco de lacrime d'amanti, un bicchiere di sangue 91 3, 8| PARABOLANO È pur dolce cosa amare et essere amato!~ROSSO Dolce 92 1, 22| secreto.~PARABOLANO Quanti amari veneni ascondeno i preziosi 93 2, 8| l'amo, si sdegnerà essere amata da sì basso uomo. S'io sto 94 3, 8| dolce cosa amare et essere amato!~ROSSO Dolce cosa è il mangiare 95 2, 5| doi pasti il giorno gli amazza e che la sera fanno colazione 96 2, 1| queste lamprede mi farìa amazzare cento volte il . Ma Valerio 97 2, 2| mena qua la vesta, che t'amazzarò!...'~GRILLO Maestro Andrea, 98 2, 15| saperlo? Dipoi se voi mi amazzate... Laura... non sète voi 99 1, 19| PESCATORE Ah, che siate amazzati! Spiritato io? Io spiritato?~ 100 1, 9| al servitore, ch'ei sia amazzato!~ROSSO E a la Messa il paggio 101 3, 8| sonettini di Maestro Pasquino mi amazzorno e meritarìano, disse el 102 3, 11| fare più ambasciate che l'ambascerie; chi vol unzioni per el 103 1, 22| Almen n'avess'io lettere o ambasciata!~VALERIO Dove s'hanno a 104 3, 11| l procaccio e a fare più ambasciate che l'ambascerie; chi vol 105 2, 5| cortigiano, è fatto un invidioso, ambizioso, misero, ingrato, adulatore, 106 2, 1| vitella mongana, barbacano o ambracano dentrovi!~CAPPA Sta bene! 107 3, 8| padrone. Non è più dolce che l'ambrogie che voi dite, quel mèle 108 3, 8| PARABOLANO Si tu assaggiassi l'ambrosia che stillano l'amorose bocche, 109 5, 12| amore stilla le dolcissime ambrosie, non ti degnerai tu ch'io, 110 4, 22| corda, a cinque ore ven l'amica, sì che piglia[te] cose 111 3, 17| la mia maestra, e qualche amicizia con frati, chi vuol sapere 112 5, 6| vento che me ammazza, e l'ammalarmi non me va a proposito niente. 113 5, 20| per troppo amore voi non ammalasti, presi questo partito.~VALERIO 114 2, 5| è di buono è che se tu t'ammali, ancor che fussi in lor 115 2, 6| ROSSO E non altro?~ALOIGIA Ammaliò il suo compare, per compiacere 116 5, 15| colla in su lo stomaco che ammazzaria una statua.~ALOIGIA Iesus!~ 117 4, 14| solicitatore in la causa di quello ammorbato di Cupido! Basta che non 118 2, 8| perch'io scrivendoli quanto l'amo, si sdegnerà essere amata 119 4, 22| la Aloigia!~ROSSO La più amorevole donna che sia al mondo.~ 120 | an 121 3, 7| questi giorni il nepote d'Ancona, Arcivescovo di Ravenna, 122 2, 3| sua rabbia. Questa notte, andando io a procission per casa, 123 2, 13| solo.~ ~Ora sì ch'e' poeti andaranno a la stufa! El bisogna fare 124 0, pro| indiavolato, che non ci andarebbe San Francesco per le stìmate, 125 1, 24| parere d'essere pratichi, non andarebbeno mai a Messa per tutto l' 126 1, 24| non voglio io fare perché andarei in l'inferno e mal per me.~ 127 1, 15| si questi gran maestri andassino mal vestiti, quanti ce ne 128 4, 19| ANDREA Maestro Mercurio, andatevi a spasso e domani andate 129 4, 9| non m'hanno odore; sì che andative con Dio e fati ch'io non 130 5, 11| presto, perché suo marito è andato a un suo casale stasera 131 5, 22| donne con doe belle corna andavano a marito, perché Domenedio 132 2, 24| come un edificio.~M. ANDREA Andiamoli presso e ascoltiamo ciò 133 4, 3| e Dio voglia che voi ne andiate netto.~PARABOLANO O traditore! 134 3, 6| che 'l mio padrone goffo andrà nel bel di Roma, e noi a 135 1, 3| Bonum est nomen Magister Andreas.~SANESE Or così gitevi digrossando 136 2, 26| avere per mal da noi.~GRILLO Andrò, perché me lo pare vedere 137 2, 1| queste lamprede son bocconi d'angeli; io, per me, ne ho invidia 138 5, 12| lodami un poco!)~PARABOLANO O angeliche bellezze de la fronte, del 139 1, 24| Dite.~MESS.MACO~Si deus est animas prima cupientibus artem~ 140 3, 7| niente, e' mi vien voglia d'annegarmi, e non son però tanto ignorante 141 5, 15| sonsi prima da tante mani annoverate, che doventano più succidi 142 2, 14| de l'Aversiera e madre de Antecristo! Ma sia come la vuole; a 143 5, 16| Io son più ruinato ch'una anticaglia. Dove anderò io, che non 144 1, 12| privillegi del benemerito de li antichi, né mai Rafaele giudeo vole 145 1, 12| essaltando la sua nobile e antichissima genologia.~VALERIO Flaminio, 146 4, 18| che merito le forche per antipasto, costui ha lassato andare; 147 0, pro| scorucciare.~ ~'Sippa' è vocabulo antiquo, 'deroccare' e 'tartussare' 148 3, 8| fui servitore di messer Antonio Lelio, e so mille galanterie 149 5, 18| di giudizio, per un vano apetito, ne date in preda a un tabacchino, 150 3, 4| voi ch'io faccia? ~ROSSO Apiccati! ~MESS. MACO Il Bargello 151 5, 15| Se tu vedessi una volta apparecchiata una tavola in tinello e 152 2, 1| bel vedere fanno le tavole apparecchiate! Io per me, s'io fussi stato 153 0, per| Personaggi (in ordine di apparizione)~ ~Istrione del Prologo~ 154 | appena 155 5, 15| poi la state, che l'omo appetisce i luoghi freschi, e tu entri 156 5, 15| spaventaria la rabbia, non che l'appetito. El vino di poi ti ristora? 157 2, 26| trovandolo el Bargello lo appiccarà in tuo scambio.~MESS. MACO 158 0, pro| gran conto di dispiacerli. Aprezza tanto la grazia loro quanto 159 0, pro| la grazia loro quanto ha aprezzato Girolamo Beltramo il Giubileo! 160 2, 14| de ventidue anni cavati d'aprile al maggio, e passa la quarantina; 161 1, 11| VALERIO Anche hai ardire d'aprir bocca, disonor del vituperio? 162 5, 4| Entrate!~MESS. MACO Ve' ch'apristi ancora, Marfisaccia di merda!~ ~ ~ ~ 163 4, 1| novissima dies pillole et aque syropus accipere bisognat.~ 164 0, per| pescatore ~Guardiano d'Aracoeli ~Aloigia, ruffiana ~Zoppino, 165 1, 16| togliessero la mula e loro aranno inteso il giannetto, il 166 5, 22| ci fanno tanto bene per arare. Cornuto piacque quel medesimo, 167 0, pro| creatura di Apollo: e con tale archimia fu acquistato Pasquino, 168 3, 9| Faròmi io bene?~M. ANDREA Arcibonissimo, perché è men fatica a fare 169 3, 6| ci provedevi! Or son io arcichiaro che 'l mio padrone goffo 170 3, 7| VALERIO Non se ne trova degli Arcivescovi di Ravenna, si non uno, 171 2, 6| ha fatto nulla.~ROSSO Oh, àrdese la gente per non fare niente? 172 2, 8| guaressino le piaghe mie, tu m'aresti a quest'ora sanatomi.~VALERIO 173 1, 22| Dove io sono.~VALERIO Voi l'arete tardi.~PARABOLANO Perché?~ 174 5, 17| capezzale, messagli da Piero Aretino? Imaginandosi che la fussi 175 1, 9| forbirsi il culo in un piatto d'argento, e prima si fa fare la credenza 176 0, arg| un buon maestro da fare argomenti et è stato molto solutivo. 177 2, 12| tersi, limati, dotti, novi, arguti, divini, correnti, dolci 178 5, 22| ordine a Pattolo, omo dotto e arguto, e pregalo per parte mia 179 4, 12| Cupido pigli per capegli l'aria e la terra!~PARABOLANO Dio 180 1, 2| nome: Botto..., Scotto..., Arlotto..., Scarabotto..., il Biliotto..., 181 0, arg| l'onestà, più suave che l'armonia, più gioconda che la letizia, 182 2, 1| allegrezza è vedere fumare gli arosti e' pesci d'ogni sorte! Oh 183 4, 1| del prezzo e messer Maco s'arrischierà a pigliare le medicine.~ 184 3, 8| cul de mio... che farìano arrossire la vergogna!~PARABOLANO 185 1, 24| animas prima cupientibus artem~Silvestrem tenui noli gaudere 186 1, 14| tosto?~PARABOLANO Or taci: ascoltami.~ROSSO Or dite, ch'io intenda!~ 187 3, 3| In ginocchioni vi voglio ascoltare.~ALOIGIA Questo è più tosto 188 3, 3| Veneranda madre mia, degnàtive ascoltarmi vinte parole in secreto.~ 189 1, 24| Certo?~MESS. MACO Chiaro! Ascoltate questo epigramma ch'io ho 190 1, 22| PARABOLANO Quanti amari veneni ascondeno i preziosi vasi. Entriamo 191 5, 18| facile credenze date agli asentatori e maligni, e senza udire 192 2, 19| ch'egli si creda che gli asini tenghino scuola? Veramente 193 0, pro| Parnaso è un monte alto, aspero, indiavolato, che non ci 194 4, 1| me avvii dove le forme vi aspettano.~MESS. MACO Va' e tolli 195 3, 7| cortigiana sta in un punto non aspettato.~FLAMINIO Sì, ma questo 196 4, 13| cosa che più m'importa e aspetterà, el corbo! Mi era scordato; 197 4, 4| Rosso, solo.~ ~Chi la fa l'aspetti, dice l'avverbio; e chi 198 2, 14| consumino per lui. Ma tu assaggerai d'una fornaia, ignorantone! 199 3, 8| tavola.~PARABOLANO Si tu assaggiassi l'ambrosia che stillano 200 2, 5| padroni ci dànno contumacia, assaggion vini, se c'è poca acqua, 201 2, 4| potrei chiamare contento sono assalito da sì pessima febre che 202 5, 15| entri in tinello dove ti assalta un caldo creato in quelle 203 5, 8| piglio più piacere. Però assaltiamolo e scambiamo prima le cappe.~ 204 0, pro| prefato messer Mario che mi assaltò Ceccotto Genovese, già sarto 205 5, 15| che merito le forche per l'assassinamento ch'io faccio al padrone, 206 2, 14| come la vuole; a me basta d'assassinare el mio padrone e vendicarmi 207 4, 3| accorsi ch'egli cercava d'assassinarvi e sòmmi stato cheto perché 208 5, 14| E bel serìa che qualche assassino fussi dentro e tagliàssiti 209 5, 18| senza udire il biasimato assente, sbandite ogni fedele e 210 0, pro| comedia! Orsù, a le mani, assettarètivi mai più, perdigiornate? 211 4, 22| né con altro cibo bramo assolvere il digiuno mio; ma son per 212 5, 15| farìa fuggire la fame a l'astinenzia.~ALOIGIA Se doverìan vergognare!~ 213 2, 15| avere il Rosso valente come Astolfo!~PARABOLANO Non più! Dove 214 2, 11| non parere busardo come gl'astrologhi del diluvio, vi voglio leggere 215 0, pro| Genovese, già sarto e ora astrologo, e dice ch'io ho detto che 216 0, arg| altra foggia qui che [a] Atene non si faceva; dipoi colui 217 3, 6| mio tempo non sarìa stata atta a scalzarmi Lorenzina né 218 3, 7| qua; ma se tu me crederai, attenderai a servire.~FLAMINIO In effetto 219 2, 5| e servitù tua, e non si attendere ad altro ch'aspettare che 220 5, 15| ALOIGIA Non mai più li attesi.~ROSSO Come tu entri in 221 0, arg| ruota, e per grazia de li auditori arà fin presto, come le 222 0, pro| bisogna andare dietro a le autorità sua, ma circa al parlare 223 2, 5| come porta le fronde lo autunno, e cadevono in capo a le 224 4, 6| farle a niuno, e non fo per avantarmi. Or lasciamo andare le cose 225 5, 15| fare un banchetto, e ci avanza colli, piedi e capi di pollami 226 5, 15| le candele di porco che avanzarono la sera; ancora che 'l più 227 3, 16| GUARDIANO Sì, sì, e ci avanzerà luogo, perché l'anime nostre 228 4, 7| dimonstro, perché adesso ne va l'avanzo de tutto l'onore e l'utile 229 1, 14| mai in fastidio, tanto m'è avara d'un sguardo.~ROSSO Non 230 | avea 231 5, 15| de lo scalco, che a pena avemo fenito l'ultimo boccone, 232 1, 24| formose puer, musam meditaris avena ~Dic mihi Dameta recumbens 233 2, 6| Che ha, male?~ALOIGIA L'averà male, e el malanno è pro 234 2, 8| tal cosa, che alegrezza ne averanno li vostri, che gloria la 235 5, 22| li studi e con esse non averia pacienzia un pilastro, che 236 2, 11| inamorato di Camilla Pisana per averla vista da le fenestre de 237 3, 2| ROSSO Io son pur felice averle dietro, queste femine, e 238 3, 7| irmi con Dio, ch'almeno averò un padrone che mi guarderà 239 2, 14| de Satanasso, avola de l'Aversiera e madre de Antecristo! Ma 240 2, 8| propria vita.~PARABOLANO L'averti io sempre cognosciuto tale 241 1, 2| Per Dio, ch'io ho caro d'avervi cognosciuto, e per amor 242 1, 22| PARABOLANO Dove son io? Almen n'avess'io lettere o ambasciata!~ 243 2, 6| caporione de Parione.~ALOIGIA Se avessino, con la mitria, spuntati 244 | avevate 245 1, 12| non sarebbono così male aviati, e anche il Signor Constantino 246 0, pro| è perché ser Petrarca in Avignon s'inamorò di monna Laura, 247 3, 7| scudi. Gli diedi el primo aviso e non volse dirne per me 248 2, 14| strega, suocera de Satanasso, avola de l'Aversiera e madre de 249 1, 1| un de quelli che vostro avolo comperò tre lire e mandòlo 250 2, 6| unghie de gufi, cuori d'avoltori, denti di lupi, grasso d' 251 3, 7| larghe? Per certo che chi avventa e lancia le parole bisogna 252 4, 4| la fa l'aspetti, dice l'avverbio; e chi asino è, e cervio 253 4, 2| ragionare di Laura e che n'ha avvertito il fratello di lei e che 254 2, 23| bacio le mani.~M. ANDREA Avviatevi inanzi, noi vi verremo dietro, 255 4, 1| Padrone, serà meglio ch'io me avvii dove le forme vi aspettano.~ 256 1, 16| Una scala d'oro in campo azzurro. Ma ventura ce viene. Io 257 0, pro| fussi sotto la torre de Babilonia, e sotto ci era Roma. Vedete 258 0, arg| per minchione, Mantoa per babione, Venezia per coglione, e 259 2, 16| per la via maestra; ma el babuasso vien fuora. Càvategli la 260 1, 15| che parrebbono scimie e babuini. Ma io sono il bel pazzo 261 5, 15| col despettoso suono de la bacchetta, e non vuol mai che finiamo 262 1, 20| accorto il maestro de le bagatelle, e te la conterò più per 263 0, pro| poche, ché vi so dire che bagnaresti e' piedi d'altro che d'acqua 264 2, 26| Maestro Andrea, volete voi la baia, o pur mi sono scambiato 265 2, 3| la qual dirò che sia sua baiala, piglierò verso di far credere 266 2, 16| Mai da che furon fatte le baie si udì la maggior ciancia 267 4, 1| pesarlo, ché s'ha a pagare un baiocco per libra, come è rifatto. 268 3, 14| Mercurio, ch'è 'l maggiore baione e 'l migliore sozio del 269 3, 3| carissimo!~ROSSO Questa è la balia di quella cosa, cioè, de... 270 2, 15| Ogni cosa: moglie, marito, balie, fratelli e peggio.~PARABOLANO 271 5, 2| le fi... fi... finestre ballano, ah, ah, ah! To... Togna 272 5, 21| ch'anch'io so' in questo ballo e voglio ch'a mie spese 273 1, 7| solo.~ ~Doi baiocchi, o balocchi che i quattrini abbin nome 274 3, 16| egli, padre?~GUARDIANO Non, balorda!~ALOIGIA Voi m'avete tutta 275 1, 19| limosina perch'i' ho quattro bambolini che non peson l'un l'altro...~ 276 0, pro| cognoscere, e molti anni cantò in banca, tutti e' figlioli e figlie 277 1, 24| comprarete cavalcature, faremo banchetti a vigne, in maschera. Ite 278 5, 15| Accaderà in cento anni fare un banchetto, e ci avanza colli, piedi 279 2, 26| e avere intorno tutti i banchieri fiorentini, ché i cicaloni 280 2, 5| denari del mio offizio al banco de li Strozzi.~FLAMINIO 281 1, 21| Forse che tutto non vanno bandi che non si porti armi ?~ 282 1, 7| risponde. Sarà meglio farlo bandire e andare de qua.~ ~ ~ ~ 283 2, 1| odore ha la vitella mongana, barbacano o ambracano dentrovi!~CAPPA 284 4, 4| reggerò, favorito, a la barbaccia tua, Valerio.~ ~ ~ ~ 285 2, 26| me lo pare vedere come un barbagiannino e avere intorno tutti i 286 3, 8| e meritarìano, disse el barbierario, ch'ogni matina se ne leggessi 287 2, 5| pagato la lavandara, il barbieri, il salario del garzon, 288 2, 6| al forno, a la stufa, al barbiero, a la gabella, a la taverna, 289 2, 14| che non hanno mille sarti. Barbuta, strega, suocera de Satanasso, 290 1, 24| parte. Vi insignerò poi el Barco, la Botte di termine, il 291 4, 3| ha morto una dozzina de bargelli e porta l'arme al dispetto 292 4, 1| malatestissimo soldato al tempo di Bartolomeo Coglion!~GRILLO Padrone, 293 4, 19| farò, e a Vostra Signoria bascio le mani.~ ~ ~ 294 4, 1| e non per in busse e 'n basse!~MESS. MACO Trant fabrilia 295 2, 8| sdegnerà essere amata da sì basso uomo. S'io sto queto, el 296 0, pro| qual musa o di qual poeta. Bastardo è egli, questo è certo, 297 2, 13| bisogna fare mettere el basto a' camelli per coronarci 298 2, 12| volessi fare dare cento bastonate.~MESS. MACO No no, maestro, 299 5, 12| Rosso.~ ~PARABOLANO O notte beatissima, a me più cara che a le 300 2, 6| vuole per sé.~ALOIGIA Al beccaio, al pizzicagnolo, al mercato, 301 1, 21| capo mi hanno pelato, preti becchi, sodomiti, ladroni! Al corpo, 302 1, 1| Dottori, fonte Branda, fonte Beccia, la piazza, la guardia, 303 2, 26| M. ANDREA Fatti indietro, becco, pesadeos, vigliacco, che 304 5, 4| corruccia.~BIASINA De le tue, becconaccio; io tiro la corda. Entrate!~ 305 2, 11| Mentre che messer Moccicone beeva s'è inamorato di Camilla 306 1, 2| padrone.~SANESE La notte di Beffana fece ventidue anni.~M. ANDREA 307 0, arg| le forme che fanno i più bei cortigiani del mondo. E 308 2, 12| tutto el ponente. ~Le tue belezze veneron di Francia ~Come 309 0, pro| Apollo bello e madonne muse bellissime, si consumò el matrimonio, 310 0, pro| quanto ha aprezzato Girolamo Beltramo il Giubileo! E ora stai 311 2, 1| stato quel papa che fece Belvedere, arìa spesi i miei danari 312 1, 15| ducato; dipoi ognuno mi benediria le mani, s'io rubbo un di 313 0, pro| perché arà le some de' benefici per andare dietro a le favole...~ 314 2, 5| quale hai impetrati [i] benefizii campi, tutti quei fastidi, 315 3, 7| per non esser reuscito un benefizio, che al virtuoso messer 316 2, 6| sopra vento a la noce de Benevento.~ROSSO Come ha ella nome?~ 317 5, 12| aspetto del mirabil Dio! O mia benigna stella, qual mio merito 318 2, 5| dove pigliano le pieghe le berette. Avvenne una mattina un 319 1, 2| farà onore, massime con li bergamaschi; ma dove alloggiate voi?~ 320 1, 1| si fanno e' marzapani, e' bericuocoli a centinaia, e ci vuol ben 321 2, 2| voglio stare con questi bestialacci.~MESS. MACO Io fo per giambo, 322 2, 6| ostaria del Pavone e' la bevette forse di sei ragioni vini, 323 4, 22| Deh, mangiamo un poco e beviamo doi tratti a cavallo a cavallo.~ 324 3, 9| io mangio come un lupo e bevo come un cavallo. Ma come 325 2, 6| a ruinare!~ALOIGIA L'ha bevuto el figliolo de la sua comare, 326 3, 11| francioso, chi polvere da fare bianchi i denti e chi per el mal 327 5, 18| maligni, e senza udire il biasimato assente, sbandite ogni fedele 328 1, 12| senti' ch'un altro padrone biasimava Julio con dire che gli è 329 1, 13| O non sai tu che per il biasmo d'un tal non si scema e 330 1, 24| cortigiano son queste: saper biastemare et essere eretico.~MESS. 331 4, 1| Maco, io motteggio e voi biastemate come un traditore, e son 332 1, 24| bocca.~MESS. MACO Adonque io biastemerò: 'la potta da Modena!', 333 4, 1| di che?~MESS. MACO Ch'io biastemo?~M. ANDREA Che no?~MESS. 334 1, 24| veduti per lettera su la Bibbia, così l'anticaglie. Ma le 335 2, 6| de lacrime d'amanti, un bicchiere di sangue di nottola, ossa 336 2, 13| Maco de spini, ortiche e bietoloni; al dispetto de' lauri e 337 0, arg| omo che ti governi con le bigoncedisse messer Zanozzo Pandolfini - 338 1, 22| VALERIO Se voi avessi nella bilancia de la pretesca discrezione 339 1, 2| Arlotto..., Scarabotto..., il Biliotto..., Ceccotto; Ceccotto, 340 4, 13| di punto quel che dice, bisognarìa avere la memoria d'un ricordo! 341 2, 6| ch'io no 'l facessi, se bisognassi? La poveretta!~ROSSO Per 342 3, 3| ALOIGIA Gran mercè: pur e' non bisognava.~ROSSO Non ti diss'io che ' 343 2, 18| a l'anno; e credo che mi bisognerà spettarla un'ora, perché 344 2, 24| Questa novella non è nel Boccaccio! O che ladra cosa, eh, eh, 345 5, 15| pena avemo fenito l'ultimo boccone, che ci caccia col despettoso 346 2, 26| trovi quel che tu cerchi, boiaccia!~MESS. MACO Deh, Grillaccio 347 5, 15| più allegre, e di state bollono per el gran caldo e di verno 348 0, pro| l'ha detto egli ch'è da Bologna, et altro omo che 'l Petrarca, 349 3, 9| fatica a fare un uomo che una bombarda.~MESS. MACO Sì, eh?~M. ANDREA 350 3, 6| d'Erculano fornaro è una bonissima robba, e tuttavia ordinarò 351 2, 20| ANDREA Ah, ah, ah, buono, bonissimo! Andate a travestirvi con 352 1, 3| Maco e Sanese.~ ~MESS. MACO Bonum est nomen Magister Andreas.~ 353 3, 6| vero, io ho scopati tutti i bordelli d'Italia, e al mio tempo 354 1, 11| Brutti ghiottoni, andate al bordello, ché per Dio, per Dio me 355 1, 24| insignerò poi el Barco, la Botte di termine, il Coliseo, 356 4, 1| Grillo, su la porta de la bottega che fa i cortigiani plusquam 357 1, 2| della lingua il suo nome: Botto..., Scotto..., Arlotto..., 358 5, 17| ancora ho dato a Messer Marco Bracci fiorentino di quella imagine 359 5, 15| tinello impaurisce un sì gran braccio?~ROSSO Se tu vedessi una 360 1, 1| Studio, c'è' Dottori, fonte Branda, fonte Beccia, la piazza, 361 2, 1| grande. Ma quando io veggio Brandino e 'l Moro de' Nobili che 362 0, pro| patrone, e ancora ch'io abbia bravato un poco, non c'è periculo 363 | breve 364 1, 10| per tua fe'?~FLAMINIO Ah, briachi, gaglioffi, ladroni, traditori! 365 4, 10| dubbio. Io voglio fare el briaco al naturale come torno a 366 4, 8| ché merita ogni male, el briacone.~ALOIGIA Te ringrazio; ma 367 2, 6| mia maestra mi questa briga.~ROSSO Che ha, male?~ALOIGIA 368 3, 8| che farìano stomacare un brigantino.~PARABOLANO Tu simigli le 369 5, 22| ch'io non mi pensavo.~ ~Brigate, se la favola è stata longa 370 2, 11| fronte corallina e labra di broccato m'hanno cavato di me stesso, 371 5, 15| medesima vacca, e fa un brodo che la liscia sarebbe uno 372 1, 11| adesso ti cavarìa il cuore. Brutti ghiottoni, andate al bordello, 373 5, 22| quel medesimo, el cavallo Bucefalas, e fu tanto caro ad Alessandro 374 5, 2| vedere se 'l mio marito bufalo ritornassi e che gli rompa 375 0, arg| còlera, più faceta che la buffonarìa, è, nel dir il vero, molto 376 1, 14| essere un imbriaco come te, bufolaccio? Or non mi rompere la testa, 377 3, 16| anime nostre son come le bugie, che se ne può dire i milioni 378 2, 26| gli è venuto a Roma senza bulettino.~MESS. MACO Oimè, ch'io 379 5, 22| in cielo. Sono cornuti i buoi, che ci fanno tanto bene 380 2, 26| casa e digli che abbiamo burlato seco per dare piacere a 381 0, pro| c'è periculo niuno, e mi burlo con voi che sète nobilissimi, 382 1, 21| colonna. 'Spegni la lampa..., bussa la porta..., non fare male 383 5, 3| toc, tic, toc.~MESS. MACO Bussate forte! Apri! Ch'al corpo 384 4, 1| a l'usanza e non per in busse e 'n basse!~MESS. MACO Trant 385 5, 10| toglie l'ardire.~ROSSO Amor caca! Egli è ben poltron un uomo 386 4, 20| MESS. MACO Che destri, o cacatori? Io dico: la Signora!~M. 387 1, 1| pan muffava.~MESS. MACO Cacava io dico, ché mai l'arei 388 5, 18| per le parole del Rosso cacci uno che cotanti anni ti 389 5, 4| accompagnata.~MESS. MACO Cacciàtelo fora, altramente, porca 390 5, 8| togli la mia.~M. ANDREA E cacciàtolo di casa dormiremo con la 391 4, 3| O traditore! Adesso gli caccio nel petto questo pugnale, 392 0, pro| Lorenzo Luti ancora quasi cacciò mano a un coltello per darmi, 393 2, 13| de' mirti, che fanno tante cacherìe inanzi che vogliono ornare 394 2, 5| le fronde lo autunno, e cadevono in capo a le genti a guisa 395 4, 7| per el mezzo tuo, e ora mi cadi ne le mani in peggiore sorte 396 2, 2| questo modo; ohimè ch'io son caduto!~M. ANDREA Rizzatevi, castrone!~ 397 3, 2| fattore di casa, non per altra cagione che la comodità.~ROSSO Io 398 3, 15| trovato meglio. Sai tu quelle caldaie che tengon l'acqua calda?~ 399 2, 18| Aloigia che ne sa più che 'l calendario, che insegna le feste a 400 1, 16| Fara'ti tagliare un par de calze a la mia divisa.~PESCATORE 401 1, 18| giuli e dagli per caparra al calzettaio.~PESCATORE Voi fate troppo, 402 3, 6| io son tornata a tenere camare locande, a lavare panni 403 1, 23| per Dio, ch'un simile non cambiaria il suo stato con quello 404 1, 8| sarà meglio ch'io impari a caminare e poi uscire fuora. Ma questa 405 2, 23| MESS. MACO Io v'afferro; ma caminatemi presso, ché qualcun non 406 5, 22| Parabolano, Messer Maco in camisa, Valerio, Ercolano, Aloigia.~ ~ 407 5, 9| getta da una fenestra in camiscia.~ ~Misericordia, io son 408 2, 6| Abrucia, impicca, e non ci campa più né un uomo né una donna 409 5, 6| ROSSO Io credo ch'ogni campana che suona vi paia oriolo; 410 0, pro| hai magior torto che 'l campanile de Pisa e che la superchiaria.~ 411 0, pro| frondi', 'ostro', 'sereno', 'campeggianti rubini', 'morbide perle' 412 1, 15| io un specchio per vedere campeggiarmi in questa galantaria; e 413 2, 5| impetrati [i] benefizii campi, tutti quei fastidi, tutte 414 0, arg| Caradosso orefice, e l'altro canattiero. Or lasciamo ire le filosofie 415 1, 18| senza pane. Abrevia, cancar ti venga; ma cicala, pur 416 2, 20| respondete: 'Anco'.~MESS. MACO Cancaro!~M. ANDREA Ah, ah, ah, buono, 417 5, 14| acciò che tu avessi quel de' cani!~ ~ ~ ~ 418 2, 18| che me obedisca sino al canovaio. Ah, ah, ah! E che sì che 419 2, 11| doventa una pecora. Egli canta improviso e compone i più 420 2, 17| l'ha imparato a mente e càntalo in su l'organo.~MESS. MACO 421 4, 14| regola, al cul de Dio ch'io cantarei di soprano! Ma dove sarà 422 2, 5| tengon le chiavi de le cantine, dànno a conto i bocconi: 423 2, 1| Se le taverne fussino a canto a' profumieri, a ognuno 424 0, pro| cognoscere, e molti anni cantò in banca, tutti e' figlioli 425 1, 2| l'Arcivescovo delle Tre Capanne.~MESS. MACO Andate, di grazia!~ 426 1, 18| quattro giuli e dagli per caparra al calzettaio.~PESCATORE 427 4, 12| fallo che Cupido pigli per capegli l'aria e la terra!~PARABOLANO 428 2, 11| inorpellata bocca e serpentini capelli e fronte corallina e labra 429 3, 3| fiato, ché se ci vedessi el capestro al collo non moverìa un 430 5, 17| cera che trovò sotto el capezzale, messagli da Piero Aretino? 431 5, 15| ci avanza colli, piedi e capi di pollami e altre cose 432 3, 16| pur tanto grande che ci capiremo tutti, Dio grazia!~GUARDIANO 433 4, 2| Iacovello, ha giurato di farci capitare tutti male. Ma ecco el signor; 434 2, 19| invidia a niuno. Ma gli è capitato in buone mani a maestro 435 2, 6| Rienzo Capovacina, di Lielo caporione de Parione.~ALOIGIA Se avessino, 436 2, 6| rioni, per mezzo di Rienzo Capovacina, di Lielo caporione de Parione.~ 437 2, 1| pien di tordi, salcicce o capponi! Oh, che odore ha la vitella 438 2, 19| farìa impazzire la sapienza capranica. O può fare questo la natura, 439 4, 10| Ercolano, solo.~ ~Chi ha capre ha corna! Questa manigolda 440 3, 16| ci sapemo de vitella e de capretto cavare la voglia, dico i 441 1, 9| ne disgrazio il priore di Capua.~ROSSO Il grattar de' piedi 442 5, 15| tante la Spagna al seggio capuano, e gli promette di farla 443 1, 1| MACO Per certo che Roma è capus mundi e se io non ce veniva...~ 444 0, arg| uno era stato fattore di Caradosso orefice, e l'altro canattiero. 445 1, 4| alle belle Istorie! La Caretta; Il Cortigiano falito! Istorie, 446 2, 15| ducati.~ROSSO D'oro o di carlini?~PARABOLANO D'oro!~ROSSO 447 3, 1| per ottimo compagno e per carnale fratello.~VALERIO Mi maraviglio 448 3, 3| nel suo tinello c'è sempre carnevale. (Anzi Quaresima e siam 449 1, 1| fa la caccia del toro, e' carri, con ceri e pimpinelli e 450 3, 6| andare su l'asino che nel bel carro, e manco vole la mitria 451 1, 9| furfante si fa portare la carta da forbirsi il culo in un 452 5, 11| marito è andato a un suo casale stasera e qualche volta 453 4, 6| vostra madre, sorelle e casato parla come gli piace, e 454 5, 2| tiemmi, ché io non ca... caschi nel Te... Te... Tevere; 455 2, 19| maccherone senza sale, senza caseo e senza fuoco.~ ~ ~ ~ 456 0, pro| schiavo a un certo cavaliero Casio de' Medici bolognese, poeta 457 2, 23| fingete d'avere a portare una cassa; ma se voi non vedete nisuno 458 4, 19| spasso e domani andate al cassieri de' Chisi, ché vi saranno 459 5, 21| ERCOLANO La mia moglie, la vo' castigare!~TOGNA Tu menti!~ERCOLANO 460 1, 13| punirebbono i tormenti che castigono le colpe!~PARABOLANO Per 461 2, 3| so ch'e'la corromperìa la castità. Farà ogni cosa per amor 462 0, arg| omo si conducessi a tanta castroneria. E mi pare molto maggior 463 1, 23| lo voglio far porre sul catalogo de' pazzi, acciò che di 464 0, arg| perché Roma è libera e le catene che tengono i molini sul 465 0, pro| la Luna, la Fonte, Santa Caterina e ogni cosa.~Ma adesso che 466 0, pro| se le impressioni buone o cattive ne li orecchi de' signori 467 4, 8| con tuo utile.~TOGNA Ahimè cattivella, ché 'l mio marito è intrato 468 4, 7| perché se crederà che sia causato per i miei tristi portamenti. 469 4, 15| ROMANELLO Dieci ducati.~ROSSO Cava giù.~ROMANELLO Che vòi darmi 470 1, 23| un gran mercè a pagare i cavagli a un che voglia mandar e' 471 3, 16| stare più teco ch'ho da cavalcare, perché, a dirti el vero, 472 2, 5| camera, legne, candele, cavalcatura, pagato la lavandara, il 473 1, 24| farete veste, comprarete cavalcature, faremo banchetti a vigne, 474 3, 7| servito né mai mangiò né cavalcò ch'io mancassi in servirlo, 475 0, pro| io son schiavo a un certo cavaliero Casio de' Medici bolognese, 476 5, 15| uno stallon ch'ha visto le cavalle, e sospira e piagne, fa 477 5, 17| di Filippo Adimari, che, cavando i fondamenti de la casa 478 5, 6| contentarìano i denari, che si cavano la voglia d'ogni cosa!~PARABOLANO 479 3, 6| moglie togliano marito e cavansi le voglie assai meglio e 480 1, 11| forche, adesso adesso ti cavarìa il cuore. Brutti ghiottoni, 481 1, 17| colonna e col nome de Dio cavarli questa maledizione da dosso 482 3, 7| la cappa [e] il saio per cavarme la fame. Odi questa, Valerio: 483 2, 5| o veramente moiono senza cavarsi mai la fame, e poi lasciano 484 2, 16| el babuasso vien fuora. Càvategli la beretta.~ ~ ~ ~ 485 2, 14| essere de ventidue anni cavati d'aprile al maggio, e passa 486 3, 2| con qualche zambracca si caveno la fame; e anche Dietro 487 2, 18| così vedere ch'ognun mi si caverà la beretta. Or m'è forza 488 1, 21| gli pesterò gli occhi e caverògli la lingua. Che maledetta 489 5, 15| vomitare, che c'è peggio: cavoli, navoni e cucuzze, sempre 490 1, 7| mendicando uno spedale.~Cazzica! A Roma si mangia le radice 491 2, 8| uomo. S'io sto queto, el celare tanta passione mi condurrà 492 0, pro| e vadi a cena chi non ha cenato, 'nanzi che le campanelle, 493 4, 15| voglio una volta uscire di cenci.~ROMANELLO Depinto! E' pare 494 1, 1| marzapani, e' bericuocoli a centinaia, e ci vuol ben l'imperadore 495 2, 5| nel moderno, in nome del centopaia! Al tempo tuo a un servitore 496 3, 4| MESS. MACO Il Bargello mi cerca per pigliarmi; a torto! ~ 497 0, pro| Prologo~ ~Chi cercassi tutta la maremma non che 498 1, 2| Maco, Sanese.~ ~M. ANDREA Cercate voi padrone?~MESS. MACO 499 4, 3| dico: io m'accorsi ch'egli cercava d'assassinarvi e sòmmi stato 500 2, 26| Che tu trovi quel che tu cerchi, boiaccia!~MESS. MACO Deh,


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