abate-cerch | ceri-fango | fano-manca | manda-potri | potro-spall | sparl-zucch
grassetto = Testo principale
Parte, Capitolo grigio = Testo di commento
1001 1, 12| degnerebbe del governo di Fano.~FLAMINIO Veramente giova[
1002 3, 9| starci in molle?~M. ANDREA Fansi male le bombarde, le campane
1003 3, 16| impalare non mi va per la fantasia in niun modo. Impalare,
1004 4, 14| Ma dove sarà ita questa fantasma d'Aloigia?~ ~ ~ ~
1005 4, 1| ordine, e vederete cose più fantastiche che l'umor malenconico.~
1006 2, 3| io sappia perch'egli sta fantastico, ancora ch'io abbia fatto
1007 | faranno
1008 | farci
1009 1, 7| sapessi leggere bene, mi farei, con questa orazione, cortigiano
1010 1, 20| vesta al padrone, e poi farem un presente di queste lamprede
1011 0, arg| Pasquino che è di marmo; e faretevi anco fare le stìmate avere
1012 3, 8| trovai mai altro altro che farfalloni che farìano stomacare un
1013 0, pro| Oh, quanti ce ne sono che fariano il meglio a procacciare
1014 | farla
1015 | farle
1016 3, 7| VALERIO Tu sei entrato in gran farnetico da mezz'ora in qua; ma se
1017 4, 2| tua parte de la catena e farollo rompere il collo in un fil
1018 | farsi
1019 | farvi
1020 2, 1| stregiare uno cavallo e fassi grande. Ma quando io veggio
1021 2, 5| benefizii campi, tutti quei fastidi, tutte quelle febbre e dolori
1022 3, 7| Urbino el signor è anche fastidioso, in disagio per i passati
1023 2, 11| quintadecima, e più bella che la fata Morgana e la Diana stella.
1024 3, 10| ma per lo amore de Dio, fatelo prima intendere a le signore
1025 1, 22| PARABOLANO Il premio de le mie fatiche.~VALERIO Da chi desiderati
1026 1, 24| una discrezione al mondo, fativene beffe.~MESS. MACO Io me
1027 3, 16| pie' logri da' zoccoli. Or fàtivi con Dio e domani, o quando
1028 | fatte
1029 0, pro| voto o per disperazione, fattoci un romitorio, si viveva
1030 5, 17| seco, gli avessi fatto tal fattura per troppo amore. Così m'
1031 5, 15| sazia, e una scodella di fave senza olio e senza sale,
1032 1, 1| State cheto, uno picchio favella.~MESS. MACO Papagallo volesti
1033 4, 1| conferma.~M. ANDREA Or così! Favèllami a l'usanza e non per in
1034 3, 13| Flaminio.~ ~VALERIO Con chi favelli tu, Flaminio?~FLAMINIO Con
1035 2, 11| Roma e faròmi cortigiano, favente Deo, per amore vostro, perché
1036 3, 8| non vuole, e de l'altre favorite e non ci trovai mai altro
1037 2, 4| sono assalito da sì pessima febre che niuna medicina mi può
1038 2, 24| Elefante; né quante ciance si fecion mai in Palazzo al buon tempo,
1039 5, 11| Vostra Signoria osservi la fede, e non si curi così, per
1040 5, 1| mi darà aiuto e consiglio fedelmente.~ ~ ~ ~
1041 3, 7| eccellenzia del Marchese Federico non nega el pane a niuno
1042 2, 20| gli pagherò la culla a la fegatella, ghiotta, traditrice, ribaldella!~
1043 2, 6| peggio. Aloigia, noi siamo felici: el mio padrone è inamorato
1044 2, 4| instabile... E con queste armi feminili e con questo dolermi non
1045 5, 15| scalco, che a pena avemo fenito l'ultimo boccone, che ci
1046 3, 7| Duca sta come Dio vole; a Ferrara, quel principe attende ad
1047 2, 4| industria [di] petra, di ferro, laccio e veneno.~ ~ ~ ~
1048 5, 15| in bocca e con continuo fetore e sì fiero, che torrebbe
1049 1, 14| PARABOLANO Tal mi cocessi altra fiamma, ch'io viverei senza noia.~
1050 2, 6| medecine per el mal del fianco. Si trasformava in gatta,
1051 1, 14| pecora?~ROSSO Donatili doi fiaschi di Mangiaguerra; oh, il
1052 2, 6| mollette da pelare ciglia, un fiasco de lacrime d'amanti, un
1053 2, 11| secrete come un bando, et fiat voluntas tua.~ ~Maco che
1054 4, 6| cose vostre.~PARABOLANO Va, fidati poi d'un servitore, va!
1055 2, 8| del parlare, che son mezzi fideli a ottenere Venere, non solamente
1056 4, 1| in fluxo ventris, ma sola fides sufficit. Andiamo, in nomine
1057 2, 6| pizzicagnolo, al mercato, a la fiera, al fiume, al forno, a la
1058 5, 15| con continuo fetore e sì fiero, che torrebbe l'odore al
1059 0, pro| banca, tutti e' figlioli e figlie ch'egli ebbe fur poeti e
1060 0, pro| onde nacquero figlioli e figliole. E perché Apollo fu ceretano,
1061 4, 2| farollo rompere il collo in un fil di paglia.~ROSSO Sia la
1062 5, 17| riso di quella burla di Filippo Adimari, che, cavando i
1063 3, 1| vo' dare licenzia a tanti filosofi ch'io ho in casa e a mio
1064 0, arg| canattiero. Or lasciamo ire le filosofie morale. Omero fu litigato
1065 0, pro| proemio, diceria, sermone, filostoccola, intemerata o prologo che
1066 3, 3| PARABOLANO Credete voi che la finga?~ALOIGIA A punto!~PARABOLANO
1067 2, 23| Signora, e se niuno passa fingete d'avere a portare una cassa;
1068 5, 15| bacchetta, e non vuol mai che finiamo il pasto con le parole,
1069 0, pro| del parlare? Tu non dovevi finire mai più, acciò ch'io avessi
1070 5, 22| rivederci a Ponte Sisto!~ ~Finis.~
1071 5, 21| novella scoppia se la non finisce in tragedia. Ma Ercolano
1072 1, 15| usò un altro mio pari, che finse d'essere spenditore e menò
1073 5, 1| non si veggia volto se non finto? Io adesso adesso era tenuto
1074 0, pro| pascono si non d'insalatucce fiorentine!~E per mia fe' ch'io son
1075 0, pro| le farìa dire al Nocca da Fiorenza otto altri tratti di corda,
1076 1, 12| Cipri, e 'l principe de Fiossa non sarebbono così male
1077 1, 21| se io trovo un di qua in Firenze..., basta, basta!~ ~ ~
1078 4, 18| mandare un dì qual[che] gran flagello. Me, che merito le forche
1079 4, 1| de sì, perché vien poi in fluxo ventris, ma sola fides sufficit.
1080 4, 4| ch'io t'ho reso pan per focaccia, e andarai a fare el duca
1081 1, 16| il giannetto, il qual è focoso, e stassi un pezzo a metterli
1082 5, 17| Adimari, che, cavando i fondamenti de la casa che egli fa in
1083 1, 1| imperadore e tutto il mondo, fòr che i fiorentini.~MESS.
1084 1, 9| si fa portare la carta da forbirsi il culo in un piatto d'argento,
1085 3, 7| ma questo punto non si forma mai per un disgraziato;
1086 1, 24| vaccinia nigra leguntur ~O formose puer, musam meditaris avena ~
1087 0, per| giudeo, mercante ~Ercolano, fornaio ~Antonia, detta Togna, moglie
1088 5, 16| romore! Egli l'ammazza e la fornara e la roffiana! A rimediare!~ ~ ~ ~
1089 5, 15| gintildonne? E io con le fornare gli sfamo e son trapagata
1090 2, 6| a la fiera, al fiume, al forno, a la stufa, al barbiero,
1091 5, 3| toc.~MESS. MACO Bussate forte! Apri! Ch'al corpo de...!~ ~ ~ ~
1092 5, 22| acconciatamente, che disfatti e fracassati ritornono a casa loro! Non
1093 0, pro| ogni tempo greco, còrso, francese, todesco, bergamasco, genovese,
1094 0, pro| non] sono da più che i francesi; oh, questa pecora! Messer
1095 4, 4| bugiardo, infingardo, soiardo, frappatore, adulatore e traditore,
1096 4, 3| ch'io fossi riportatore di frasche!~PARABOLANO Venite un poco
1097 4, 3| questo pugnale, linguaccia frascida!~ALOIGIA Signor, non ci
1098 3, 16| ministri, e per gli altri fraticelli sono fatti i matutini e
1099 0, pro| e che 'l serviziale si freddassi e che costoro non ricevessino
1100 4, 1| perdiamo tempo, ché le forme si fredderanno e a Roma le legne vagliono
1101 3, 2| a messe, a stazzoni, al freddo, al caldo, de dì e de notte
1102 5, 15| Egli è seco in camera e fremita come uno stallon ch'ha visto
1103 4, 7| a vedere se questa fosse frenesia d'amore, ché son certo che
1104 2, 11| morvida che le ricotte, più fresca del ghiaccio, più polita
1105 5, 15| l'omo appetisce i luoghi freschi, e tu entri in tinello dove
1106 2, 5| mettere un ovo e mezzo per frittata e facevalo poi porre ne
1107 2, 5| S. Pietro come porta le fronde lo autunno, e cadevono in
1108 0, pro| avessi messo 'snelle', 'frondi', 'ostro', 'sereno', 'campeggianti
1109 5, 15| vero che ci ristorano e' frutti doi tagliature di provatura
1110 4, 16| Scena sedicesima. Rosso che fugge col saio e il giudeo dietrogli,
1111 5, 5| vestimenti in dosso! Ma tu fuggirai come omo e io te seguiterò
1112 5, 9| corrite, ch'io son morto! Dove fuggo? Ov'è la casa? Ohimè, ohimè!~ ~ ~ ~
1113 2, 1| che allegrezza è vedere fumare gli arosti e' pesci d'ogni
1114 2, 6| di lupi, grasso d'orso e funi d'impiccato a torto. E per
1115 0, arg| pazienzia si alcun parla fuor di comedia, perché se vive
1116 1, 7| Ohimè ch'e' ladri me 'l furarano. O ladri, io vi farò impiccare
1117 2, 23| presso, ché qualcun non mi furassi a me stesso.~ ~ ~ ~
1118 2, 14| mi dà senza proposito il furfantino, ché gli pare essere de
1119 4, 4| adulatore e traditore, furo e spergiuro e tabacchino,
1120 | furono
1121 2, 5| FLAMINIO Ladri, sì! Il minor furto che ci si faccia è el robarsi
1122 2, 6| stufa, al barbiero, a la gabella, a la taverna, con sbirri,
1123 3, 6| stato garzone d'oste, frate, gabellieri, messo, spia, sbirro, boia,
1124 5, 7| solo.~ ~Veramente messer Gabriel Cesano e messer Giovan Tomaso
1125 3, 3| usare tante spagnolerie e gagliofferie.~ALOIGIA La mia Signora
1126 1, 10| fe'?~FLAMINIO Ah, briachi, gaglioffi, ladroni, traditori! A questa
1127 5, 2| vino ch'hai tracannato, gaglioffone!~ERCOLANO Io non so... so...
1128 5, 15| conforta tutto.~ALOIGIA Lordi, gagliofli!~ROSSO Accaderà in cento
1129 3, 8| Antonio Lelio, e so mille galanterie a mente.~PARABOLANO Deh,
1130 3, 16| si truova?~GUARDIANO In Galigut, cioè in Turchia.~ALOIGIA
1131 1, 7| non può dire né gallo né gallina, ma starne dice! «E vado
1132 1, 7| dice che non può dire né gallo né gallina, ma starne dice! «
1133 2, 7| bench'io so la mano e: gama‑ut, a‑re, be‑mi, mi, fa,
1134 4, 8| metto in favore a mezza gamba!~TOGNA Gran mercè, basta,
1135 5, 22| m'ho avuto a rompere le gambe, sapete, messere?~VALERIO
1136 5, 22| Maco? Siate voi fuora de' gangheri?~MESS. MACO I traditori
1137 2, 5| barbieri, il salario del garzon, e 'l vestito doe volte
1138 3, 6| intendi?~ROSSO E io son stato garzone d'oste, frate, gabellieri,
1139 3, 16| e loro mangiono con le gatte quando in sogno gli molesta
1140 1, 14| PARABOLANO Son buoni a mangiare i gatti, furfante?~ROSSO Se voi
1141 1, 16| Pinti, abitante a San Pietro Gattolini, et ho due sorelle al Borgo
1142 1, 14| bestia ?~ROSSO Mandategli doi gattucci soriani!~PARABOLANO Son
1143 1, 24| artem~Silvestrem tenui noli gaudere malorum~Hanc tua Penelope
1144 4, 11| le porterai se crepassi, geloso imbriaco!~ ~ ~
1145 1, 16| omo, perché io ho il cuor generoso.~ROSSO Sei sono el debito
1146 2, 5| e cadevono in capo a le genti a guisa di diadema.~SEMPRONIO
1147 1, 11| egli è un uom da ben e una gentil creatura?~VALERIO Anche
1148 3, 8| pernice; abbia rispetto a le gentildonne.~ROSSO Perché, non pisciano
1149 1, 1| ceri e pimpinelli e mille gentilezze per mezzo agosto: a Siena
1150 2, 6| el veleno al marito de la Georgina, perché gli era un tristo.~
1151 5, 9| nona. Messer Maco, che si getta da una fenestra in camiscia.~ ~
1152 3, 7| tanto ignorante che fossi gettato via il farmi qualche bene.~
1153 0, pro| chiami, et ora vuoi ch'io lo getti via? Per mia fe', che tu
1154 0, pro| dietro a le favole...~Ma io getto via le parole e veggo che
1155 5, 15| minestra; dico quando si getton via, altrimenti non ci pensare!
1156 2, 9| sempre non sono le nevi e i ghiacci; si placa el cielo e gli
1157 2, 11| ricotte, più fresca del ghiaccio, più polita che la mandragola,
1158 2, 20| la culla a la fegatella, ghiotta, traditrice, ribaldella!~
1159 1, 21| sangue, che s'io giungo quel ghiotton del sagrestano gli mangerò
1160 1, 11| cavarìa il cuore. Brutti ghiottoni, andate al bordello, ché
1161 3, 5| gli fate male, ch'ei si giamba meco, el mio Maestro.~ ~ ~ ~
1162 2, 2| bestialacci.~MESS. MACO Io fo per giambo, Grillo, e imparo a essere
1163 1, 16| e loro aranno inteso il giannetto, il qual è focoso, e stassi
1164 1, 23| grandezze, di trionfi, di giardini ch'hanno i fiori a ogni
1165 3, 13| usciremo per l'uscio del giardino.~ ~ ~ ~
1166 3, 3| a quella.~PARABOLANO In ginocchioni vi voglio ascoltare.~ALOIGIA
1167 5, 15| vuol ch'io gli conduca le gintildonne? E io con le fornare gli
1168 2, 1| paradiso si sia. O taverna gintile, forse che fai una reputazione
1169 2, 23| Signora.~MESS. MACO Con gintilezza, giuro a Dio bacio le mani.~
1170 2, 6| puzza del fiato e mille gintilezze.~ROSSO Riscòtila con digiuni,
1171 0, arg| facilmente gli fa credere ch'un Gioan Manente da Reggio si fece
1172 3, 11| questa notte il mio padrone giochi di verga.~ALOIGIA Come io
1173 4, 6| ragazzi... e le puttane e 'l gioco non li puzzano.~PARABOLANO
1174 0, arg| suave che l'armonia, più gioconda che la letizia, più iraconda
1175 0, pro| mantuano in anticaglie o in gioie; e lo prova, non essere
1176 5, 16| Dove anderò io, che non mi gionga! O che romore! Egli l'ammazza
1177 4, 19| orazioni non vi possono se non giovare; ma bisogna gittarsi per
1178 5, 18| presto si domentichino le tue gioventudini.~PARABOLANO Tu di' saviamente.
1179 4, 7| in secreto seco. Ma così gira el mondo!~FLAMINIO Non correre
1180 0, pro| loro quanto ha aprezzato Girolamo Beltramo il Giubileo! E
1181 3, 8| se per esser ghiotto se gissi in Paradiso, io sarei a
1182 1, 3| Andreas.~SANESE Or così gitevi digrossando con le profezie.~
1183 3, 10| provegghino di materassi, perché gittandosi per vostro amore da le fenestre,
1184 4, 19| non giovare; ma bisogna gittarsi per terra? State su e specchiativi
1185 1, 18| e piglia questi quattro giuli e dagli per caparra al calzettaio.~
1186 1, 21| corpo, al sangue, che s'io giungo quel ghiotton del sagrestano
1187 4, 6| glie direte voi, in prima giunta?~PARABOLANO E tu che li
1188 1, 15| e il corpo. Ma sarà bene giuntare questo pescatore col mio
1189 1, 20| ROSSO Io mi rido d'una giuntaria ch'è stata fatta, tanto
1190 2, 19| Andrea e al Zoppino! Uno giuntarìa l'usura e l'altro farìa
1191 4, 1| messer mio, voglio che voi giurate, inanzi che diventate uno
1192 2, 6| forse che non erano fratelli giurati de la mia maestra?~ROSSO
1193 4, 2| Rienzo di Iacovello, ha giurato di farci capitare tutti
1194 3, 12| quale ho più bisogno che la giustizia non aveva di papa Clemente.
1195 | glie
1196 4, 1| usquequo vos non inteligitis glosam de verborum obligatione
1197 2, 23| così travestito; intendi, gocciolon mio dolciato?~MESS. MACO
1198 5, 22| anno, ne sentirete una più goffa. Quando che voi abbiate
1199 5, 15| trapagata come fussino reine, goffi ribaldi! Ma che pensi tu?~
1200 1, 23| rosmarino; e questi tali gongolano quando gli credi, gl'essalti
1201 3, 3| vergogna parlarvi con questa gonnellaccia; perdonatemi!~PARABOLANO
1202 2, 4| Quando io era in minor grado, tutto il giorno il stimulo
1203 1, 23| rompito di signorie, di grandezze, di trionfi, di giardini
1204 3, 13| volsi avere rispetto a' grandi, come testè ti dissi, perché
1205 3, 2| una gran fatica.~ALOIGIA Grandissima; e non ha mai questa ventura
1206 3, 7| servitore, ma di fare un grandissimo Re di Francia prigion senza
1207 3, 1| spetto il Rosso con più grate nuove ch'altri che lui non
1208 1, 12| per portare imbasciate è grato al padrone che non è umile
1209 1, 9| priore di Capua.~ROSSO Il grattar de' piedi e pettinare di
1210 0, pro| contentare, e chi l'ha per male grattisi il culo.~ ~
1211 5, 13| PARABOLANO O Dio, quante quante grazie vi rendo, Aloigia e Rosso.~ ~ ~ ~
1212 4, 6| le sue bellezze; ella è graziosa, da ben, savia, virtuosa.
1213 1, 12| interpetri ebbero mai le littere greche e latine. E più superbo
1214 2, 6| fagli dire le messe de San Gregoro, il paternostro de San Giuliano
1215 5, 15| tovaglia è de più colori che un grembiule da dipintori e lavata nel
1216 0, pro| l'ossa per Roma, manda i gridi al cielo per esserli stato
1217 2, 26| boiaccia!~MESS. MACO Deh, Grillaccio ladro, tu mi dileggi! Or
1218 1, 19| vi uscirebbono di capo i grilli.~SAGRESTANO Tuo padre ti
1219 1, 24| le debbono essere tutte grotte, l'anticaglie?~M. ANDREA
1220 3, 8| PARABOLANO Tu simigli le grue a le pernice; abbia rispetto
1221 2, 15| lettera del suo nome ti guadagni cento ducati.~ROSSO D'oro
1222 4, 7| Sì che, Flaminio, ci son guai per tutti.~FLAMINIO 'Il
1223 3, 2| la bocca or la mano a la guancia, signali de inamorati. Oh,
1224 1, 9| toccar l'oro macinato con guanti, e si Domenedio lo servissi
1225 4, 19| M. ANDREA Molto bene; ma guardatevi nel specchio un'altra volta.~
1226 3, 7| averò un padrone che mi guarderà in volto una volta el mese
1227 1, 16| Signoria Vostra... in dono; non guardi ch'io sia povero omo, perché
1228 2, 16| che per gelosia tien le guardie dì e notte a la sua porta,
1229 3, 16| gli orazioni vostre me ne guardino perché 'l pane mi piace
1230 0, arg| suo padre fe' voto che, guarendo il detto Messer Maco, lo
1231 2, 8| impiastri de le savie parole guaressino le piaghe mie, tu m'aresti
1232 4, 19| toglietevi il vostro, ché, s'io guarisco fo voto de dire un mese
1233 4, 19| Ma io sono cortigiano e guarito. Date qua lo specchio...
1234 3, 7| donògnene; e così restò guasta la Fortuna.~VALERIO Non
1235 5, 22| come el diavol volse, mi guastai in le forme, e come piacque
1236 3, 2| signori! Sempre si vanno guastando de le principesse, e poi
1237 5, 15| cinque bocconi de pane che guastarebbono la bocca a' satiri.~ALOIGIA
1238 2, 6| per tradimento, unghie de gufi, cuori d'avoltori, denti
1239 2, 2| la Nave, Campo Santo e la Guglia,~MESS. MACO In Campo Santo
1240 2, 5| cadevono in capo a le genti a guisa di diadema.~SEMPRONIO Ah,
1241 3, 8| ne le starne.~ROSSO N'ho gustato un migliaro e de Lorenzina,
1242 3, 6| mia. I signori han quel gusto ch'una febbre e sempre se
1243 1, 19| preti! Sta' saldo. - Qui habitat. - Fatti el segno di la
1244 4, 2| la via de la Piemontese e hammi date queste maniche; di
1245 3, 7| cortigiano.~VALERIO E gli altri hannola vista in te, l'invidia,
1246 | hoc
1247 2, 6| scoperto a persona, e sognando hoglielo da lui sentito. Io vorrei...~
1248 4, 3| fango al dispetto suo, e hollo fatto uomo de mille ducati
1249 4, 1| magister mi!~M. MERCURIO Hyppograssus affirmat hoc, dico vobis.~
1250 4, 2| che si domanda Rienzo di Iacovello, ha giurato di farci capitare
1251 5, 12| O serene luci de la mia idea, non alluminarete voi la
1252 1, 13| che i suoi pari sono gl'idoli vostri. Ma eccolo, e con
1253 5, 15| ammazzaria una statua.~ALOIGIA Iesus!~ROSSO Mi ero scordato la
1254 3, 7| annegarmi, e non son però tanto ignorante che fossi gettato via il
1255 2, 14| assaggerai d'una fornaia, ignorantone! Ma ci comparisce.~ ~ ~ ~
1256 1, 22| su levate il vizio e la ignoranzia, et alle stalle e alle staffe
1257 1, 14| Padre Santo, Cristianissimo, Illustrissimo, Reverendissimo, in Cristo
1258 5, 17| messagli da Piero Aretino? Imaginandosi che la fussi una malìa,
1259 5, 17| Bracci fiorentino di quella imagine di cera che trovò sotto
1260 0, pro| nanzi che le campanelle, imbasatrici de la fame, suonino; e chi
1261 1, 12| un tale che per portare imbasciate è grato al padrone che non
1262 4, 11| diavol non volse che tu t'imbattessi a una che t'avessi fatto
1263 5, 12| ch'io, che son tutto foco, immolli le mie indegne labia nelle
1264 3, 16| in palato, e non essere impalata dal Turco!~GUARDIANO Or
1265 2, 2| ANDREA Ora andiamo, ché impararete Borgo Vecchio, Corte Savella,
1266 1, 8| ritrovato, e sarà meglio ch'io impari a caminare e poi uscire
1267 2, 20| dubitate, ma bisogna che voi impariate certe parole per contrafare
1268 2, 2| fo per giambo, Grillo, e imparo a essere cortigiano, né
1269 5, 15| ALOIGIA Adonque il tinello impaurisce un sì gran braccio?~ROSSO
1270 3, 7| e di mia testa, e non m'impegnerò la cappa [e] il saio per
1271 2, 13| si degnono se non con l'imperatori e con poeti e con le taverne.
1272 3, 3| Laura?~ALOIGIA Con faccia imperiale!~PARABOLANO Che ragionamenti
1273 1, 23| gloria de la reverenda e imperialissima Siena.~ ~ ~ ~
1274 2, 5| che colui del quale hai impetrati [i] benefizii campi, tutti
1275 2, 8| trafigge.~PARABOLANO Se l'impiastri de le savie parole guaressino
1276 2, 6| Salamona tenuta.~ROSSO Abrucia, impicca, e non ci campa più né un
1277 1, 7| furarano. O ladri, io vi farò impiccare dal senatore. O òmini con
1278 2, 6| andava a cavare gli occhi agl'impiccati, per cimiteri, de notte,
1279 0, pro| quista impressione di me, ché importano le impressioni assai, massime
1280 3, 13| perché gli è di troppa importanza il successo suo, e volsi
1281 3, 16| che sarìa?~ALOIGIA Assai importarìa!~GUARDIANO Che sarìa mai,
1282 0, pro| veggo che a ogni modo volete impregnarvi di questa comedia! Orsù,
1283 0, pro| l padrone abbia quista impressione di me, ché importano le
1284 5, 15| vacca è più vecchia che l''imprincipio', cotta sì manigoldamente
1285 5, 2| TOGNA Dio il volessi, ché inacquaresti el vino ch'hai tracannato,
1286 1, 6| A la fe', ch'io mi sento inamorare. Oh, che bella via, forse
1287 0, arg| credere che Laura di lui sia inamorata e per via de una ruffiana
1288 1, 24| perché voglio che voi v'inamorate.~MESS. MACO Io son inamorato
1289 0, pro| ser Petrarca in Avignon s'inamorò di monna Laura, la qual
1290 1, 12| VALERIO S'è un bugiardo, inbriaco, maldicente, ghiotto, ladro
1291 4, 19| ora! E voglio farmi papa e inchiavellare la Camilla ora ora! Spacciatemi,
1292 5, 3| MACO Chiacchiere! Io dico: inchiavestellare la Signora, dico!~M. ANDREA
1293 5, 12| stella, qual mio merito t'inchina a farmi dono di cotanto
1294 1, 14| inchino così, l'altro così, inchinarei la testa e ogni cosa.~PARABOLANO
1295 1, 14| tutto il mondo'; e farìa un inchino così, l'altro così, inchinarei
1296 1, 22| vivo del pan d'altri. E un inciampare in una paglia ci fa rompere
1297 4, 7| persone? Per Dio che son inciampato in quello che sempre ho
1298 4, 21| io anderò di qua, per non incontrare il padrone. Ma eccolo, a
1299 1, 16| altro!~ROSSO Andiamo, ché l'incontraremo per la via. Ma come tu hai
1300 2, 23| quel spagnolo traditore ve incontrassi, Grillo, che per avere vostri
1301 5, 15| sempre piangono, ché pare gl'incresca la miseria de chi vi mangia.~
1302 3, 7| questa maniera non piace né incresce se non il vero.~FLAMINIO
1303 5, 12| tutto foco, immolli le mie indegne labia nelle dolcezze tue?
1304 5, 15| più renegare Iddio, è la indescrezione de lo scalco, che a pena
1305 1, 17| ostaria de la Luna, e fa cose indiavolate: onde supplico vostra paternità
1306 4, 15| vedere come la torna bene indosso.~ROMANELLO Aiutami: da'
1307 5, 19| Valerio, solo.~ ~Non m'indovinai io che 'l Rosso era stato?
1308 3, 7| solamente di fare ch'un signore indugi a fare bene a un servitore,
1309 0, arg| sciocchezza mena questo ineffabile castrone a la stufa, dove
1310 5, 21| mie spese s'acconcino le inemicizie, e io ne vado bene poiché
1311 5, 7| prete e stia in questa Corte infernale, dove che de le migliara
1312 4, 4| rivestito! Io son bugiardo, infingardo, soiardo, frappatore, adulatore
1313 5, 18| grazia! Perdona ad uno inganno che m'è stato fatto dal
1314 1, 9| al mese il povero uomo s'ingegna servire el meglio che sa
1315 5, 20| poiché l'è sì pietosa e ingeniosa che gli basta l'animo fare
1316 5, 20| basta l'animo fare così ingeniose opere.~PARABOLANO Ah, ah,
1317 2, 26| fiorentini, ché i cicaloni ingrassano a queste coglionerie come
1318 2, 5| invidioso, ambizioso, misero, ingrato, adulatore, maligno, iniusto,
1319 1, 15| gaglioffo: mi accaderà più ingrosso, e voglio usare l'arte che
1320 5, 1| e tu, trista sorte, de inimici! Ma che farò io, chi mi
1321 2, 5| ingrato, adulatore, maligno, iniusto, eretico, ipocrito, ladro,
1322 5, 1| sopra, e la ragion e la innocenzia può assai; e delibero conferire
1323 2, 11| vostri occhi marmorei e inorpellata bocca e serpentini capelli
1324 0, pro| Petrarca, per essere eques inorpellato. Così Cinotto, pur patricio
1325 4, 1| verborum obligatione che sic inquit: totiens quotiens vult diventare
1326 0, pro| non si pascono si non d'insalatucce fiorentine!~E per mia fe'
1327 2, 7| musaico.~MESS. MACO Oh, fatemi insegnare la musica da lei, poi che
1328 4, 6| piacciono, dua dì sono gl'insegnavo a parlare de le cose vostre.~
1329 2, 4| camera e forse ch'Amore m'insegnerà a sciormi come insegnò [
1330 2, 4| insegnerà a sciormi come insegnò [a] legarmi. E potria ancora
1331 2, 2| mente quello ch'io vi ho insignato, n'è vero?~MESS. MACO So
1332 1, 24| quanto alla prima parte. Vi insignerò poi el Barco, la Botte di
1333 2, 5| ipocrito, ladro, ghiotto, insolente e busardo; e se minor vizio
1334 2, 4| sforzi. Ella volubile e instabile... E con queste armi feminili
1335 4, 1| Domine, usquequo vos non inteligitis glosam de verborum obligatione
1336 0, pro| sermone, filostoccola, intemerata o prologo che se sia, e
1337 5, 17| cognosco io ch'un servitore intende el vero.~ ~ ~ ~
1338 1, 22| cotanti che servono, voi intenderesti.~PARABOLANO O Fortuna invidiosa!~
1339 0, pro| c'è de belle cose, come intenderete, e perché gli è nato di
1340 3, 7| dato, tolse mille scudi a interesse e donògnene; e così restò
1341 2, 5| un mezzo uomo basti a un intero! Quanto c'è di buono è che
1342 1, 12| grande in Corte, che quanti interpetri ebbero mai le littere greche
1343 4, 13| che non l'intenderebbe l'interprete. Ma s'io vi volessi contare
1344 5, 22| sentire le ciance che c'intertengono, e domattina dirai la cosa
1345 0, arg| sempre voluto. A messer Maco interviene peggio, ché da più di trenta
1346 3, 6| me fac. Or noi ci siamo intesi; a rivederci!~ ~ ~ ~
1347 1, 9| bacia prima il dito; poi lo intinge ne l'acqua benedetta e al
1348 2, 23| vedete nisuno per la strada, intrate in casa e fate quella cosa
1349 2, 5| inimico.~SEMPRONIO Molto è intristita la Corte al tempo di voi
1350 1, 19| SAGRESTANO Quanto è che gl'introrno?~PESCATORE Quattro...~SAGRESTANO
1351 4, 7| che questo non sia tutto invento di quel ribaldo del Rosso,
1352 1, 22| intenderesti.~PARABOLANO O Fortuna invidiosa!~VALERIO La fortuna sète
1353 2, 5| un cortigiano, è fatto un invidioso, ambizioso, misero, ingrato,
1354 0, pro| indiavolato monte, che poseno le invisibile corna a quella gintil creatura
1355 4, 19| ladri! Ladri visibilium et invisibilium!~M. ANDREA Gli orazioni
1356 4, 15| come la fa de le crespe a iosa.~ROMANELLO Eccomi!~ ~ ~ ~
1357 2, 5| maligno, iniusto, eretico, ipocrito, ladro, ghiotto, insolente
1358 0, arg| gioconda che la letizia, più iraconda che la còlera, più faceta
1359 3, 3| giorno, che pena un anno a irse con Dio.~PARABOLANO Ch'importa
1360 4, 6| quella cosa. Ma se volete irvene a spasso sino a sera, la
1361 5, 22| che favole d'Orlando e de Isopo! Vàdasi a riporre el Poggio
1362 5, 22| questo a casa con questa istoria ch'io voglio che ce n'abbiamo
1363 0, arg| stregoni..., volsi dire 'istrioni'. Così abbiate pazienzia
1364 | istud
1365 1, 24| banchetti a vigne, in maschera. Ite pur, magnifico messer mio.
1366 3, 7| ma per offendere il poco iudizio suo.~VALERIO A Dio!~ ~ ~ ~
1367 2, 5| tuo a un servitore di papa Janni era dato letto, camera,
1368 1, 12| altro padrone biasimava Julio con dire che gli è plebeo
1369 5, 12| immolli le mie indegne labia nelle dolcezze tue? O serene
1370 2, 11| capelli e fronte corallina e labra di broccato m'hanno cavato
1371 2, 5| più che 'l solito in una laccia, non la volse? Onde certi
1372 2, 4| industria [di] petra, di ferro, laccio e veneno.~ ~ ~ ~
1373 2, 6| pelare ciglia, un fiasco de lacrime d'amanti, un bicchiere di
1374 5, 14| tagliàssiti in mille pezzi, ladron, acciò che tu avessi quel
1375 1, 21| Faccenda?~PESCATORE Oh, che ladronerie si fanno per Roma! E a chi?
1376 1, 22| quando un vostro pari si lagna. O pensate ciò che doverìa
1377 2, 4| prezzo ne vuole sangue, lagrime e morte de' suoi sugetti.
1378 2, 6| ALOIGIA Molte belle cose: lambicchi da stillare, acqua da levare
1379 0, arg| che 'l padrone di lei si lamentava sognando e, avendo per tal
1380 3, 1| ditto che la famiglia se lamenti!~VALERIO Perch'egli mente.~
1381 1, 21| a la colonna. 'Spegni la lampa..., bussa la porta..., non
1382 3, 7| certo che chi avventa e lancia le parole bisogna poi ch'
1383 0, pro| piedi d'altro che d'acqua lanfa. Ma torniamo al proposito.~
1384 4, 21| cinque ore ha rompere doe lanze. Sì che, va' e fagli intendere
1385 1, 3| la beretta così, andate largo di qua, di là; ben, benissimo. ~
1386 1, 2| lui, manigoldo.~MESS. MACO Lasciami favellare, tu sei un tristo
1387 2, 5| cavarsi mai la fame, e poi lasciano quindici o venti milia scudi
1388 1, 19| SAGRESTANO Tuo padre ti dovette lasciare la sua maladizione.~PESCATORE
1389 1, 19| lasciò maladizione troppo a lasciarmi povero.~SAGRESTANO Fagli
1390 3, 16| miracolo è questo che ti se' lasciata vedere?~ALOIGIA Per chiarirme
1391 5, 5| la gola. Oh, oh, oh! M'ha lasciati i soi panni a pie' del letto
1392 5, 5| Povero a me, forse ch'io li lascio mancare niente de la mia
1393 1, 19| PESCATORE Mio padre mi lasciò maladizione troppo a lasciarmi
1394 0, pro| ella non va su per 'sonetti lascivi', 'unti', 'liquidi cristalli', '
1395 1, 2| ventidue anni.~M. ANDREA Lassa parlare a lui, manigoldo.~
1396 5, 21| son ben la tua?~ERCOLANO Lassatemi, non me tenete, io la voglio
1397 4, 18| per antipasto, costui ha lassato andare; il povero Romanello
1398 1, 12| mai le littere greche e latine. E più superbo è un tale
1399 2, 12| pien di sugo! Ma c'è un latino falso!~MESS. MACO Qual'è,
1400 2, 23| naturale, gli passerà da lato e non piglierà sospetto
1401 2, 6| ALOIGIA È mio fratello di latte.~ROSSO Ricchi siamo! Egli
1402 4, 19| ANDREA Sì, farete!~MESS. MACO Laudate pueri Dominum! Io sono in
1403 5, 1| quasi padrone e ognuno mi laudava per savio, da bene, liberale
1404 2, 13| bietoloni; al dispetto de' lauri e de' mirti, che fanno tante
1405 1, 24| Ludovico Vicintino e da Lautizio da Perugia, e eccomi un
1406 4, 12| alloggia e l'acqua che la lava e i fiori che la odora non
1407 2, 5| cavalcatura, pagato la lavandara, il barbieri, il salario
1408 3, 6| tenere camare locande, a lavare panni e a la cucina e a
1409 5, 15| grembiule da dipintori e lavata nel sevo de le candele di
1410 2, 4| sciormi come insegnò [a] legarmi. E potria ancora per me
1411 1, 5| Corre, Sanese, e compera la legenda e l'orazione ch'insegna
1412 1, 24| andiamo dentro ch'io vi legerò una lezioncina dolce dolce
1413 1, 7| Roma, m'ha costo questa leggenda; e bon per il mio padrone
1414 0, pro| sia'...~ISTR. ARG. Oh, tu leggeresti bene il processo o la condemnazione
1415 3, 8| barbierario, ch'ogni matina se ne leggessi un fra la Pìstola e 'l Vangelo;
1416 3, 6| meglio e non dà contro a le leggi.~ALOIGIA A la croce de Dio
1417 0, pro| differenzia de le lingue che si leggono, e lo conferma Pasquino,
1418 1, 24| in bello, vaccinia nigra leguntur ~O formose puer, musam meditaris
1419 3, 8| servitore di messer Antonio Lelio, e so mille galanterie a
1420 5, 15| non è la cappa di Giuliano Leni su da collo; quanto c'è
1421 2, 6| stillare, acqua da levare lentigini e macchie di mal francioso,
1422 2, 10| voi non si pigliava San Leo, poi che non vi basta l'
1423 2, 17| ha dato la Signora a la letterina e a lo strambotto e l'ha
1424 1, 15| bel pazzo a non fare un leva eius, denari e veste! S'
1425 2, 6| lambicchi da stillare, acqua da levare lentigini e macchie di mal
1426 0, pro| inanzi che questa tela si levassi dal volto di questa città,
1427 1, 22| stalle e da le staffe su levate il vizio e la ignoranzia,
1428 2, 15| Traboccanti e larghi.~ROSSO Levàtimi di tinello e diròvi ogni
1429 1, 24| dentro ch'io vi legerò una lezioncina dolce dolce per la prima
1430 2, 17| questa buona nuova!~M. ANDREA Liberalaccio che voi siete! Or, Zoppino,
1431 4, 1| a pagare un baiocco per libra, come è rifatto. Ma, messer
1432 0, arg| Coe da Siena, studiante in libris, venuto a Roma per acconciarsi
1433 2, 6| di Rienzo Capovacina, di Lielo caporione de Parione.~ALOIGIA
1434 2, 15| né mai fu detta da uomo lieto.~PARABOLANO Che più?~ROSSO
1435 3, 1| amorose passioni; e però lièvamiti dinanzi, ch'io spetto il
1436 3, 3| un sì gran maestro.~ROSSO Lievati su e non usare tante spagnolerie
1437 5, 1| affogarmi, che trovaria chi mi ligarebbe un sasso al collo? Orsù,
1438 2, 12| versi sentenziosi, tersi, limati, dotti, novi, arguti, divini,
1439 5, 22| cose; venissino mo' dal Limbo, ch'io non mi curo; e cognosco
1440 5, 15| ragionamo in sul saldo; quante limosine fai tu l'anno di questa
1441 2, 16| fussi per rispetto di Don Lindezza spagnolo, che per gelosia
1442 4, 3| nel petto questo pugnale, linguaccia frascida!~ALOIGIA Signor,
1443 0, pro| sonetti lascivi', 'unti', 'liquidi cristalli', 'unquanco', '
1444 0, pro| fu ceretano, come per la lira si può cognoscere, e molti
1445 1, 1| vostro avolo comperò tre lire e mandòlo a Corsignano,
1446 5, 15| vacca, e fa un brodo che la liscia sarebbe uno zuccaro.~ALOIGIA
1447 0, arg| Matelica. Ma, per tagliare le lite, la causa è messa in ruota,
1448 0, arg| filosofie morale. Omero fu litigato da sette cittade, e ognuna
1449 1, 12| interpetri ebbero mai le littere greche e latine. E più superbo
1450 3, 6| tornata a tenere camare locande, a lavare panni e a la cucina
1451 5, 12| obligato!~ROSSO (Or così, lodami un poco!)~PARABOLANO O angeliche
1452 3, 1| messer sì.~VALERIO Voi lodate el Rosso non altrimenti
1453 1, 13| tal non si scema e per le lode non si cresce?~VALERIO Lo
1454 2, 1| bel vedere d'altro che de logge o camere depinte.~CAPPA
1455 3, 16| fusse tutti santi, a pie' logri da' zoccoli. Or fàtivi con
1456 5, 22| signori che l'hanno più longhe ch'e' cervi; ma so ben questo,
1457 1, 18| questo maggiordomo è più longo che un dì senza pane. Abrevia,
1458 5, 15| conforta tutto.~ALOIGIA Lordi, gagliofli!~ROSSO Accaderà
1459 5, 12| nelle dolcezze tue? O serene luci de la mia idea, non alluminarete
1460 1, 24| musiche. Le farò stampare da Ludovico Vicintino e da Lautizio
1461 3, 9| perch'io mangio come un lupo e bevo come un cavallo.
1462 4, 12| luna e il sole hanno la lussuria in sommo.~PARABOLANO Io
1463 0, pro| questa pecora! Messer Lorenzo Luti ancora quasi cacciò mano
1464 2, 19| memoria de Strascino, un maccherone senza sale, senza caseo
1465 2, 6| acqua da levare lentigini e macchie di mal francioso, strettoio
1466 1, 12| riarìa il principato de Macedonia, né si degnerebbe del governo
1467 1, 9| non si degna toccar l'oro macinato con guanti, e si Domenedio
1468 1, 24| per la gola ?~M. ANDREA Madesì, serà più facile e più breve.
1469 3, 8| migliaro e de Lorenzina, Madrama non vuole, e de l'altre
1470 1, 7| Maco de Coe, da Siena: «O Màdrama non vuole o Lorenzina...;
1471 1, 14| Magnificenzia, Reverenzia, Sacra Maestà, Padre Santo, Cristianissimo,
1472 2, 14| anni cavati d'aprile al maggio, e passa la quarantina;
1473 0, pro| Per mia fe', che tu hai magior torto che 'l campanile de
1474 4, 14| Basta che non mi prometta il magistrato di casa, ché vorrei inanzi
1475 5, 15| di Campo Salino e de' la Magliana.~ROSSO S'io me delettassi,
1476 1, 16| con la mula. O furfanti, magnapagnotte, io vi manderò a ponte Sisto.~
1477 3, 3| la mia servitù?~ALOIGIA Magnifiche e larghe.~PARABOLANO Credete
1478 3, 3| Quaresima e siam tutti più magri che un digiuno! )~ALOIGIA
1479 0, pro| in le croniche ch'ha il Mainoldo mantuano in anticaglie o
1480 4, 19| specchiativi bene!~MESS. MACO Malandrini, rendetemi el mio viso e
1481 4, 1| animo! Voi sareste stato il malatestissimo soldato al tempo di Bartolomeo
1482 1, 12| è un bugiardo, inbriaco, maldicente, ghiotto, ladro e simulatore!
1483 1, 21| caverògli la lingua. Che maledetta sia Roma, la Corte, la Chiesa
1484 4, 14| quattordicesima. Rosso, solo.~ ~Maledetto sia, presso ch'io non l'
1485 3, 3| ita a orinare!)~ALOIGIA Maledisce el giorno, che pena un anno
1486 1, 17| nome de Dio cavarli questa maledizione da dosso perché ha forse
1487 4, 1| più fantastiche che l'umor malenconico.~MESS. MACO Maestro, la
1488 5, 17| Imaginandosi che la fussi una malìa, fece mettere a la corda
1489 5, 18| le pessime lingue e de la maligna sorte mia, che senza causa
1490 5, 18| credenze date agli asentatori e maligni, e senza udire il biasimato
1491 2, 5| misero, ingrato, adulatore, maligno, iniusto, eretico, ipocrito,
1492 5, 20| voi madonna, state così malinconosa e sètevi ringrandita a sollazzare
1493 3, 6| ALOIGIA Io non l'ho detto a malizia, ma quello ch'io vo' dire
1494 2, 12| leggere, perché voi siate malizioso e chi sa che voi non mi
1495 4, 9| non dico...~TOGNA In tua malora!~ ~ ~ ~
1496 1, 24| Silvestrem tenui noli gaudere malorum~Hanc tua Penelope nimium
1497 0, pro| Cinotto, poeta coronato per man di papa Leon, l'usa e sta
1498 5, 5| me, forse ch'io li lascio mancare niente de la mia povertà?
1499 4, 8| capo de la fin non posso mancarvi, e ci verrò s'io dovessi
1500 3, 7| mangiò né cavalcò ch'io mancassi in servirlo, e non ho niente,
1501 2, 8| passioni: ma se gli è amore, màncav'egli animo de ottenere qual
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