ATTO QUARTO
DE LA CORTIGIANA
M. ANDREA Noi siamo d'accordo del
prezzo e messer Maco s'arrischierà a pigliare le medicine.
MESS. MACO Le pillole mi mettono
un gran pensiero, tamen...
M. MERCURIO Pillolarum romane
curie sunt dulciora!
MESS. MACO Nego istud, nego nego,
magister mi!
M. MERCURIO Hyppograssus affirmat
hoc, dico vobis.
MESS. MACO Nego propositio hanc!
M. MERCURIO Domine, usquequo vos
non inteligitis glosam de verborum obligatione che sic inquit: totiens quotiens
vult diventare Cortigianos novissima dies pillole et aque syropus accipere
bisognat.
MESS. MACO Voi mi fate una rima
falsa, ché 'bisognat' non è toscano; et ecco qui in la manica el Petrarca che
lo conferma.
M. ANDREA Or così! Favèllami a
l'usanza e non per in busse e 'n basse!
MESS. MACO Trant fabrilia fabri!
M. MERCURIO Messere, cognoscete
voi le nespole?
MESS. MACO Signor sì.
M. MERCURIO Le nespole si
chiamano pillole a Roma, e voi ne pigliarete quanto vi basta l'animo mangiarne.
M. ANDREA Avete inteso maestro
Mercurio da bene?
MESS. MACO Sì ho, et è molto
dotto, e io mangerò mille nespole per amor suo.
M. ANDREA O che animo! Voi
sareste stato il malatestissimo soldato al tempo di Bartolomeo Coglion!
GRILLO Padrone, serà meglio ch'io
me avvii dove le forme vi aspettano.
MESS. MACO Va' e tolli le più
belle forme e le più agiate che vi siano.
GRILLO Così farò. Altro?
MESS. MACO Fa' che 'l capo
c'entri tutto, e guarda che niuno si volessi usare inanzi a me.
M. ANDREA Spàcciate Grillo, e fa'
che i' si' la stadera, ché bisogna pesarlo, ché s'ha a pagare un baiocco per
libra, come è rifatto. Ma, messer mio, voglio che voi giurate, inanzi che
diventate uno altro, di farmi carezze, perché gl'entervien el più de le volte
che coloro tolti d'acconciar un asino, poi che salgono in cielo a l'accursiesca
e serapichesca non si degnon poi né con amici né con parenti.
MESS. MACO Al corpo di Giuda,
ch'io vi toccherò sotto 'l mento!
M. ANDREA Giuro da puttini.
MESS, MACO A l'evangele!
M. ANDREA Sacramento da
contadini.
MESS. MACO A la fe' de Dio!
M. ANDREA Così dicono li
facchini.
MESS. MACO A la croce benedetta!
M. ANDREA Parole da donna.
MESS. MACO Potta, sangue, al
corpo di...
M. ANDREA Al corpo di che?
MESS. MACO Ch'io biastemo?
M. ANDREA Che no?
MESS. MACO Di Cristo, di Cristo!
Oh, pur l'ho detto!
M. ANDREA Ah, messer Maco, io
motteggio e voi biastemate come un traditore, e son vostro servitor, alma
serena.
M. MERCURIO Orsù, non perdiamo
tempo, ché le forme si fredderanno e a Roma le legne vagliono un tesoro.
MESS. MACO Spettate, ch'io
manderò per una soma a Siena.
M. ANDREA Ah, ah, ah! Ecco là Grillo, su la porta de la bottega
che fa i cortigiani plusquam perfetti. Che si fa Grillo?
GRILLO Le forme, la stadera, le
nespole, i maestri e ogni cosa è in ordine, e vederete cose più fantastiche che
l'umor malenconico.
MESS. MACO Maestro, la luna dove
si trova ora?
M. MERCURIO Eh? Oh, discosto da
qui un gran pezzo.
MESS. MACO Io dico se l'è in
quintadecima o no.
M. MERCURIO Messer no.
MESS. MACO Basta, io aveva paura
de sì, perché vien poi in fluxo ventris, ma sola fides sufficit. Andiamo, in
nomine Domini.
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