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Pietro Aretino
La cortigiana

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  • LA CORTIGIANA
    • ATTO QUARTO DE LA CORTIGIANA
      • Scena prima. Maestro Andrea, Messer Maco, Maestro Mercurio e Grillo.
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ATTO QUARTO DE LA CORTIGIANA

 

Scena prima. Maestro Andrea, Messer Maco, Maestro Mercurio e Grillo.

 

M. ANDREA Noi siamo d'accordo del prezzo e messer Maco s'arrischierà a pigliare le medicine.

MESS. MACO Le pillole mi mettono un gran pensiero, tamen...

M. MERCURIO Pillolarum romane curie sunt dulciora!

MESS. MACO Nego istud, nego nego, magister mi!

M. MERCURIO Hyppograssus affirmat hoc, dico vobis.

MESS. MACO Nego propositio hanc!

M. MERCURIO Domine, usquequo vos non inteligitis glosam de verborum obligatione che sic inquit: totiens quotiens vult diventare Cortigianos novissima dies pillole et aque syropus accipere bisognat.

MESS. MACO Voi mi fate una rima falsa, ché 'bisognat' non è toscano; et ecco qui in la manica el Petrarca che lo conferma.

M. ANDREA Or così! Favèllami a l'usanza e non per in busse e 'n basse!

MESS. MACO Trant fabrilia fabri!

M. MERCURIO Messere, cognoscete voi le nespole?

MESS. MACO Signor sì.

M. MERCURIO Le nespole si chiamano pillole a Roma, e voi ne pigliarete quanto vi basta l'animo mangiarne.

M. ANDREA Avete inteso maestro Mercurio da bene?

MESS. MACO Sì ho, et è molto dotto, e io mangerò mille nespole per amor suo.

M. ANDREA O che animo! Voi sareste stato il malatestissimo soldato al tempo di Bartolomeo Coglion!

GRILLO Padrone, serà meglio ch'io me avvii dove le forme vi aspettano.

MESS. MACO Va' e tolli le più belle forme e le più agiate che vi siano.

GRILLO Così farò. Altro?

MESS. MACO Fa' che 'l capo c'entri tutto, e guarda che niuno si volessi usare inanzi a me.

M. ANDREA Spàcciate Grillo, e fa' che i' si' la stadera, ché bisogna pesarlo, ché s'ha a pagare un baiocco per libra, come è rifatto. Ma, messer mio, voglio che voi giurate, inanzi che diventate uno altro, di farmi carezze, perché gl'entervien el più de le volte che coloro tolti d'acconciar un asino, poi che salgono in cielo a l'accursiesca e serapichesca non si degnon poi né con amici né con parenti.

MESS. MACO Al corpo di Giuda, ch'io vi toccherò sotto 'l mento!

M. ANDREA Giuro da puttini.

MESS, MACO A l'evangele!

M. ANDREA Sacramento da contadini.

MESS. MACO A la fe' de Dio!

M. ANDREA Così dicono li facchini.

MESS. MACO A la croce benedetta!

M. ANDREA Parole da donna.

MESS. MACO Potta, sangue, al corpo di...

M. ANDREA Al corpo di che?

MESS. MACO Ch'io biastemo?

M. ANDREA Che no?

MESS. MACO Di Cristo, di Cristo! Oh, pur l'ho detto!

M. ANDREA Ah, messer Maco, io motteggio e voi biastemate come un traditore, e son vostro servitor, alma serena.

M. MERCURIO Orsù, non perdiamo tempo, ché le forme si fredderanno e a Roma le legne vagliono un tesoro.

MESS. MACO Spettate, ch'io manderò per una soma a Siena.

M. ANDREA Ah, ah, ah! Ecco Grillo, su la porta de la bottega che fa i cortigiani plusquam perfetti. Che si fa Grillo?

GRILLO Le forme, la stadera, le nespole, i maestri e ogni cosa è in ordine, e vederete cose più fantastiche che l'umor malenconico.

MESS. MACO Maestro, la luna dove si trova ora?

M. MERCURIO Eh? Oh, discosto da qui un gran pezzo.

MESS. MACO Io dico se l'è in quintadecima o no.

M. MERCURIO Messer no.

MESS. MACO Basta, io aveva paura de sì, perché vien poi in fluxo ventris, ma sola fides sufficit. Andiamo, in nomine Domini.

 

 

 




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