M. ANDREA Gli è cento anni, o
meno, che mai fu visto el più bello di Vostra Signoria.
M. MERCURIO Per Dio, che avete un
grande obligo con la natura de' maestri e de le forme.
MESS. MACO Ah, ah! Mostratemi lo
specchio, ch'io mi sento diventato un altro! O che pena ho io patito! Ma io
sono cortigiano e guarito. Date qua lo specchio... Ohimè, o Dio! Io sono
guasto, io son disconcio, io son morto! O che bocca, o che naso! Misericordia,
Vita dulcedo... et verbum caro factum est!...
M. MERCURIO Che accidente è
questo? Duolvi il corpo?
MESS. MACO Io disfatto! Io non
son io! Regnum tuum.... panem nostrum... Traditori, voi m'avete scambiato nelle
forme. Io vi accusarò per ladri! Ladri visibilium et invisibilium!
M. ANDREA Gli orazioni non vi
possono se non giovare; ma bisogna gittarsi per terra? State su e specchiativi
bene!
MESS. MACO Malandrini, rendetemi el
mio viso e toglietevi il vostro, ché, s'io guarisco fo voto de dire un mese li
salmi pestilenziali.
M. ANDREA Molto bene; ma
guardatevi nel specchio un'altra volta.
MESS, MACO Non farò!
M. ANDREA Sì, farete!
MESS. MACO Laudate pueri Dominum!
Io sono in fatto racconcio e 'l più bel che mai. 'O stelluzza d'amore, o Angel
d'orto, Viso di legno e faccia d'oriente'.
M. MERCURIO V'allegrate con le
musiche; oh che voce!
MESS. MACO Io voglio tutte le
signore, adesso, ora! E voglio farmi papa e inchiavellare la Camilla ora ora!
Spacciatemi, ch'io ho fretta.
M. ANDREA Maestro Mercurio,
andatevi a spasso e domani andate al cassieri de' Chisi, ché vi saranno contati
i denari per commissione de messer Maco.
M. MERCURIO Così farò, e a Vostra
Signoria bascio le mani.
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