ATTO
PRIMO DE LA CORTIGIANA
MESS. MACO Per certo che Roma è capus
mundi e se io non ce veniva...
SANESE Il pan muffava.
MESS. MACO Cacava io dico, ché
mai l'arei creduto che la fussi bella a millanta miglia come è bella Siena.
SANESE O non ve dicevo io che
Roma era un poco più bella e più grande che Siena, e voi diciavate: non! E a
Siena c'è lo Studio, c'è' Dottori, fonte Branda, fonte Beccia, la piazza, la
guardia, si fa la caccia del toro, e' carri, con ceri e pimpinelli e mille
gentilezze per mezzo agosto: a Siena ci si fanno e' marzapani, e' bericuocoli a
centinaia, e ci vuol ben l'imperadore e tutto il mondo, fòr che i fiorentini.
MESS. MACO Tu mi dicevi el vero,
mi dicevi! A Siena non ci sono sì ben vestiti gli òmini a cavallo, con il
famiglio. Oh, che magnificenzia!
SANESE State cheto, uno picchio
favella.
MESS. MACO Papagallo volesti
dire, che ti venga il grosso.
SANESE Io dico picchio e non
papagallo.
MESS. MACO E io dico papagallo, e
non picchio.
SANESE Padrone, voi siate una
bestia, perdonatime, ché gli è un de quelli che vostro avolo comperò tre lire e
mandòlo a Corsignano, e non fu esso, così disse il Morgante.
MESS. MACO Il Morgante, Sanese,
ci voleva male, e io n'ho monstro all'orefice ottonaio una penna, e dice
ch'ella è di papagallo, e ben fine.
SANESE Padrone, voi non
cognoscete li ucelli.
MESS. MACO Al tuo dispetto li
cognosco.
SANESE Non vi adirate!
MESS. MACO Mi voglio adirare, mi
voglio, e voglio essere obedito, stimato e creduto.
SANESE Io vi estimo più ch'un
ducato, v'obedisco da servitore e credo come a messer Maco.
MESS. MACO Io ti perdono, e
basta.
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