FLAMINIO Per mia fe', che questi
signori non meritano altri servitori che de la sorte del Rosso e il Cappa, e
quasi più giova de essere un simile che virtuoso. Quante volte m'ha ditto el
padrone che 'l Rosso ha buona creanza e che gli è fedele e costumato!
VALERIO S'è un bugiardo,
inbriaco, maldicente, ghiotto, ladro e simulatore! É ben creato el Rosso, e
divino, o che cosa? E perciò le signorie de' Signori dicono avere buona creanza
colui che sa trinciare un fagiano, fare bene un letto o una reverenzia mentre
che è dato loro bere; e piuttosto uno di questi Rossi doventa grande in Corte,
che quanti interpetri ebbero mai le littere greche e latine. E più superbo è un
tale che per portare imbasciate è grato al padrone che non è umile la
pazienzia! Oh, oh, oh, oh!
FLAMINIO Gli è forse un'ora ch'io
senti' ch'un altro padrone biasimava Julio con dire che gli è plebeo e che 'l
Signor Parabolano faceva gran male a dare tanto credito a un villano, essaltando
la sua nobile e antichissima genologia.
VALERIO Flaminio, fratello,
bisogna altro al dì d'oggi che dire: «De la mia casa fu monsignore tale e
messer cotale!» Bisogna essere uomo da bene per le sue e non per le opere de'
suoi. E se la nobilità del sangue avessi a fare onorare gl'òmini che per loro
stessi meritano niente, el re di Cipri, e 'l principe de Fiossa non sarebbono
così male aviati, e anche il Signor Constantino riarìa il principato de
Macedonia, né si degnerebbe del governo di Fano.
FLAMINIO Veramente giova[n] poco
le croniche, gli epitaffi e i privillegi del benemerito de li antichi, né mai
Rafaele giudeo vole prestare doi baiocchi alle memorie della nobilità, e in
Roma tanto se estima quanto fa el Romanello se 'l Messia vien più oggi che
crai.
VALERIO Questo è chiaro e védesi
che sino a la Fortuna si fa beffe del sangue greco e troiano, e il più de le
volte cardinali e papi sono de la stirpe de ser Adriano.
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