PARABOLANO Dove se' tu stato?
ROSSO A la taverna, salvando
l'onore de la Signoria Vostra, et ho veduto quella buona robba d'Angela Greca.
PARABOLANO Che faceva ella?
ROSSO Parlava con don Cerimonia
spagnolo, e dicevano de andare a cena a non so che vigna; et io feci come la
gatta de Masino.
PARABOLANO Come faceva la gatta
di Masino?
ROSSO Chiudeva gli occhi per non
pigliare i topi.
PARABOLANO Tal mi cocessi altra
fiamma, ch'io viverei senza noia.
ROSSO Infine gli è un peccato a
fare piacere a un gran maestro, perché gli vien a noia ogni cosa.
PARABOLANO Oimè, che colei ch'io
adoro non mi verrà mai in fastidio, tanto m'è avara d'un sguardo.
ROSSO Non vi dissi io che 'l cibo
vi sazia troppo tosto?
PARABOLANO Or taci: ascoltami.
ROSSO Or dite, ch'io intenda!
PARABOLANO Sai tu la casa di
Messer Ceccotto?
ROSSO Di quel pazzo? Signor sì.
PARABOLANO Pazzo o savio, andarai
ivi e presenterai messer Maco sanese, perché mio padre ebbe gran servigi dal
suo mentre studiò in Siena, ma non so che mandargli.
ROSSO Mandategli quattro
tartarughe.
PARABOLANO Son presenti da miei
pari tartarughe, bestia ?
ROSSO Mandategli doi gattucci
soriani!
PARABOLANO Son buoni a mangiare i
gatti, furfante?
ROSSO Se voi li mandate dieci
carciofi, vi serà schiavo.
PARABOLANO La peste che t'occida;
dove sono ora i carciofi, pecora?
ROSSO Donatili doi fiaschi di
Mangiaguerra; oh, il Riccio de la Lepre l'ha perfetto.
PARABOLANO Fai conto che debba
essere un imbriaco come te, bufolaccio? Or non mi rompere la testa, va', e con
questi dieci scudi compera de le lamprede, e dilli che le mangi per amor mio,
ancor che gli sia piccolo presente; e sappi dire quattro parole.
ROSSO Ne saperò dire più
d'ottanta millia non che quattro; et è un peccato ch'io non sia mandato per
imbasciatore a qualche Sofì, ch'almeno io mi farìa onore. Io gli direi:
'Magnificenzia, Reverenzia, Sacra Maestà, Padre Santo, Cristianissimo,
Illustrissimo, Reverendissimo, in Cristo patri, Paternità, Omnipotenzia, Viro,
Domino, e tutto il mondo'; e farìa un inchino così, l'altro così, inchinarei la
testa e ogni cosa.
PARABOLANO Deh, spàcciati, matto
spacciato, ma porta prima questa vesta a Valerio, e io entrarò nella stalla a
vedere quei turchi che mi son stati mandati a donare dal conte di Verucchio.
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