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Pietro Aretino La cortigiana IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena dodicesima. Parabolano e Rosso.
PARABOLANO O notte beatissima, a me più cara che a le ben nate anime l'aspetto del mirabil Dio! O mia benigna stella, qual mio merito t'inchina a farmi dono di cotanto tesoro? O fidel servo mio, quanto ti son io obligato! ROSSO (Or così, lodami un poco!) PARABOLANO O angeliche bellezze de la fronte, del petto e de le mani, io ho da voi sì tosto a essere unico possessore, bocca soave, dove amore stilla le dolcissime ambrosie, non ti degnerai tu ch'io, che son tutto foco, immolli le mie indegne labia nelle dolcezze tue? O serene luci de la mia idea, non alluminarete voi la camera sì che vedere possa colei da cui la mia vita e morte depende? ROSSO Questo è stato un gran proemio. PARABOLANO Non faccio mio debito a lodare la mia donna e il ciel di cotanto dono? ROSSO Non, a mio giudizio, perché odio più le femmine che l'acqua e 'l vino.
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