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Pietro Aretino La cortigiana IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena ventesima. Parabolano, Togna, Aloigia e Valerio.
PARABOLANO Sì ch'in sogno m'è stato cavato di bocca ch'io era inamorato, e il Rosso è stato l'autore de vituperarmi! ALOIGIA Signor sì, e mi reccomando a Vostra Signoria perché l'esser troppo compassionevole e bona m'ha fatto errare; uh, uh, uh! PARABOLANO Oh, tu piangi! Per Dio, ch'io ho a rifarti! ALOIGIA Per vedervi stare sì mal d'amore e dubitando che per troppo amore voi non ammalasti, presi questo partito. VALERIO Per Dio che la merita perdono, poiché l'è sì pietosa e ingeniosa che gli basta l'animo fare così ingeniose opere. PARABOLANO Ah, ah, ah! Sono io el primo? ALOIGIA Signor no. PARABOLANO Ah, ah, per Dio, ch'i mi voglio mutare di proposito e ridermi di questa così ladra burla e de la mia pazzia! E stammi benissimo ogni male, ché non ci doveva venire; e Aloigia ha fatto el debito suo. VALERIO Or vi cognosco io savio; e voi madonna, state così malinconosa e sètevi ringrandita a sollazzare con sì gran maestro. TOGNA Ohimè, ch'io son stata tradita e menataci per forza con questi panni del mio marito. ALOIGIA Tu non dici el vero!
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