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Pietro Aretino La cortigiana IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena quinta. Flaminio e Sempronio, vecchio.
SEMPRONIO Donque, tu mi consigli di metter Camillo mio figliolo al servizio de la Corte? FLAMINIO Sì, se già il tuo figliolo odiassi da inimico. SEMPRONIO Molto è intristita la Corte al tempo di voi altri cortigiani. Io mi ricordo che quando io stetti con Monsignore Reverendissimo che non era altro paradiso, e tutti eravamo ricchi, favoriti e fratelli. FLAMINIO Voi vecchi ve ne andate dietro a le regole del tempo antico e noi siamo nel moderno, in nome del centopaia! Al tempo tuo a un servitore di papa Janni era dato letto, camera, legne, candele, cavalcatura, pagato la lavandara, il barbieri, il salario del garzon, e 'l vestito doe volte l'anno; e adesso un povero cortigiano a pena è accettato, [ha] a comprarsi l'acqua e il fuoco, e quando pure pure t'è fatto carezze, te si concede un mezzo famiglio. Or pensa come è possibile ch'un mezzo uomo basti a un intero! Quanto c'è di buono è che se tu t'ammali, ancor che fussi in lor servitù, ti si provede d'un spedale, e con mille prieghi. SEMPRONIO O che fanno egli de tante entrate? FLAMINIO A le puttane e ragazzi, o veramente moiono senza cavarsi mai la fame, e poi lasciano quindici o venti milia scudi a tali che non trarìano una coreggia per l'anima loro. SEMPRONIO Gran pazzia, però. FLAMINIO Almen trattassero ben la famiglia! Sai tu come fanno i ribaldoni? S EMPRONIO Non io. FLAMINIO Gli hanno imparato a mangiar soli in camera e dicano che 'l fanno perché doi pasti il giorno gli amazza e che la sera fanno colazione leggieri leggieri: e i miseroni lo fanno perché non si trattenghino i poveri virtuosi a la tavola loro. SEMPRONIO Gran vergogna, per certo, e gran meccanecarìa. FLAMINIO Non fu bella quella del Molfetta che, avendo speso el suo spenditore doi baiocchi più che 'l solito in una laccia, non la volse? Onde certi della famiglia, e così lo spenditore, messono tanto per uno e comperòrla e cotta per mangiarla insieme, el bon vescovo, sentito l'odore e corso in cocina, volse anch'egli pagare la rata sua per mangiarne, e i buon compagni non volsero. SEMPRONIO Ah, ah; eh, eh; oh, oh; uh, uh! FLAMINIO Una altra più bella. Io ho inteso in casa del Ponzetta, che fu un Monsignore Reverendissimo, che faceva mettere un ovo e mezzo per frittata e facevalo poi porre ne le forme dove pigliano le pieghe le berette. Avvenne una mattina un caso strano, ch'un vento le portò sino a le scale de S. Pietro come porta le fronde lo autunno, e cadevono in capo a le genti a guisa di diadema. SEMPRONIO Ah, ah, ah! FLAMINIO Odi questa altra. Voi avevate per maestri di casa gli uomini e noi le donne. Le matri de' nostri padroni ci dànno contumacia, assaggion vini, se c'è poca acqua, tengon le chiavi de le cantine, dànno a conto i bocconi: tanti el dì de le feste e tanti i dì neri; e ci misurano sino a le minestre. SEMPRONIO So che 'l mio figliolo starà in casa sua. FLAMINIO Dipoi fatto un cortigiano, è fatto un invidioso, ambizioso, misero, ingrato, adulatore, maligno, iniusto, eretico, ipocrito, ladro, ghiotto, insolente e busardo; e se minor vizio che 'l tradimento si trovassi, direi che 'l tradimento è il minor peccato che ci sia. SEMPRONIO Come, i ladri ancora sono in Corte? FLAMINIO Ladri, sì! Il minor furto che ci si faccia è el robarsi dieci o venti anni a la vita e servitù tua, e non si attendere ad altro ch'aspettare che muoia questo o quello; e se per sorte avvenne che colui del quale hai impetrati [i] benefizii campi, tutti quei fastidi, tutte quelle febbre e dolori che ha avuto nel male quello per la morte del quale credevi esser ricco, tormentono te, sconsolato per la sanità sua. Cose crudeli a desiderare la morte a chi non ti offese mai! SEMPRONIO Non m'aiuti Dio, se Camillo serve mai Corte. FLAMINIO Sempronio, se tu ti consigli meco perché io dica a tuo modo è una, ma se tu vuoi ch'io dica el vero è un'altra. SEMPRONIO Ti sono obligatissimo, Flaminio, e conosco che sei verace uomo e da ben. Io delibero non mandare il mio figliolo con niuno e ci riparleremo più per agio. Io voglio ire a pigliare i denari del mio offizio al banco de li Strozzi. FLAMINIO E io mi tornerò in Corte a consumarmi de dispiacere.
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