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P. Peter Hans Kolvenbach, SJ La vita cons. come cammino di inculturazione IntraText CT - Lettura del testo |
5. Infine, come inculturare?
Poiché si tratta di un incontro, l'inculturazione non si decide dietro una scrivania stabilendo un programma efficace ed elaborando tecniche passe-partout. L'interculturazione sarà il frutto di una spiritualità d'apertura e di discernimento che osa vivere con tutta una serie di tensioni. Una tensione che mantiene una fedeltà creatrice al carisma ricevuto e un autentico desiderio di vedere questo carisma vissuto in altre culture in un modo affatto nuovo; una tensione creata dal desiderio di vivere l'unione di spirito e di cuore di una istituzione religiosa in una sconcertante e minacciosa diversità culturale; una tensione provocata dall'apertura ad ogni cultura che non può fare astrazione dal fatto che predicare un Signore casto, povero e obbediente è andare contro ogni cultura umana. Assumendo queste tensioni, la vita consacrata promuove l'inculturazione con un'attenzione sempre ripresa e rinnovata da un discernimento orante e con la dolorosa pazienza che ogni inculturazione suppone ed esige.
È una gioia vedere come attraverso l'ospitalità e la solidarietà, l'inserzione e il dialogo della vita di tutti i giorni e dell'esperienza di Dio, la vita consacrata porta il dono del Cristo vivo all'incontro con uomini e donne di ogni cultura per una città santa, dove, nelle ricchezze delle nazioni, Dio sarà tutto in tutti. In questo senso, l'interculturazione è una promessa escatologica, ciò che non vuol dire che è irreale, ma che non è di questo mondo; perché noi piantiamo, noi innaffiamo, ma soltanto il Signore dà questa pienezza di Vita.