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F. Jean FRIANT, FSG La miss. ad gentes in un ist. di fratelli" IntraText CT - Lettura del testo |
LA MISSIONE AD GENTES
IN UN ISTITUTO DI FRATELLI
Per iniziare le nostre conversazioni vi parlerò di ciò che è successo nel mio istituto, quello dei Fratelli di San Gabriele, e dei progetto attualmente in corso. In effetti, noi siamo ricchi di una vocazione, quella di fratello, e di un carisma, il carisma montfortano che non possiamo tenere solo per noi. Dobbiamo proporre la nostra spiritualità ed i nostri servizi ad altre culture, ad altre nazioni. Ciò fa parte del carattere missionario del nostro istituto.
"L'amore del Cristo ci spinge" (2 Cor 5,14). I membri di ogni Istituto dovrebbero poterlo ripetere con l'Apostolo, perché compito della vita consacrata è di lavorare in ogni parte della terra per consolidare e dilatare il Regno di Cristo, portando l'annuncio del Vangelo dappertutto, anche nelle regioni più lontane (...). Questo dovere continua a chiamare in causa pressantemente gli Istituti di vita consacrata (...).
Gli istituti che sorgono o operano nelle giovani Chiese sono invitati ad aprirsi alla missione fra i non cristiani, all'interno e fuori della loro patria. Nonostante le comprensibili difficoltà che alcuni di essi possono attraversare, è bene ricordare a tutti che come 'la fede si rafforza donandola', così la missione rafforza la vita consacrata, le dà nuovo entusiasmo e nuove motivazioni, sollecita la sua fedeltà." (Vita Consecrata, 78)
Nata in Francia all'inizio del XVIII secolo, la nostra congregazione si è estesa a tutti i continenti nei 110 anni successivi. Nel XIX secolo, tra il 1835 ed il 1895, una quarantina di richieste, provenienti da vari vescovi del mondo, per aprire scuole, orfanotrofi, scuole per sordi o ciechi. Ma a causa del rifiuto da parte dei Superiori dell'epoca, o del vescovo da cui dipendeva allora la nostra congregazione di diritto diocesano, rimanemmo in Francia. E ci recammo solo in Canada (1888) e in Egitto (1890).
All'inizio del XX secolo l'Istituto conobbe la sua maggiore espansione dovuta anche alla più grande prova. Nel 1903, viene sciolto in Francia ed il 42% dei fratelli (422 su 1062) sono dispensati dai voti. Mette radici, quindi, in meno di cinque anni, in 13 paesi nuovi: europei (Belgio, Italia, Spagna...), asiatici (Tailandia, India) ed africani (Gabon, Madagascar...). Il volto internazionale che oggi ha l'Istituto è dovuto in gran parte a ciò che è successo in Francia all'inizio di questo secolo. Domani l'Istituto dipenderà molto dalle decisioni di espansione che prenderemo oggi.
Dal 1905 al 1948 i fratelli si stabiliranno solo in tre nuovi paesi.
La missione ad gentes riprende con vigore dopo la seconda guerra mondiale, e questo si spiega per due motivi: l'aumento del numero di fratelli che raggiunge il suo apogeo nel 1966 (1800 fratelli) e gli appelli insistenti di Pio XII (1939-1958) a favore delle missioni. Il Papa scrive 4 encicliche su questo tema, nel 1939, nel 1940, nel 1951 e nel 1957. Il titolo dell'ultima enciclica, Fidei Donum, rimane legato ai sacerdoti che le diocesi europee presteranno alcuni anni alle missioni. In risposta a questi appelli, alcuni fratelli partiranno per l'Africa (Senegal, Congo, Africa centrale, Camerun, Ruanda), l'America meridionale (Brasile, Colombia, Perù), l'Asia (Sri-Lanka, Iraq). 10 partenze tra il 1949 ed il 1965.
L'originalità delle ultime fondazioni in nuovi paesi, 9 dal 1968, è che, salvo una, non vengono più dalle provincie occidentali, bensì dalle provincie dell'Asia e dell'Africa. A queste ultime sta a cuore diventare a loro volta missionarie ad gentes.
E per sviluppare questo spirito missionario, abbiamo organizzato nel giugno del 1997, a Bangalore (India) un incontro di tutti i provinciali d'Asia (6) e dei loro consiglieri. Hanno pensato che era giunto il momento di aumentare la nostra presenza montfortana in Asia ed Oceania, I fratelli presenti sono quasi 500, con una età media di 43 anni. Hanno considerato questa espansione missionaria come una maniera assai appropriata di celebrare il 50° anniversario della canonizzazione di Montfort, un "missionario straordinario e di grande impatto" (Giovanni Paolo II). Un incontro di tutti i provinciali nell'ottobre del 1997 ha permesso di fare in modo che questi progetti, all'inizio asiatici, siano diventati progetti di tutto l'istituto e che l'entusiasmo dei nostri fratelli asiatici sia condiviso dai fratelli di tutte le provincie.
Infine, ecco alcune caratteristiche di questi progetti di nuove fondazioni:
Dal 1997, abbiamo fatto sondaggi in sei nuovi paesi per una eventuale fondazione. Quest'anno, speriamo di poter essere presenti in due di questi paesi. Attualmente, più di 160 fratelli professi, su un totale di 1150, e cioè il 15%, svolgono la loro missione fuori del paese di origine, e si tratta soprattutto di fratelli africani o asiatici. Ma non bisognerebbe forse aggiungere a questi fratelli indiani che lavorano a circa 3000 km dal loro luogo di nascita, con persone di lingua e cultura totalmente diverse dalla loro?
Infine sarebbe stato necessario ricordare come i nostri istituti di fratelli permettono ad alcuni laici di diventare missionari ad gentes mediante le nostre reti di cooperazione e di solidarietà. Ma alcuni di noi hanno in questo campo un'esperienza migliore di cui potranno parlarci.