2. La vita consacrata è come una chiamata all'inculturazione?

Da secoli la risposta è chiaramente affermativa. La vocazione escatologica, che è la vocazione specifica della vita consacrata, l'incita dal di dentro a non considerare nessuna cultura come una dimora permanente ed esclusiva. La dimensione contemplativa di questa vocazione spinge a trovare lo Spirito di Dio già presente, già all'opera in tutte le culture e a vedere come questo Spirito porta le culture al loro compimento. In questo dinamismo lo Spirito ha voluto aver bisogno di una vita consacrata che la "sequela Christi" spinge a non vivere per se stessa, ma ad uscire dalla sua famiglia, dal suo popolo e dalla sua cultura per testimoniare il Signore in un modo così kenotico - rinuncia - e così pasquale - apertura - che il Cristo possa essere servito - casto, povero e obbediente - in ogni cultura senza eccezione, senza esclusività. In questo caso, la vita consacrata predispone ad ogni inculturazione.