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LA MISSIONE AD GENTES
NELLA VITA DELLE SOCIETA
DI VITA APOSTOLICA
Le Società di Vita
Apostolica differiscono dagli Istituti di Vita Consacrata ed in particolare
modo da quelli Religiosi. Quello che caratterizza la vita religiosa è la
consacrazione attraverso i voti, nella pratica dei tre consigli evangelici. Ciò
che caratterizza le Società di Vita Apostolica è semplicemente la chiamata alla
Missione. Questa chiamata radicata nella grazia del Battesimo ed eventualmente
anche nell’ordinazione, è un cammino di
santità.
Per rispondere, uomini e
donne scelgono la vita fraterna come un sostegno ed una scuola di carità
apostolica. Nessuna consacrazione dai voti ma solo un semplice impegno
attraverso le promesse o un giuramento di incorporazione. Quindici (15) delle
trenta (30) SVA (di diritto pontificale maschili) sono esclusivamente
missionarie. L’esistenza di queste fra loro risale
al XVII secolo.
Al servizio della missione
della Chiesa "ad gentes" si può dire che queste Società sono come un
gruppo profetico nel cuore del movimento missionario della Chiesa. Diversi
fattori le rendono degli strumenti atti ad affrontare le sfide della missione
di oggi:
I loro membri prendono abitualmente un impegno
permanente alla missione ad extra, una forma esemplare e sempre valida
dell’impegno missionario. La maggior parte accettano di più, come
associati, i clerici o laici preparati a ricoprire un ruolo attivo
nell’apostolato missionario e per risvegliare la coscienza missionaria
delle Chiese dell’emisfero Ovest.
Le loro regole e le loro strutture, modellate da
numerosi anni d’Impegno missionario, le rendono degli istruenti adattabili
e mobili al servizio della missione "ad gentes" delle Chiese in
particolare modo nelle zone di prima evangelizzazione.
Queste SVA possono veramente entrare nelle
situazioni difficili e non strutturate e dare degli "slanci nuovi e
audaci" (RM 66) cosi necessari per l’espansione della missione
"ad gentes".
Esse accettano dei candidati provenienti dalle
giovani Chiese e vogliono aiutare la promozione delle vocazioni
missionarie ed eventualmente la creazione di Istituti missionari in queste
Chiese. Ciò è quello che incoraggia RM 66.
Esse lavorano anche all’animazione missionaria
in comunione e collaborazione con le loro Chiese di origine vedendo questo
incarico come inerente al loro carisma.
Queste SVA sono o Nazionali o Internazionali e
danno una testimonianza effettiva della particolarità e dell’universalità
non solo della Chiesa ma anche della sua missione.
Le altre SVA ( 15) a loro
modo, si sono sentite interpellate, anche loro, dagli inviti della Chiesa,
tutto dopo l’enciclica Fidei Donum ( 1957), dopo
il Concilio Vaticano II, dopo il documento della Congregazione del Clero Postquam
Apostolici (1980) e per ultimo della enciclica Redemptoris Missio
(1990). Cosi hanno risposto, secondo i loro carismi, alle domande della Chiesa
per andare, anche loro, alla Missione "ad gentes" .
Alcune
domande sollevate dalle SVA esclusivamente Missionarie. (1)
Necessita di rivedere il documento Mutuae
Relationes e di pensare anche ad un Documento particolare nello stesso
senso riguardo alle relazioni Vescovi ed SVA esclusivamente missionarie,
che prenda in considerazione la loro identità particolare nella Chiesa e
il loro ruolo particolare al servizio della missione "ad
gentes".
Le SVA esclusivamente missionarie considerano il
fatto che è di grande importanza creare delle nuove strutture ecclesiali,
vale a dire una commissione speciale per le missioni a livelli diocesani e
interdiocesani per esprimere e facilitare la cooperazione. Esse hanno
dunque bisogno di un organismo ufficiale attraverso il quale i loro punti
di vista, loro preoccupazioni e le loro attese possano essere comunicate
alle loro Chiese di origine e viceversa.
Le SVA sperano in più che la CEP le aiuterà ad
ottenere una nuova legislazione d’accordo con i nuovi sviluppi nel loro
apostolato. Applicando le norme generali della legge della Chiesa nelle
loro Costituzioni, le SVA la fanno da padrone sulle loro specificità
missionarie. Riguardo alle norme per i religiosi, esse non le riguardano
necessariamente. E’ di competenza della CEP fare adattazioni necessarie di
queste, alle situazioni particolari delle SVA.
Le SVA sperano che la CEP potrà offrire più
borse di studio ai loro studenti come lei fa per i sacerdoti diocesani che
vengono dai paesi di missione.
Le SVA esclusivamente missionarie domandano alla
Chiesa e in particolare modo ai Vescovi dei Territori di missione,
l’incoraggiamento e il supporto necessario in vista dell’integrazione dei
missionari laici nelle loro comunità e apostolati.
E’ per questo, che noi vogliamo ancora una volta, tanto per le SVA
esclusivamente missionarie quando per le altre, approfittare di questa
riflessione della riunione semestrale della USG per marcare ancora meglio la
posta in gioco della "missione ad gentes" scoprendone i problemi, le
sfide e le prospettive per impegnarci meglio secondo il nostro carisma
particolare.
1 COLLABORATION: Co-responsibility in
Mission: A S.A.L. Perspective prepared by the Roman Study Group of the S.A.L.
25p. (May 1993); BONFILS J. Les Sociétés de Vie Apostolique. Cerf 1990,209 p.;
RIUNIONE delle Società di Vita Apostolica . Ariccia-23-25 Nov.98: 2
Diskettes.
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