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Pedro Drouin, CJM
La miss. ad gentes nella vita delle soc. di vita ap.

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LA MISSIONE AD GENTES
NELLA VITA DELLE SOCIETA
DI VITA APOSTOLICA

Le Società di Vita Apostolica differiscono dagli Istituti di Vita Consacrata ed in particolare modo da quelli Religiosi. Quello che caratterizza la vita religiosa è la consacrazione attraverso i voti, nella pratica dei tre consigli evangelici. Ciò che caratterizza le Società di Vita Apostolica è semplicemente la chiamata alla Missione. Questa chiamata radicata nella grazia del Battesimo ed eventualmente anche nell’ordinazione, è un cammino di santità.

Per rispondere, uomini e donne scelgono la vita fraterna come un sostegno ed una scuola di carità apostolica. Nessuna consacrazione dai voti ma solo un semplice impegno attraverso le promesse o un giuramento di incorporazione. Quindici (15) delle trenta (30) SVA (di diritto pontificale maschili) sono esclusivamente missionarie. L’esistenza di queste fra loro risale al XVII secolo.

Al servizio della missione della Chiesa "ad gentes" si può dire che queste Società sono come un gruppo profetico nel cuore del movimento missionario della Chiesa. Diversi fattori le rendono degli strumenti atti ad affrontare le sfide della missione di oggi:

    I loro membri prendono abitualmente un impegno permanente alla missione ad extra, una forma esemplare e sempre valida dell’impegno missionario. La maggior parte accettano di più, come associati, i clerici o laici preparati a ricoprire un ruolo attivo nell’apostolato missionario e per risvegliare la coscienza missionaria delle Chiese dell’emisfero Ovest. Le loro regole e le loro strutture, modellate da numerosi anni d’Impegno missionario, le rendono degli istruenti adattabili e mobili al servizio della missione "ad gentes" delle Chiese in particolare modo nelle zone di prima evangelizzazione. Queste SVA possono veramente entrare nelle situazioni difficili e non strutturate e dare degli "slanci nuovi e audaci" (RM 66) cosi necessari per l’espansione della missione "ad gentes". Esse accettano dei candidati provenienti dalle giovani Chiese e vogliono aiutare la promozione delle vocazioni missionarie ed eventualmente la creazione di Istituti missionari in queste Chiese. Ciò è quello che incoraggia RM 66. Esse lavorano anche all’animazione missionaria in comunione e collaborazione con le loro Chiese di origine vedendo questo incarico come inerente al loro carisma. Queste SVA sono o Nazionali o Internazionali e danno una testimonianza effettiva della particolarità e dell’universalità non solo della Chiesa ma anche della sua missione.

Le altre SVA ( 15) a loro modo, si sono sentite interpellate, anche loro, dagli inviti della Chiesa, tutto dopo l’enciclica Fidei Donum ( 1957), dopo il Concilio Vaticano II, dopo il documento della Congregazione del Clero Postquam Apostolici (1980) e per ultimo della enciclica Redemptoris Missio (1990). Cosi hanno risposto, secondo i loro carismi, alle domande della Chiesa per andare, anche loro, alla Missione "ad gentes" .

Alcune domande sollevate dalle SVA esclusivamente Missionarie. (1)

    Necessita di rivedere il documento Mutuae Relationes e di pensare anche ad un Documento particolare nello stesso senso riguardo alle relazioni Vescovi ed SVA esclusivamente missionarie, che prenda in considerazione la loro identità particolare nella Chiesa e il loro ruolo particolare al servizio della missione "ad gentes". Le SVA esclusivamente missionarie considerano il fatto che è di grande importanza creare delle nuove strutture ecclesiali, vale a dire una commissione speciale per le missioni a livelli diocesani e interdiocesani per esprimere e facilitare la cooperazione. Esse hanno dunque bisogno di un organismo ufficiale attraverso il quale i loro punti di vista, loro preoccupazioni e le loro attese possano essere comunicate alle loro Chiese di origine e viceversa. Le SVA sperano in più che la CEP le aiuterà ad ottenere una nuova legislazione d’accordo con i nuovi sviluppi nel loro apostolato. Applicando le norme generali della legge della Chiesa nelle loro Costituzioni, le SVA la fanno da padrone sulle loro specificità missionarie. Riguardo alle norme per i religiosi, esse non le riguardano necessariamente. E’ di competenza della CEP fare adattazioni necessarie di queste, alle situazioni particolari delle SVA. Le SVA sperano che la CEP potrà offrire più borse di studio ai loro studenti come lei fa per i sacerdoti diocesani che vengono dai paesi di missione. Le SVA esclusivamente missionarie domandano alla Chiesa e in particolare modo ai Vescovi dei Territori di missione, l’incoraggiamento e il supporto necessario in vista dell’integrazione dei missionari laici nelle loro comunità e apostolati.

E’ per questo, che noi vogliamo ancora una volta, tanto per le SVA esclusivamente missionarie quando per le altre, approfittare di questa riflessione della riunione semestrale della USG per marcare ancora meglio la posta in gioco della "missione ad gentes" scoprendone i problemi, le sfide e le prospettive per impegnarci meglio secondo il nostro carisma particolare.

 




1 COLLABORATION: Co-responsibility in Mission: A S.A.L. Perspective prepared by the Roman Study Group of the S.A.L. 25p. (May 1993); BONFILS J. Les Sociétés de Vie Apostolique. Cerf 1990,209 p.;
RIUNIONE delle Società di Vita Apostolica . Ariccia-23-25 Nov.98: 2 Diskettes.




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