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Fr. Camilo Maccise, OCD Testimonianza della Vita cons. nella Chiesa locale IntraText CT - Lettura del testo |
2. Le principali caratteristiche di una spiritualità missionaria come testimonianza della vita consacrata
Giovanni Paolo II conclude la sua enciclica Redemptoris missio con un capitolo dedicato alla spiritualità missionaria. In esso sottolinea alcune caratteristiche di tale spiritualità: docilità allo Spirito, vivere nel mistero di Cristo l’inviato, amare la Chiesa e le persone come Cristo le ha amate, essere autentici contemplativi. Esse sono tutte, come è evidente, parte di ogni tipo di spiritualità cristiana. Si rivestono, tuttavia, di alcuni aspetti peculiari allorquando sono vissute da persone che, per una speciale vocazione, si dedicano a proclamare il vangelo tra i non cristiani. In connessione con queste caratteristiche menzionate dal Papa e come derivazione dalle stesse, bisogna aggiungerne altre.
a) Una spiritualità di "incarnazione"
Nel lavoro missionario la vita cristiana sperimenta, in forma rinnovata, il mistero dell’incarnazione nella storia, nelle diverse realtà culturali, nel servizio preferenziale per i poveri ed emarginati, nel costante lavoro per edificare il Regno di Dio.
In questa spiritualità "di incarnazione" si vive l’esperienza di Dio nelle realtà storiche, nei conflitti, in coloro che soffrono, in quanti portano i lineamenti sofferenti di Cristo che ci mette in questione e ci interpella. L’esperienza di Dio nel lavoro missionario è quella di Qualcuno che è presente in tutti i popoli in cui è stata sparsa la semente del Verbo incarnato.
b) Una spiritualità profetica attenta alle sfide dello Spirito nei segni dei tempi
La spiritualità missionaria ha sempre più compreso la necessità di essere fedele allo Spirito che parla non solo all’interno dell’essere umano, ma anche nei segni dei tempi.
La spiritualità missionaria mette in risalto che essere docili allo Spirito significa prendere decisioni e non fuggire le mediazioni, sempre imperfette e limitate; non è attendere di possedere una certezza assoluta; è abituarsi alle vie imprevedibili dello Spirito con atteggiamento di profonda fede, di impegnata speranza e di un amore sempre disposto a servire.
Lo Spirito comunica anche la libertà evangelica o "parresia" per annunciare le esigenze del Regno e denunciare tutto ciò che si oppone ad esso, in un impegno per la giustizia e la pace, facendosi carico degli aspetti conflittuali e materiali della testimonianza cristiana, visti nella prospettiva del mistero pasquale.
c) Una spiritualità basata su un amore con dimensione sociale
Un aspetto fondamentale di ogni esperienza cristiana è quello dell’amore, sintesi della legge e dei profeti (cf. Mt 22,37-40). Esso è stato via via inteso nella spiritualità missionaria non solo nella sua dimensione individuale, assistenziale e promozionale, ma anche in quella sociale.
Questa nuova dimensione dell’amore cristiano ha fatto comprendere che, se anche la liberazione cristiana non può essere ridotta ad un progetto meramente temporale, tuttavia non può essere "circoscritta al semplice terreno religioso, disinterresandosi dei problemi temporali dell’uomo". I vincoli antropologici, teologici ed evangelici che esistono tra evangelizzazione e promozione umana, sviluppo e liberazione hanno insegnato alla Chiesa "che è parte indispensabile della sua missione evangelizzatrice l’azione per la giustizia e i compiti per la promozione dell’uomo".
d) Una spiritualità fatta di povertà e speranza
In campo missionario si sperimentano la limitazione e povertà umane, ed esse esigono un’esperienza vissuta della speranza cristiana. E’ nei poveri che la speranza manifesta tutta la sua forza. E lì dove si comprende la necessità che si possiede dell’aiuto di Dio e come Lui vuole che l’essere umano collabori nel processo della propria liberazione.
La povertà, come rinuncia all’appoggio nel potere, nelle proprie risorse e nelle vie della logica umana, alimenta una speranza attiva, radicata nella debolezza dell’essere umano, nella bontà e fedeltà divine e nella necessità della croce, forza di Dio e sapienza di Dio (cf. 1 Cor 1,17-25).
e) Una contemplazione nell’impegno missionario
La spiritualità missionaria dovrà testimoniare una sintesi in cui, senza
disprezzare i tempi forti della preghiera, si pone l’accento nell’orazione come
atteggiamento di vita. Bisogna pregare in modo nuovo: in intimo rapporto con l’esistenza.
Nell’esperienza spirituale missionaria occupa un posto speciale la preghiera
comunitaria. In essa si cerca di condividere l’esperienza di
Dio, discernere le sue vie; si confessano gli sbagli, si giudicano gli
atteggiamenti, si mantiene un costante dinamismo di conversione e si rinnova la
speranza attiva nell’impegno missionario.