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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE PRIMA – PRIME ESPERIENZE MISTICHE (Dal 1807 al 1809)
    • 6 – TI VOGLIO TRINITARIA SCALZA
      • 5. Preghiera e mortificazione
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5. Preghiera e mortificazione

 

Ogni giorno più ero favorita dal Signore in maniera particolare, la povera anima mia cercava ad ogni suo costo di piacere al suo Dio, esercitandosi nelle sante virtù, ma particolarmente nella mortificazione e nel raccoglimento, nel silenzio; ma tutta intenta a sollevarmi verso Dio, che fortemente mi tirava, passavo le settimane intere senza interrompere né il silenzio né l’orazione, a confronto delle burle e degli scherni che ricevevo dai parenti, ma la grazia di Dio mi rendeva affatto insensibile a tutte le burle e gli scherni. Tanto erano frequenti i favori del Signore, che ero affatto stupita da questo. I miei parenti prendevano motivo di biasimare la mia condotta; ma il mio spirito, con la grazia di Dio, si faceva sordo a tutte le loro querele, non cercava altro che piacere all’oggetto amato.

 

Mortificavo il mio corpo con quotidiane disciplina e cilizio per non gustare le buone vivande della tavole usavo dell’assenzio per amareggiare la bocca; mi trattenevo per lo spazio di tre quarti d’ora in orazione, sostenendo sopra le mie spalle un legno gravissimo in forma di croce, il più delle volte in questa orazione penosa ero favorita da Dio in maniera particolare, che non soffriva alcuna pena nel soffrire il gravoso peso, come ancora alle volte mi trattenevo unita con le braccia in croce per lo spazio di tre quarti d’ora con tanta dolcezza e soavità che questo breve tempo mi pareva un momento, molto più mi sarei in queste orazioni trattenuta, se l’obbedienza non me lo avesse impedito, molto grandi erano le grazie che a tutte le ore ricevevo dall’amoroso Signore, ammettendomi alle volte a trattare familiarmente con lui. Sotto la forma di fanciulletto mi compariva, ora consolandomi, ora facendomi sperare un grado molto alto di perfezione.

 

Avevo particolare trasporto ai frutti, e fin dai primi momenti che mi diedi a servire Dio, ne feci a lui un sacrificio, promettendogli di mai più gustare alcun frutto per amor suo. Facevo delle mortificazioni ripugnanti alla natura, ma poi mi furono proibite dal mio buon padre; il mio spirito, contento di obbedire, senza alcuna pena lasciò subito questa mortificazione. Cresceva in me ogni giorno più il fervore di piacere al mio buon Dio e ne cercavo da lui il saperlo, con frequenti preghiere lo supplicavo acciò degnato si fosse manifestarlo.

 




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