Nel mese di aprile del suddetto anno 1808 fui condotta dal luogo deserto alla sponda di
vastissimo mare, dove mi apparve Gesù Cristo, Signor nostro, e di propria mano
mi condusse alla sponda di questo, e salir mi fece in piccolo battello.
«Prendi», mi disse, «prendi, questi sono i remi. Passar devi da questa
all’altra sponda, dove troverai il Monte Santo; fino alla sommità di quello ti
aspetta l’amor mio. Mostrati valorosa contro i nemici, che, con la mia grazia,
di tutti riporterai la vittoria. Figlia, ti benedico. Ti aspetto al Monte, dove
ti sono preparati i miei più distinti favori».
Rimirandomi con compiacenza, soggiunse: «Figlia, ti ho creata per
beneficarti; vedrai quello che saprà fare l’amor mio verso di te. Ti amo con
amore di predilezione, sono per favorirti non meno della mia Teresa, o della
mia Geltrude».
Dette queste parole disparve, lasciando nel mio cuore i mirabili effetti
della sua particolare grazia. Avvalorata dalle sue parole, invocai il suo
potente aiuto e mi posi a remare. In questi remi venivano significate le virtù
della fortezza e della perseveranza, perché con la fortezza dovevo vincere e
superare tutti i miei nemici, e infrangere tutti gli ostacoli che mi si
frapponevano per andare liberamente al mio Dio, tanto riguardo a me, quanto
guardo al prossimo, disprezzando tutto generosamente per amor di Dio; la
perseveranza per mantenere fedelmente tutto quello che gli avevo promesso nei
santi voti e propositi, rinunzia di intelletto e di volontà, come si è già
detto di sopra.
Questi remi erano molto adatti, mentre, per andare dove mi aveva additato
Gesù Cristo, bisognava molto faticare, perché si andava contro acqua. Mi
affaticavo quanto potevo, con la grazia di Dio, ma quando mi fui inoltrata in
questo burrascoso mare, fui inseguita da una nave molto grande, dentro la quale
vi era un popolo mal costumato, che viveva senza regola, senz’ ordine, ma erano
dominati dalle loro passioni.
Era quella nave ripiena di demoni, che a tutto costo facevano prova di
predarmi, inseguivano con la loro grande nave il mio piccolo battello.
Veramente in quel momento fui sorpresa da sommo timore, per vedermi quasi sul
punto di cadere nelle loro mani. Scorreva questa nave or qua or là, con tanta
baldanza e sfacciataggine che si facevano contro di me invincibili, mostrandomi
la loro potestà. Con somma superbia cercavano di atterrirmi, con dei brutti
urli fecero prova che volontariamente mi fossi fatta cadere dalle mani i
prodigiosi remi, che mi aveva consegnato Gesù Cristo, alzando ogni momento più
le grida per atterrirmi. Ma buon per me che mi ricordai di quanto mi aveva
detto Gesù Cristo, che con la sua grazia sarei vittoriosa dei miei nemici; il
suo santissimo nome invocai in aiuto, e più che mai mi affaticavo a remare.
All’invocazione del santissimo nome di Gesù, tutti restarono annegati, e
così potei con sicurezza tragittarmi dall’una all’altra sponda. Dopo aver
riportato la vittoria dei miei nemici, come già dissi, prima di arrivare al
Monte Santo, da vento benefico fui trasportata in una isola deserta, dove
dimorai circa nove giorni; questi giorni furono consumati dalla povera anima
mia in piangere i propri peccati, nell’esercizio delle sante virtù, e nel
raccoglimento. Intanto lo Spirito del Signore andava disponendo l’anima mia,
liberandola da molti abiti cattivi, e da molte cattive inclinazioni, per così
renderla degna di salire il Sacro Monte. Era in questo tempo veramente l’anima
mia guidata puramente dallo Spirito del Signore. Mentre senza indugio si faceva
guidare dal suo beneplacito, senza la minima opposizione, compiacendosi nella
volontà del suo amato Signore, si andava il mio spirito purificando nel santo
amore, che sentiva tratto serpeggiare nel seno.
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