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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE PRIMA – PRIME ESPERIENZE MISTICHE (Dal 1807 al 1809)
    • 7 – TI AMO CON AMORE DI PREDILEZIONE
      • 2. Come santa Teresa e santa Geltrude
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2. Come santa Teresa e santa Geltrude

 

Nel mese di aprile del suddetto anno 1808 fui condotta dal luogo deserto alla sponda di vastissimo mare, dove mi apparve Gesù Cristo, Signor nostro, e di propria mano mi condusse alla sponda di questo, e salir mi fece in piccolo battello.

«Prendi», mi disse, «prendi, questi sono i remi. Passar devi da questa all’altra sponda, dove troverai il Monte Santo; fino alla sommità di quello ti aspetta l’amor mio. Mostrati valorosa contro i nemici, che, con la mia grazia, di tutti riporterai la vittoria. Figlia, ti benedico. Ti aspetto al Monte, dove ti sono preparati i miei più distinti favori».

Rimirandomi con compiacenza, soggiunse: «Figlia, ti ho creata per beneficarti; vedrai quello che saprà fare l’amor mio verso di te. Ti amo con amore di predilezione, sono per favorirti non meno della mia Teresa, o della mia Geltrude».

Dette queste parole disparve, lasciando nel mio cuore i mirabili effetti della sua particolare grazia. Avvalorata dalle sue parole, invocai il suo potente aiuto e mi posi a remare. In questi remi venivano significate le virtù della fortezza e della perseveranza, perché con la fortezza dovevo vincere e superare tutti i miei nemici, e infrangere tutti gli ostacoli che mi si frapponevano per andare liberamente al mio Dio, tanto riguardo a me, quanto guardo al prossimo, disprezzando tutto generosamente per amor di Dio; la perseveranza per mantenere fedelmente tutto quello che gli avevo promesso nei santi voti e propositi, rinunzia di intelletto e di volontà, come si è già detto di sopra.

Questi remi erano molto adatti, mentre, per andare dove mi aveva additato Gesù Cristo, bisognava molto faticare, perché si andava contro acqua. Mi affaticavo quanto potevo, con la grazia di Dio, ma quando mi fui inoltrata in questo burrascoso mare, fui inseguita da una nave molto grande, dentro la quale vi era un popolo mal costumato, che viveva senza regola, senz’ ordine, ma erano dominati dalle loro passioni.

Era quella nave ripiena di demoni, che a tutto costo facevano prova di predarmi, inseguivano con la loro grande nave il mio piccolo battello. Veramente in quel momento fui sorpresa da sommo timore, per vedermi quasi sul punto di cadere nelle loro mani. Scorreva questa nave or qua or , con tanta baldanza e sfacciataggine che si facevano contro di me invincibili, mostrandomi la loro potestà. Con somma superbia cercavano di atterrirmi, con dei brutti urli fecero prova che volontariamente mi fossi fatta cadere dalle mani i prodigiosi remi, che mi aveva consegnato Gesù Cristo, alzando ogni momento più le grida per atterrirmi. Ma buon per me che mi ricordai di quanto mi aveva detto Gesù Cristo, che con la sua grazia sarei vittoriosa dei miei nemici; il suo santissimo nome invocai in aiuto, e più che mai mi affaticavo a remare.

All’invocazione del santissimo nome di Gesù, tutti restarono annegati, e così potei con sicurezza tragittarmi dall’una all’altra sponda. Dopo aver riportato la vittoria dei miei nemici, come già dissi, prima di arrivare al Monte Santo, da vento benefico fui trasportata in una isola deserta, dove dimorai circa nove giorni; questi giorni furono consumati dalla povera anima mia in piangere i propri peccati, nell’esercizio delle sante virtù, e nel raccoglimento. Intanto lo Spirito del Signore andava disponendo l’anima mia, liberandola da molti abiti cattivi, e da molte cattive inclinazioni, per così renderla degna di salire il Sacro Monte. Era in questo tempo veramente l’anima mia guidata puramente dallo Spirito del Signore. Mentre senza indugio si faceva guidare dal suo beneplacito, senza la minima opposizione, compiacendosi nella volontà del suo amato Signore, si andava il mio spirito purificando nel santo amore, che sentiva tratto serpeggiare nel seno.

 




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