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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE PRIMA – PRIME ESPERIENZE MISTICHE (Dal 1807 al 1809)
    • 7 – TI AMO CON AMORE DI PREDILEZIONE
      • 8. L’amoroso Giardiniere
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8. L’amoroso Giardiniere

 

Più volte mi si fece vedere nella sua ss. umanità, sotto la forma di piccolo giardiniere, tutto intento a lavorare la povera anima mia, che sotto la forma di bella pianta mi si rappresentava, coltivata dal nobile giardiniere.

Una volta, fra le altre, mi si fece vedere tutto intento a coltivare, l’anima mia, che sotto la forma di pianta di olivo la vedevo. L’amoroso giardiniere, dopo aver con piccolo zappetto lavorato d’intorno alla pianta e levate tutte le cattive erbe, da bellissima fonte vicina con prezioso vaso il nobile giardiniere prese dell’acqua, ma, prima di attingere il misterioso vaso, lavava nella fonte le sue ss. mani.

 

Oh misterioso portento! dalle cicatrici delle mani tramandava tanto sangue che l’acqua non più bianca, ma rossa compariva! Allora prese il vaso e lo attinse nella fonte, e tutto amore, e tutta carità, innaffiò la pianta suddetta, ma non già come usiamo noi, di anacquare le sole radici delle piante, ma l’esperto giardiniere con quel misterioso vaso triangolare mandava in alto la prodigiosa acqua, e, spruzzando la frutta e le fronde dell’albero, passava a bagnare le radici di acqua e di sangue insieme. In questo tempo nell’anima sperimentavo un bene molto particolare, che purificava il mio cuore: un bene che ricreava lo spirito e mi faceva bramare di rendere copiosi frutti all’amato lavoratore.

Ma, come poco fosse il suddetto favore, di nuova grazia mi degnò il Signore. Dopo aver spruzzato di acqua e di sangue la suddetta pianta, ascese sopra una vicina collina, mirando la pianta tutta aspersa del suo prezioso sangue, dolcemente se ne compiaceva; sollevate le mani al cielo, tramandò dalle cicatrici del suo ss. corpo tanta luce che il riflesso dello splendore rifletteva nella pianta che, per essere così spruzzata di acqua e di sangue, partecipava dello splendore per parte di interna attrazione. La forza dello splendore penetrava le radici, e la pianta si collevava e si univa alla luce, che dolcemente la tirava. In questo tempo la povera anima mia si sentiva dolcemente tirata dall’onnipotente Dio. Tre mesi circa abitai la suddetta isola, e altri nove mesi dimorai alla falda del Monte Santo, dove dallo Spirito del Signore ero condotta, ora in una parte, ora dall’altra.

Ero dunque bene spesso favorita dal Signore nell’orazione.

 




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