La povera Giovanna Felice così racconta di
sé: In questa santa notte mi portai alla chiesa, mi posi in ginocchioni, e al
momento fui sorpresa da intimo raccoglimento: il mio Signore mi donò una
particolare cognizione di me stessa. Quanto si umiliò, quanto si annientò la
povera anima mia! Qual fosse il dolore di avere offeso il mio Signore non posso
spiegarlo. Quante lacrime di contrizione! Mi pareva di morire dal dolore. Ecco,
in lontananza, vedo tre messaggeri celesti che verso di me si approssimavano,
mi invitavano di andare con loro. A questo invito la povera anima mia sentiva
sommo timore. E come è possibile che possa tanto inoltrarmi, mentre sono la
creatura più vile della terra? Ma questi rinnovano l’invito; una forza
superiore mi obbliga di andare con loro.
Ecco apparire una luce che ci precede e ci conduce al presepio. Vedo questo
luogo d’immensa luce ripieno; vedo vago e leggiadro Bambino: in povera culla
giaceva, accanto alla suasantissima Madre. Lo splendore del suo volto riempiva
il mio cuore di mille affetti, ma, riconoscendomi affatto indegna, non ardivo
di entrare, ma mi trattenevo fuori di questo luogo e domandavo perdono, pietà,
misericordia. Ma questo divin Bambinello con la sua preziosa manina mi chiamava
dolcemente: i suoi replicati inviti mi hanno obbligato non solo ad entrare, ma
ad avvicinarmi a lui. Molte erano le anime che gli facevano corona in quel
sacro luogo. Somma confusione provai mentre, ai replicati inviti di quel divino
Infante, dovetti tanto inoltrarmi, perfino avvicinarmi alla culla. Eppure molto
inferiore era la povera anima mia in paragone di queste anime belle, che si
trattenevano all’adorazione di questo divino Infante.
Ma qual caso strano sono io per raccontare, con sommo mio stupore: il solo
pensarlo mi fa orrore! Mi avvicino dunque alla sacra culla, e con sommo mio
stupore, la vedo tutta piena di sangue. Do in dirotto pianto, per vedere il mio
caro Gesù appena nato tutto intriso nel proprio sangue.
Ah, Gesù mio, e chi vi ha ridotto in questo stato? Le offese dei suoi
nemici, gli oltraggi dei suoi ministri gli cagionavano questo affronto, appena
nato. Sono stata sorpresa di sommo dolore e provuravo di offrire i meriti di
tutti i santi, particolarmente i meriti di Maria Vergine santissima sua cara
Madre.
Ecco, vedo apparire tre messaggeri celesti con tre vasi bellissimi: li
presentano a Maria santissima. Prende, questa divina Madre, tutto il prezioso
sangue e con somma riverenza lo pone nei tre vasi; si pone in atto
supplichevole la divina Signora verso il suo santissimo Figliolo. Restò stupito
il mio spirito alla preghiera della Madre santissima verso il suo santissimo
Figliolo.
Come già dissi, in questo tempo per parte di intelligenza conobbi qual
fosse la cagione di tanto spargimento di sangue di questo divino Infante,
appena nato. Meglio sarebbe occultarlo, che manifestarlo! La cattiva condotta
di tanti sacerdoti, secolari e regolari, di tante religiose che non si portano
secondo il loro stato; la cattiva educazione che si dà ai figli dai padri e
madri, come ancora da quelli a cui spetta simile obbligazione. Siccome queste
sono le persone che per parte del loro buon esempio devono aumentare nel cuore
degli altri lo Spirito del Signore. Questi, invece, appena nato nel cuore dei
suddetti, viene da questi perseguitato a morte con la loro cattiva condotta, e
cattive massime. Mi fu manifestato chi erano i tre messaggeri celesti, chi fossero,
e a quale oggetto in questo luogo si fossero portati. Questi sono tre angeli di
alto grado, zelatori della divina giustizia, da questa commessi per vendicare
il suo giustissimo sdegno, provocato da tante indegnazioni e peccati. Erano
questi tutto sdegno contro il mondo ingrato, volevano spandere sopra la terra
il prezioso sangue, che rispettosi tenevano nelle loro mani in quelli vasi
suddetti.
Guai a noi! Sarebbe restato al momento subissato il mondo tutto!
S’interpose la Verginesantissima: «Ah, non si eseguisca, o mio diletto Figlio,
il tremendo decreto!». Ciò detto, si genuflette sollecitamente ai piedi del suo
ss. Figliolo e ci ottiene la grazia. Il divino Infante alza la mano santissima,
autorevole e imperiosa: «Fermate, fermate! ». Per ben due volte così disse. I
messaggeri celesti dimessero il loro sdegno, e umili e rispettosi si
prostrarono ai piedi suoi santissimi. Per ordine di Gesù Bambino consegnarono i
tre vasi nelle mani di Maria santissima. Appariscono altri tre èessaggeri
celesti: erano questi commessi dalla divina misericordia. Giulivi e contenti si
presentano pieni di sommissione, prendono dalle mani della Madre ss. i suddetti
vasi, e cantando inni di lode a questodivino attributo, disparvero.
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