La povera Giovanna Felice racconta di sé
come il giorno 4 gennaio 1814, prima di ricevere la s. Comunione, mi è apparsa
la santa anima di Anna Maria e mi ha ringraziato del buon ufficio che ho fatto
verso il suo corpo defunto.
Addì 5 gennaio nuovamente è apparsa la suddetta anima, accompagnata dai
Santi patriarchi Giovanni e Felice; mi ha detto che il giorno dell’Epifania
andava alle nozze del suo sposo celeste; mi ha promesso che si ricorderebbe di
tutti quelli che a lei si sono raccomandati.
Addì 6 gennaio, la mattina circa le sei di Francia; ,i trattenevo in
orazioni: sono ad un tratto trasportata in un luogo dove ,i si dà a vedere il
felice ingresso di questa anima suddetta al paradiso. Era ammantata di luce
chiarissima, procedura da moltitudine di spiriti celesti, accompagnata dai
Santi patriarchi e da molti Santi. Molte anime del purgatorio sono, per sua
intercessione, andate con lei in paradiso.
La gran Madre di Dio è venuta ad incontrarla; e dolcemente la stringeva al
suo materno seno. Si andava questa anima bella inoltrando, quando ecco il caro
Gesù tutto amore verso di le; i raggi del suo splendore penetravano questa
santa anima e la rendevano quanto mai bella e risplendente, assai più del sole;
arricchita di grazie così straordinarie, si è incamminata verso il talamo del
suo sposo celeste. Oh luce inaccessibile! Il mio povero intelletto si perde
nella tua immensità: più non distinguo, ma i tui bei raggi mi sovrabbondano il
cuore di amore di dolcezza, di gaudio. O santo amore; e chi mai potrà
comprenderti, eccessivo amore!
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