Il dì 2 febbraio 1814, nel ricevere la
santa Comunione; così racconta di sé la povera Giovanna Felice:
Sono stata trasportata in un luogo dove ho veduto la situazione infelice
del mondo. Vedevo immenso popolo guidato dalle proprie passioni, senza ordine, senza
subordinazione. Erano deformi i loro volti, a seconda delle passioni
predominanti. Di quanto dolore mi fu vedere tanto popolo così sconcertato!
Vedevo molte anime fedeli al Signore; e queste si distinguevano da preziosa
gioia che sulla loro fonte risplendeva, più o meno a seconda della perfezione
che possedevano. Questo mi fu di molta consolazione; vedere quanto bene
regolate erano da Dio queste anime.
Ho sollevato lo sguardo al cielo; e con mio sommo timore ho veduto il
flagello di Dio che pendeva dal suo onnipossente braccio. Era già per scagliare
sopra quegli infelici; cho ho detto sopra, Oh, portento prodigioso! ecco, vedo
venire la gran Madre di Dio, riccamente vestita, accompagnata da immenso stuolo
di angeli, si presenta al trono immenso di Dio. Vedo tre angeli che separano i
buoni dai cattivi. Oh terrore, oh consolazione! era già arrivato il momento che
Dio voleva castigare questi infelici, ma questa divina Signora ha fatto dolce
violenza a Dio medesimo: ha mandato sopra questi infelici i raggi del suo
prezioso manto, così ci ha sottratto dalla giustizia di Dio. Guai a noi, se
abusiamo della clemenza di questa divina Signora! La sua clemenza resterà
esacerbata dalla nostra ingratitudine: guai a noi, se ciò accadesse!
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