Il dì 24 febbraio 1814, così racconta di
sé la povera Giovanna Felice: dopo la santa Comunione, mi si presentarono
nuovamente i tre santi angeli, m’invitarono di andare con loro, mi conducono al
sorriferito sotterraneo, questi, per mezzo delle torce accese, che tenevano
nelle loro mani, mi facevano vedere quello che si faceva nel buio di questo
luogo.
Vedevo molti ministri del Signore che si spogliavano gli uni con gli altri
molto rabbiosamente, si strappavano i paramenti sacri, vedevo rovesciare i
sacri altari dagli stessi ministri del Signore, vedevo da questi conculcare con
i loro piedi con molto disprezzo i paramenti sacri; per mezzo di un piccolo
finestrino ho veduto il misero stato dei popoli: qual confusione, quale
scempio, qual rovina, io non ho maniera di spiegarlo! Sono stata condotta in
altro luogo, dove vedevo pochi ministri del Signore, con loro il capo della
santa Chiesa, e questi, uniti nella carità di Gesù Cristo, le rendevano sommo
onore, uniti a questi vedevo pochi secolari dell’uno e dell’altro sesso, che,
per essere uniti al loro capo, rendevano sommo culto al Signore. Quando ho
veduto apparire messaggero celeste, e questo ci ha condotto in luogo grane e
spazioso, il capo visibile della santa Chiesa ha collocato nel luogo più degno
limmagine di Gesù crocifisso, e poi ha dato ordine che si azassero; appena
hanno questi incominciato ad annunziare la parola di Dio, vedevo venire da
diverse parti molto popolo all’adorazione di questo crocifisso Signore.
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