Alle ore 17 mi portai alla chiesa alle tre
ore di agonia di nostro Signore, fui in questo tempo sorpresa da interno
riposo, fui poi condotta sul monte Calvario a compassionare il mio Signore,
vidi molto popolo che oltraggiava il mio caro Gesù crocifisso; ma in un momento
era sbaragliato tutto qusto popolo dalla mano onnipotente: parte di questi,
confessando il loro errore si percuotevano il petto, e con la fronte a terra
adoravano il crocifisso Signore. Ero tutta intenta a chiedergli perdono dei
miei peccati, quando il mio Signore mi ha comandato di rivolgere le mie
preghiere a pro di sette peccatori, che per i loro peccati si erano deformati.
Prego dunque caldamente il Signore per questi, e domando cosa devo fare per
ottenere la grazia. Mi viene risposto che offra i meriti di Gesù all’eterno
Padre. Mi rivolgo, piena di fiducia, verso il mio Dio, e per i meriti di Gesù
Cristo gli chiedo la grazia. In questo tempo sono sorpresa da dolore acutissimo
nelle mani e nei piedi, ma in particolare il piede sinistro.
Era tanto eccessivo il dolore del piede che non solo la gamba, ma tutta la
parte sinistra per fino la spalla ne soffriva il doldore per la corrispondeza.
Il gran dolore che soffrivo nei piedi, in particolare al piede sinistro, come
ho detto, mi cagionava tanta pena che mi faceva venire meno. Questa mia gran
pena la offrivo al divin Padre, unitamente ai meriti di Gesù Cristo, a pro dei
peccatori, quando il moribondo Signore mi ha comandato di condrurre questi alla
sua presenza, mi sono a lui rivolta: «Mio caro Gesù, e come mai farò io per
condurre queste anime a voi?». Mi fece intendere che avessi preso dal mio cuore
quell’amo unito alla catenella di oro sopraffino, che si è degnato negli scorsi
giorni donare alla povera anima, avessi liberamente posto nella loro bocca
l’amo e poi leggiadramente per mezzo della catenella a lui li avessi condotti;
Eseguisco prontamente il comando, mentre scortata dai tre santi Angeli veniva
la povera anima mia, e questi mi condussero dove questi erano, trovo dunque
questi miserabilisotto la forma di bruttissime bestie, uno differente
dall’altro, a seconda dei vizi loro predominanti. Traggo fuori dal mio cuore
l’amo, e piena di quella fede che mi somministrava la grazia, pongo l’amo nella
loro bocca, e per mezzo della catenella, che unita era all’amo, conduco con
somma facilità queste sette bestie sotto la croce. Li presento al mio Gesù
crocifisso, prego, mi raccomando a pro di questi miseri.
Oh portento della misericordia, questi incominciano a vomitare le loro
abominazioni, queste putride fecce venivano ingoiate dalla terra, hanno
incomincito a dare fuori della spuma sanguigna, finalmente le loro bocche le
vedevo grondanti di sangue vovo. Questo sangue dimostrava la contrizione dei
loro pecati; Di propria mano si levano dalla loro bocca gli ami, che per virtù
di Dio si erano moltiplicati nel numero di sette, e li pongono nei loro cuori.
Oh effetto mirabile! posto che ebbero nei loro cuori gli ami, si
trasmutarono e presero la figura di belli agnelli. Allora la gran madre di dio
tramandò dal suo manto un raggio di luce sopra di questi e candidi al pari
della neve divennero. Restò il mio spirito lodando, benedicendo, ringraziando
il Signore e le sue misericordie, ricolpo di gaudio e di contento.
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