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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE SECONDA – LE NOZZE MISTICHE (Dal 1813 al 1819)
    • 13 – UN SOLE PIÙ BELLO DEL NOSTRO
      • 1. Ritorno a Roma di Pio VII
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13 – UN SOLE PIÙ BELLO DEL NOSTRO

 

1. Ritorno a Roma di Pio VII

 

Il 24 maggio 1814, in occasione del ritorno del nostro Santo Padre in Roma, Papa Pio VII, la povera Giovanna Felice così racconta. Mi portai alle quarant’ore a Sant’Isidoro, due ore prima del mezzogiorno, e mi trattenni fino alle ore ventuno, sette ore continue passai in orazioni, ad oggetto di ottenere la grazia che niente di sinistro fosse accaduto in questa giornata di tanto gaudio.

Il Signore si degnò esaudire le mie poverissime orazioni, in quelle sette ore, perché il maligno insidiatore perturbar non potesse il giubilo dei buoni cattolici, lo rilegò nei cupi abissi; accertata che fui di questa misericordia, mi abbandonai in Dio, acciò avesse fatto di me quello che gli piaceva, non avendo altro desiderio che di piacere a questo buon Dio, gli offrivo mille volte la vita alla sua maggior gloria, quando ad un tratto fui ricondotto per la terza volta a penetrare i preziosi gabinetti del sovrano mio re. Mi venne accordata la grazia di leggere i divini libri suddetti. Quali intelligenze, quali ammaestramenti, quali doni, mi vennero compartiti dal divino Spirito, che particolarmente mi favorì, giacché unitamente e divisamente, o dico meglio particolarmente, ho ricevuto grazie dal sommo Dio tutte e tre le volte che sono stata condotta in questo luogo. La prima volta sono stata favorita distintamente dal divin Padre, la seconda volta dal divin Figlio, la terza dal divino Spirito.

 

Dal giorno 24, come già dissi, mi sono mancate le forze sensibili, come infermo restò il mio corpo dopo questa comunicazione, e tuttora soffre una debolezza come ai sensi gli mancasse la vivacità. Questo male, se pur male si può chiamare, non pena, ma consolazione reca al mio cuore.

Mio Dio, devo confessare, a mia maggior confusione, che è virtù della grazia vostra la situazione in cui si trova il mio spirito. Ma che mi serviranno tante misericordie, se io, ingrata, non corrispondo? Mio Dio, o levatemi la vita, o datemi la grazia di corrispondere alle vostre infinite misericordie.

 




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