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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE SECONDA – LE NOZZE MISTICHE (Dal 1813 al 1819)
    • 13 – UN SOLE PIÙ BELLO DEL NOSTRO
      • 6. Cinque impressioni circa le virtù morali
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6. Cinque impressioni circa le virtù morali

 

Il 16 giugno 1814 nella santa Comunione fui condotta in luogo ameno e spazioso, il soggiorno era molto dilettevole, in questo luogo tutto spirava carità e amore, il mio spirito si deliziava in atti di fede, di speranza, di carità, questi atti erano di sommo valore, e molto grati a Dio, per essere doni suoi.

La povera anima mia, per mezzo di queste virtù, si andava inoltrando verso il suo Dio, quando ho veduto apparire nobile e leggiadro giovanetto, che verso di me si approssimava. «Io lo ravviso», diceva la povera anima mia, «io lo ravviso, è il mio       caro Gesù». Sentivo balzarmi il cuore nel petto, per lo contento, volevo nascondermi per riverenza; ma la dolce sua voce si fece sentire al mio cuore: «Ti arresta, ti arresta», diceva, «allontana da te il soverchio timore». A queste parole la povera anima cadde ai suoi piedi, come tramortita, parte per il rispetto e per la venerazione, parte per l’eccessiva carità. Nel tempo che mi trattenevo ai suoi piedi, si degnò fare nell’anima mia cinque impressioni, queste impressioni riguardavano le virtù morali, mi donò una attività molto grande, per esercitarmi in queste il mio Signore mi fece questa grazia, perché l’anima mia avesse qualche merito presso di lui; al momento sperimentai i buoni effetti della grazia, queste virtù vennero a signoreggiare nel mio cuore. Senza dilungarmi di più, vostra paternità lo intende molto bene.

 




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