Dopo tre o quattro ore che ero tornata
alla mia casa, vedo apparire due religiosi trinitari, che umilmente mi
pregavano di volerli liberare dal Purgatorio. «Cosa volete», dissi loro, «da
me, o anime sante? non sapete che sono la creatura più miserabile, la più
miserabile peccatrice che abita la terra?».
«Non altro vogliamo», soggiunsero, «che visiti nostro suffragio alla Scala
Santa», mi dissero che i loro nomi erano uno Girolamo e l’altro Raimondo.
La mattina seguente riferii tutto al mio padre, il quale mi disse che non
dessi mente a queste immaginazioni, che le avessi disprezzate.
Ma nonostante fossi andata il giorno medesimo a visitare la Scala Santa, il
giorno dopo pranzo mi porto alla Scala Santa, con molto raccoglimento, unito a
una certa presenza di Dio, che non so spiegare, per esser cosa intellettuale,
senza che ne avesse parte la immaginativa.
La cognizione di Dio presente rendeva al mio spirito una dolcezza, una
soavità che mi rapiva il cuore. Arrivata che fui a San Giovanni, andai a
visitare prima la chiesa, dove più si aumentò il raccoglimento interno. Dopo
essermi trattenuta circa mezz’ora, mi portai a visitare la Scala Santa, quando
sono al primo gradino, vedo apparire i due religiosi trinitari, anche loro
salivano con me la Scala Santa.
L’interno raccoglimento mi obbligava a trattenermi qualche tempo per ogni
gradino. Queste benedette anime mi sollecitavano, sicché la carità mi
affrettava a salire, il raccoglimento mi tratteneva. Per quanto mi affaticassi,
circa un’ora vi misi; terminato che ebbi di salire all’ultimo gradino, mi
ringraziarono della carità loro usata e, promettendomi di ricordarsi di me, rapidamente
spiccarono al Cielo con violenza assai maggiore di quello di un forte razzo,
che appena acceso il miccio scoppia velocemente.
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