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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE SECONDA – LE NOZZE MISTICHE (Dal 1813 al 1819)
    • 15 – TRASFORMATA IN UN SERAFINO D’AMORE
      • 2. In viaggio verso un’unione più alta
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2. In viaggio verso un’unione più alta

 

Il 20 luglio 1814 nella santa Comunione sortii da quel luogo di sicurezza, il mio Dio mi diede a conoscere da qual pericolo mi aveva liberata. Dopo averlo ringraziato infinitamente del favore ricevuto. Dichiari che pericolo fu.

Mi fece intendere che dovevo intraprendere un viaggio, il quale mi avrebbe condotto ad un grado di unine molto segnalata, molto particolare; a questo oggetto si degnò darmi per condottieri in questo viaggio il glorioso san Giovanni Battista e il santo Giovanni Evangelista. Mi è stato significato ancora che questo viaggio contiene tre gradi di unione, alla quale l’anima mia è chiamata da Dio, se pure con la mia cattiva corrispondenza non impedisco lo spirito del Signore, che mi vuole condurre ad una perfezione molto elevata.

 

Il 21 luglio da quale afflizione di spirito fui assalita, quale insolita oscurità di intelletto, quale smarrimento prova il mio cuore! è molto maggiore la pena mia di quello che provar possa pellegrino smarrito in folta selva, in solitario deserto.

I santi condottieri più non si vedono. Sola, tremante per l’orrore e per il timore di non essere assalita dalle fiere e dai mostri abitatori di questo luogo, mi volgevo tutta tremante al mio angelo custode: «O mio caro custode, a voi ricorro, additatemi il retto sentiero, dov’è il mio Signore? più non lo trovo in me. Mio Dio, Dio mio, dove siete? Fatevi per un sol momento vedere da me, e per avere il piacere di vedervi un sol momento sono pronta di patire ogni qualunque pena».

In queste e simili esclamazioni si tratteneva il mio spirito, ma tutto indarno, mentre invece il mio Dio di manifestarsi alla desolata anima mia più si nascondeva; sicché dal giorno 21 fino al giorno 24 soffrii questa gravissima pena.

 

Il 24 luglio nella santa Comunione, nello stesso mese di luglio racconta di sé la povera Giovanna Felice, sperimentai gli effetti più vivi di contrizione, per mezzo di interna luce conoscevo quanto disonore abbia dato al mio Dio, con tanti peccati. A questa cognizione provavo un dolore tanto eccessivo di avere offeso il mio Dio, che desideravo di morire di puro dolore, sentivo mancarmi la vita, mi pareva veramente di morire, e morta sicuramente sarei, se il mio Dio non fosse tornato a darmi la vita.

Vorrei spiegare gli effetti che mi fece sperimentare questa contrizione, ma mi si rende veramente impossibile; questa è una grazia soprannaturale che Dio dona all’anima per disporla a ricevere nuove grazie.

 




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