Dal giorno 29 fino al 31 del suddetto mese
mi sono trattenuta in questo luogo in frequenti atti di fede, speranza e
carità, di desiderio di possedere il mio Dio. L’umiltà, la propria cognizione
che mi ha compartito il mio Signore è stata molto segnalata, di maniera tale
che, sebbene mi fosse apparso un Angelo a dirmi che vi era un’anima più
inferiore di me, non lo avrei creduto, perché chiarissimamente conoscevo di
essere la più miserabile tra tutte le creature che abitano la terra. Ogni
giorno più crescevano in me questi sentimenti umili ed abietti; in queto modo
andava purificandosi la povera anima mia, per mezzo di questi sentimenti andava
disponendosi per entrare in quel primo tabernacolo, come si disse di sopra.
Il dì 31 luglio 1814 la povera anima mia fu invitata ad entrare nel primo
tabernacolo; ma prima fui purificata nei meriti di Gesù. Mi vedo a questo
oggetto sotto la figura di bella colomba, e il mio Dio lo vedevo sotto la
figura di fonte di acqua viva. Fui invitata a bagnarmi in quelle preziose
acque, vado e là mi immergo. Oh, qual gioia, oh, qual gaudio inondava il mio
cuore! Sentivo propriamente purificarmi, quando ad un tratto una luce
chiarissima mi venne a percuotere, e con gli influssi del suo calore mi fece
morire. Eccomi dunque già estinta, quando da benefico vento mi è stata ridonata
la vita. Questo prodigioso soffio mi ha trasmutata quasi in un serafino di
amore. Per mezzo di questa trasmutazione sono stata fatta degna di entrare in
quel magnifico tabernacolo.
Mi vedevo vestita da Terziaria Santissimae Trinitatis, circondata da molti
santi Angeli, nel mezzo dei quali vedevo il mio gran protettore e benefattore,
il glorioso sant’Ignazio. Mi hanno condotto con loro in quel magnifico
tabernacolo, sono stata ricevuta dai santi patriarchi Felice e Giovanni de
Matha, e da molti altri santi. Padre mio, e come proseguirò, se mi manca la
maniera di spiegare la grandezza, la magnificenza, la pompa con cui Dio ha
ricevuto la povera anima mia? è
veramente impossibile poterlo ridire.
Per obbedire, pure qualche cosa dirò. Quattro sono stati i segnali che mi
sono stati donati, e questi sono: prezioso cingolo mi è stato cinto ai fianchi,
ricco e prezioso manipolo mi è stato posto al braccio destro, candido amitto mi
è stato posto sopra le spalle, sono stata ammantata da prezioso e ricco manto.
Questo mi rendeva preziosa al cospetto dell’Altissimo. Sono stata introdotta in
questo tabernacolo con somma festa e pompa; sono stata tanto inoltrata, che
sono perfino arrivata al talamo del mio Signore. Qual santità, qual purità, di
quale amore mi ha degnato il mio buon Dio in questa unione, non posso
spiegarlo.
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