Dal giorno 5 settembre fino al giorno 10,
racconta la povera Giovanna Felice. Vado camminando con molta fatica e stento
la spinosa strada, provo i cattivi effetti della mia fragilità, dubitavo che in
pena dei miei cattivi portamenti il Signore mi levasse dalle mani il prodigioso
bastone.
Oh, di quanto conforto mi sei, o sovrano bastone, tu racchiudi in te la
magnificenza di un Dio trino ed uno; in te contemplo l’augusta Trinità, tu mi
simboleggi gli attributi di Dio, mio Signore, tu mi dimostri la figura del
divin Verbo. Oh, quante belle cose in te scolpisco, il nobile prezioso segno
della tua croce mi si dimostra in questo misterioso bastone. Ah, Gesù mio, come
la povera anima mia si appoggia alla vostra santissima umanità, per vincere e
superare gli incomodi del disastroso viaggio e le forti tentazioni, le tetre
immaginazioni e fantasmi del tentatore, che con frequenza mi assalgono, mi
cagionano una smania interna, che se non fosse lo spirito del Signore che le
facesse forte resistenza, commetterei gli eccessi più enormi di impazienza,
darei fuoco a me stessa. Provo una collera contro il mio prossimo,
particolarmente con le figlie e padre delle suddette. Mi morderei le proprie
carni, cose invero del tutto nuove, perché, per grazia di Dio, il mio carattere
è pacifico.
A questi assalti lo spirito del Signore mi previene col somministrarmi
fortezza, pace e sofferenza, ma ciò nonostante soffro lo strapazzo che mi dà il
demonio, pieno di rabbia, vedendo che non mi può vincere, rabbiosamente
tramanda una vampa di fuoco, che mi sento come incendiare, e rende cagionevole
il mio corpo. In queste gravi afflizioni, spesse volte sono visitata dallo
Spirito del Signore, che mi conforta con dolci parole, e mi assicura che sarò
vittoriosa dei miei nemici, benché si scatenasse tutto l’inferno contro di me.
«Figlia», mi sento dire, «se io sono con te, chi sarà contro di te? chi ti
potrà nuocere, chi ti potrà sovrastare?». A questa intellettuale intelligenza,
il mio spirito riposa in Dio, suo Signore.
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