Il dì 18 settembre mi sono trovata in
luogo magnifico, che non so nominare, vedevo in questo luogo ripieno di spiriti
celesti, che festosi a me si approssimavano, e cortesemente mi invitavano ad
andare con loro. Dopo aver confessato la mia scelleraggine, mi sono inoltrata
nel mezzo di questo immenso luogo, vedevo risplendentissima luce; questi
messaggeri celesti si compiacevano di corteggiare la povera anima mia, e
vicendevolmente con me si congratulavano per l’alto favore che ero per ricevere
dall’Altissimo.
A questi grandi encomi la povera anima mia restava ammirata di tanto e
magnifico applauso. Era questo molto più grande di quello che possa ricevere
una sovrana, quando sia invitata dal Re suo sposo alla reggia. A mia confusione
facevano a gara di potermi corteggiare. Questo sovrano stuolo di santi Angeli
mi ha condotto con gran festa al mio Signore, ma nell’avvicinarmi a quella
immensa luce mi andava mancando la forza, e le potenze dell’anima venivano, per
mezzo di quella luce a perdersi in quell’immensità, ma prima di più inoltrarmi,
mi è stato coronato il capo di preziosa corona, mi è stato dato nelle mani un
segno di maggioranza, ossia di governo altrui, in questo tempo la luce mi ha
sopraffatta e sono come morta, riposando placidamente in questa luce stessa,
più non capivo, più non riflettevo, ma come persa nell’immensità di Dio ero
restata come estinta, quando i santi Angeli mi hanno circondato, la luce si è
distesa in forma di bara, e così sono stata introdotta nel secondo tabernacolo
del Signore.
Di quale unione Dio mi abbia degnata non è spiegabile. Dopo di avermi
manifestato gli affetti più teneri della sua infinita carità, mi ha dato a
conoscere di quanta utilità sarò al mio prossimo, per parte della sua grazia
verranno da me beneficate tante anime.
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