Il dì 28 settembre 1814 fui sopraffatta da
un dolce sonno. Dopo breve riposo mi destai dalla dolce armonia che si udiva da
ogni intorno. Tra questi armoniosi suoni, si udiva voce dolcissima, che
replicatamente mi invitava; questa era la voce del mio Signore, che trasportato
dall’infinita sua carità, mi invitava al suo talamo.
A questi amorosi inviti, la povera anima mia si confondeva in se stessa, e
piangendo dirottamente per la umiliazione che mi apportava il favore di Dio,
riconoscendomi affatto indegna, sentivo intanto un amore grande verso il mio
Signore. La gratitudine mi struggeva, l’amore mi accendeva di affetti santi
verso il liberalissimo donatore, mentre la povera anima mia stava struggendosi
di amore, mi fu comunicata una dolcezza celestiale, che mi teneva alienata dai
sensi, quando ho veduto apparire il glorioso san Michele arcangelo,
sfolgoreggiante di chiarissima luce; mi faceva coraggio di inoltrarmi viepiù.
Lui stesso, accompagnato da moltitudine di Angeli, si è degnato di accompagnarmi
al talamo del mio Signore.
Immensi applausi, infiniti onori ricevetti da quei cortigiani celesti, ma
segnatamente dal glorioso san Michele. Questo inclito principe, per la sua
umiltà, reputava per favore il potermi presentare all’Altissimo. A queste
cognizioni chiarissime la povera anima mia si umiliava profondamente e ne
rendeva a Dio l’onore, la gloria, annientando se stessa nel proprio nulla tutta
tutta si rallegrava nel suo Signore.
Intanto mi andavo inoltrando verso l’infinito essere di Dio, accompagnata
da immenso stuolo di spiriti celesti, come si è detto di sopra. Quando siamo
vicini a quella immensità, sono stata sopraffatta da nuova luce, che mi ha
internata in un caos di luce infinita. Ho perduto a questa ogni idea sensibile,
sono stata per pochi minuti assorbita da quella immensa luce. Quando mi sono
destata da questo sopimento, si udivano armoniose voci, che cantavano: «Quis ascendet in montem Domini, aut quis
stabit in loco sancto eius, innocens manibus et mundo corde», con quel che
segue del Salmo, fino al Gloria.
Non è spiegabile il gaudio che ho sperimentato, la fiamma della carità che
mi ha comunicato il mio Signore. In questa unione mi ha promesso di esaudire le
mie povere preghiere, e di beneficare tutte le persone che mi beneficano, e
tutte quelle che mi beneficheranno per il tempo a venire: tutti saranno
benedetti eternamente.
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