Il dì 2 ottobre 1814 racconta la povera
Giovanna Felice, sono stata sorpresa da dolce riposo, quando nel sonno stesso
vedevo intellettualmente il mio spirito in prezioso gabinetto reale, che
riposava dolcemente sopra preziosissimo drappo smaltato di preziosissime gemme,
ai pizzi di questo vi erano quattro fiocchi d’oro finissimo, che lo adornavano,
la luce che tramandava questo luogo rendeva illustre questo ricchissimo drappo,
in questo riposo intanto godeva il mio cuore una dolcezza, un gaudio di
paradiso, quando ho veduto apparire i santi Angeli, che sono soliti favorirmi,
che mi hanno asperso di fiori in tanta copia, che i fiori venivano a formare
bellissimo manto, che mi copriva da capo a piedi. I fiori erano di color
bianco, rosso e turchino, avevano un odore gratissimo di paradiso, intanto la
luce andava crescendo ogni momento più, finalmente è apparsa in mezzo a questa
il sovrano Re della gloria, che innamorato della vaghezza e della fragranza dei
fiori, rapidamente con gli splendenti suoi raggi mi investiva, mi univa a sé
intimamente. Goduto di questo bene l’anima restava tutta assorta in Dio,
godendo un gaudio infinito, lodava benediceva amava, quanto mai dir si possa,
il suo Signore.
Quando sono nuovamente apparsi i santi Angeli suddetti, e con sommo
rispetto prendevano quei fiori e formando delle piccole croci le ponevano in
tre bellissimi vasi triangolari. Quello che osservai è che non mischiavano le
croci che davano componendo; ma ognuno le poneva nel suo rispettivo vaso,
sebbene le croci fossero del tutto compagne. Le croci erano composte di fiori
rossi e turchini, tutte raggiate di fiori bianchi. Questa operazione veniva a
rendere al mio povero spirito una umiltà tanto profonda che non è spiegabile.
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