Per persuadermi, si è degnato mostrarmi le
calamità della suddetta. Per la seconda volta sono tornata a vedere il fabbricato
rovinoso, sono stata condotta dentro di questo, e mi sono stati mostrati gli
sconcerti che nella Chiesa succedono. Mio Dio! cosa dirò? non è possibile di
crederlo!
Vidi come gli indegni prevalgano la giustizia con tanto disonore di Dio!
Vidi l’oppressione dei poveri! Vidi i sacrilegi che si commettono da tanti
ministri di Dio! Vidi l’ingordigia di questi, l’attacco che hanno ai beni
transitori, la dimenticanza del vero culto di Dio! Vidi il bene apparente,
fatto per fini indiretti! Che delitti sono mai questi non si possono
comprendere.
A queste cognizioni mi inorridii, e quasi dubitando che Dio fosse per
subissare il mondo, tremavo da capo a piedi. Fui poi condotta a vedere il
santuario, e, per il rispetto del culto di Dio, mi fu comandato di entrare in
questo, a piedi scalzi. Mi fu mostrata la cattiva amministrazione dei santuari.
Vidi il gran disonore che riceve Dio dai cattivi sacerdoti. Fui poi condotta
per mezzo di una scala in luogo molto eminente, dove mi si diede a vedere il
giusto sdegno di Dio, irritato contro di noi, poveri peccatori.
Non ho termini di spiegare a sufficienza cosa tanto terribile e spaventosa.
Cercavo per il timore di nascondermi nelle viscere della terra, mi pareva che
in quel momento Dio volesse subissare il mondo. Macché! il nostro amoroso
fratello Gesù Cristo si è fatto avvocato per noi, presso il suo celeste Padre.
Mi fece l’amoroso Signore intendere che mi fossi a lui unita e offerta mi fossi
al suo divin Padre, per così placare il suo sdegno, ma il divin Padre non mi
voleva ricevere. Gesù Cristo Signore nostro ha posto sopra di me i preziosi
suoi meriti, e al momento sono stata rivestita di splendidissima luce e sono
divenuta assai più bella del sole, e in questa maniera sono stata ricevuta dal
divin Padre, ad istanza delle valevolissime preghiere di Gesù Cristo si è
placato lo sdegno di Dio Padre, e si è degnato sospendere il tremendo castigo e
dare spazio di penitenza a noi poveri peccatori. Ma il tempo che ha determinato
di aspettare a penitenza è breve. Ah, potessi con il mio sangue convertire
tutto il mondo! perché nessuno perisse, quanto lo spargerei volentieri, a costo
di ogni gran pena! Tutta piena di fiducia nei meriti di Gesù Cristo, mi offrivo
a Dio di patire ogni pena, risoluta di morire per compiacere il mio Signore, e
per vantaggio dei peccatori, fratelli miei, e per vantaggio della nostra Madre,
la santa Chiesa. Molto gradì la mia povera offerta l’eterno Dio. Nel conoscere
il suo gradimento, il mio spirito, annientato nel suo nulla, non si poteva
persuadere come fosse possibile che Dio potesse restare glorificato da
sacrificio tanto misero, qual è la povera anima mia.
Il Signore mi ha fatto intendere che avessi adorato i suoi divini decreti e
le sue divine disposizioni, che avessi attribuito questa nobile operazione alla
sua infinita sapienza, che sa trovare la maniera di restare glorificato negli
umili di cuore. Nell’intendere queste ragioni, ad imitazione della santissima
Vergine Maria, la povera anima mia, piena di ossequio e di rispetto, confessò
l’infinita potenza di Dio, suo Signore, e quale umile ancella a lui si offrì,
acciò facesse di me quello che voleva, sempre che accordata mi fosse dal mio
padre la licenza della surriferita offerta.
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