Il dì 8 dicembre 1814, nell’assistere alla
Messa conventuale alle Sacramentarie, il mio spirito da interna illustrazione
ad un tratto ha Dio e in compagnia mi trovai dei miei santi Angeli condottieri.
Questi mi invitarono a proseguire il santo pellegrinaggio. Il mio povero
spirito ricusò l’invito: «O santi Angeli», così presi a dire, «e come potrò io
proseguire il santo pellegrinaggio, se mi conosco affatto indegna per i miei
gravi peccati e per la mia cattiva corrispondenza? Dispensatemi, per carità!
non posso accettare il vostro invito senza oscurare la gloria del mio Dio!».
Piangendo dirottamente, rinunziavo all’invito dei santi Angeli, per il
timore di oscurare la gloria del mio Signore, quando da forza superiore
dolcemente mi è stato rapito lo spirito, e sono stata condotta in compagnia dei
santi Angeli sopra un alto monte della Galilea, dove mi è stato manifestato
l’alto onore dell’Immacolata Concezione di Maria SS. sempre Vergine. Che grande
onore apporta a questa divina Madre la sua Immacolata Concezione!
Nel vedere tanta magnificenza, si riempì il mio spirito di gaudio, di
contento, di giubilo, di gioia. Di questa sua ricchezza si degnò farne
partecipe la povera anima mia, con donarmi semplicità di mente e purità di
cuore.
Oh, come restò purificato il mio cuore da questo bene! cosa provai di
contento non è possibile poterlo ridire. Dopo di questa purificazione, come
dissi di sopra, restò rischiarato l’intelletto, e vidi sopra questo monte cose
così grandi, cose così belle che non può la nostra bassa mente comprenderle.
Mi pareva propriamente di stare in paradiso! Padre mio, io non posso dire
di più, per essere cosa superiore ad ogni umana intelligenza, è molto più
conveniente il silenzio di quello che oscurare con languide immagini la
grandezza, la magnificenza, la ricchezza, l’amenità, la giocondità di questo
luogo. Non la finirei mai di lodare cosa così immensa. Oh, come la povera anima
mia amava ardentemente il suo Dio! si struggeva di amore verso quel bene che mi
conteneva.
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