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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE SECONDA – LE NOZZE MISTICHE (Dal 1813 al 1819)
    • 19 – DOLCE RIPOSO IN DIO
      • 5. L’Immacolata Concezione
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5. L’Immacolata Concezione

 

Il 8 dicembre 1814, nell’assistere alla Messa conventuale alle Sacramentarie, il mio spirito da interna illustrazione ad un tratto ha Dio e in compagnia mi trovai dei miei santi Angeli condottieri. Questi mi invitarono a proseguire il santo pellegrinaggio. Il mio povero spirito ricusò l’invito: «O santi Angeli», così presi a dire, «e come potrò io proseguire il santo pellegrinaggio, se mi conosco affatto indegna per i miei gravi peccati e per la mia cattiva corrispondenza? Dispensatemi, per carità! non posso accettare il vostro invito senza oscurare la gloria del mio Dio!».

Piangendo dirottamente, rinunziavo all’invito dei santi Angeli, per il timore di oscurare la gloria del mio Signore, quando da forza superiore dolcemente mi è stato rapito lo spirito, e sono stata condotta in compagnia dei santi Angeli sopra un alto monte della Galilea, dove mi è stato manifestato l’alto onore dell’Immacolata Concezione di Maria SS. sempre Vergine. Che grande onore apporta a questa divina Madre la sua Immacolata Concezione!

Nel vedere tanta magnificenza, si riempì il mio spirito di gaudio, di contento, di giubilo, di gioia. Di questa sua ricchezza si degnò farne partecipe la povera anima mia, con donarmi semplicità di mente e purità di cuore.

Oh, come restò purificato il mio cuore da questo bene! cosa provai di contento non è possibile poterlo ridire. Dopo di questa purificazione, come dissi di sopra, restò rischiarato l’intelletto, e vidi sopra questo monte cose così grandi, cose così belle che non può la nostra bassa mente comprenderle.

Mi pareva propriamente di stare in paradiso! Padre mio, io non posso dire di più, per essere cosa superiore ad ogni umana intelligenza, è molto più conveniente il silenzio di quello che oscurare con languide immagini la grandezza, la magnificenza, la ricchezza, l’amenità, la giocondità di questo luogo. Non la finirei mai di lodare cosa così immensa. Oh, come la povera anima mia amava ardentemente il suo Dio! si struggeva di amore verso quel bene che mi conteneva.

 




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