Passato il nono mese detti alla luce una bambina;
ricevuti i sacramenti di Battesimo e Cresima, dopo tre giorni di vita andò in
Paradiso. Già era scorso il secondo anno del matrimonio, quando detti alla luce
un’altra bambina, e questa ancora morta, munita dei santi sacramenti di
Battesimo e Cresima, se ne andò in Paradiso.
Nello spazio di altri tre anni e mezzo
circa detti alla luce altre due figlie, una dopo l’altra.
In questo tempo fui visitata dal Signore
con varie tribolazioni; queste erano chiamate del mio Signore, ma io, ingrata,
invece di dare ascolto alle sue chiamate, non pensavo ad altro che alle vanità
del mondo; quando fui visitata dal mio Dio con una infermità penosissima di
stomaco, che mi fece abbandonare la mia vanità. Tanto era gravoso il dolore,
che non altro cercavo che solitudine; nove mesi continui sostenni il peso
gravissimo di questa infermità.
Correva l’anno 1802 di agosto, circa il 25
del suddetto mese, correva l’anno 26 della mia età, dopo avere dato alla luce
l’ultima figlia, erano passati cinquanta giorni, quando caddi inferma con il
male di stomaco. Molto profittevole fu per la povera anima mia, mentre nella
solitudine andavo detestando i miei peccati, chiedevo misericordia al Signore,
senza ricordarmi però di essere spergiura di un Dio di infinita maestà. A
ventun’anni passai allo stato matrimoniale.
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